Il Brasile che, come la Russia, ha lo storico padiglione ai Giardini, e come la Russia presenta il lavoro di un artista che ha preso posto sulla scena dell'arte negli anni Settanta. Artur Barrio, nato in Portogallo nel 1945 e trasferitosi in Brasile nel '55, è però al di fuori dei più noti movimenti di quegli anni (Neo-concretismo, o il Modernismo brasiliano in architettura).
Nella prima sala sono in mostra le documentazioni di alcune azioni degli anni Settanta: ad esempio con la carta igienica, scelta perché materiale povero, alla portata di tutti. La scelta di questi materiali parte dall'assunto che altri più preziosi avrebbero incarnato il capitalismo, allontanato le persone dall'arte; ma anche, inevitabilmente, e dichiaratamente nel suo manifesto del 1970, di mettere in discussione l'intero sistema dell'arte.
Il curatore del padiglione indiano Ranjit Hoskote ha scelto un titolo molto evocativo e pertinente “Sono tutti d’accordo: sta per esplodere…”, l’arte contemporanea indiana, il sub-continente, l’economia, le contraddizioni, la sostenibilità dello sviluppo?
Il curatore Ranjit Hoskote, che è anche poeta, ha scelto un titolo molto evocativo e pertinente "Sono tutti d'accordo: sta per esplodere…", l'arte contemporanea indiana, il sub-continente, l'economia, le contraddizioni, la sostenibilità dello sviluppo? Tutto, in effetti, potrebbe esplodere.
Dalla Cina insomma ci si aspetta ben altro. Simona Bordone