Manifesta 7

Realizzata per la prima volta in Italia, la settima edizione di Manifesta ha coinvolto l'intera regione del Trentino - Alto Adige/Südtirol.

Le cinque le sedi espositive scelte sono luoghi significativi legati all'industrializzazione, per l'occasione ristrutturati e reinseriti nel tessuto urbano.

A Rovereto la mostra Principle Hope, curata da Adam Budak, affronta il tema della speranza. Le opere sono ospitate nell'ottocentesca Manifattura Tabacchi e nella novecentesca fabbrica di cacao Ex-Peterlini, da poco restaurata, dichiarata spazio pubblico dall'intervento dell'artista Daniel Knorr che ne ha rimosso le porte per permettere un accesso libero 24 ore su 24. Knorr non è il solo artista a riflettere sul tema dello spazio in termini sovversivi, infatti il progetto sviluppato dall'equipe curatoriale di Budak siede sulla nozione di "regionalismo critico" introdotta da Kenneth Frampton secondo il quale pensare in ternini di regioni diventa una forma di resistenza alla norma, a standard, a pratiche e forme universali. Riccardo Previdi si confronta con lo sguardo rivoluzionario del '68 con una serie di affissioni in città che mostrano la gigantesca sigaretta volante del fotomontaggio Golden Smart di Hans Hollein consumarsi nel corso della durata della manifestazione e con lei la portata della rivoluzione. Poetici i due interventi del croato Igor Eškinja: semplice e leggero il tappeto di polvere realizzato per la Manifattura Tabacchi, apparentemente piatti i disegni murali tracciati con il nastro adesivo sulle pareti dell'Ex-Peterlini si rivelano volumi percepibili. Equilibrata e organica, allestita con sapienza. Fin qui una vera biennale.

Iniziamo a salire per raggiungere a Trento il Palazzo delle Poste. Progettato nel 1929 da Angiolo Mazzoni, è un edificio razionalista rinnovato in occasione di Manifesta 7 in collaborazione con lo studio di architettura Kuehn-Malvezzi. Ospita la mostra L'Anima. Dei molto guai nel trasporto delle anime curata da Anselm Franke e Hila Peleg. Tedesco lui, israeliana lei, entrambi giovanissimi dottorandi al Goldsmiths College di Londra. Il loro progetto curatoriale propone di esaminare l'Europa di oggi non come un'entità geopolitica in espansione, ma dal punto di vista della sua psiche o della sua anima. L'affresco all'ingresso del Palazzo delle Poste ci ricorda che proprio a Trento nel XVI secolo si è tenuto il concilio in risposta alla riforma protestante nel quale fu dichiarato che non solo le azioni nella realtà, ma anche i pensieri e desideri immaginari dovessero essere soggetti alla confessione. In tal modo l'anima è stata esposta ai meccanismi esterni del controllo e dell'ordine. Emblematiche a questo proposito le dieci fotografie lenticolari installate da Luigi Ontani alle finestre dell'ingresso che sollevano la questione del rapporto fra l'anima di una persona e l'immagine di sé. Di qui si accede alla grande installazione di Pietro Roccasalva, un ambiente al neon che si concatena alle altre tappe del suo intervento, sculture, video e immagini digitali, che costruiscono il suo universo enigmatico, ricchissimo di riferimenti storici.

E' possibile anche attraversare i corridoi del Palazzo delle Poste lasciandosi alle spalle i video, i disegni e le fotografie esposti per soffermarsi nelle stanze dei musei in miniatura. Un'esposizione nell'esposizione. Ogni stanza è il bozzetto di un museo immaginario di storia europea, l'indagine di un concetto specifico correlato alla storia dell'anima. Ad esempio, gli artisti Maria Thereza Alves e Jimmie Durham e l'antropologo Michael Taussig hanno curanto insieme il Museo della normalità europea. Altro museo, ideato dall'architetto Stefano Graziani è dedicato a Franco Basaglia (Museum per Franco Basaglia), lo psichiatra italiano che lanciò la campagna per l'abolozione delgi istituti psichiatrici. Il Museo della storia dei test proiettivi della personalità è curato da Sina Najafi e Chistopher Turner, i redattori della rivista Cabinet, e rintraccia le origini e gli usi di vari test proiettivi della personalità. Il regista Florian Schneider ha allestito il Museo del furto delle anime, che indaga la credenza per cui la macchina fotografica rubi l'anima.

Solida l'impalcatura concettuale su cui si regge questa mostra, forse leggibile con difficoltà dai fruitori più esterni al sistema dell'arte. Ma, giungendo alla location più a nord tra tutte, il forte asburgico di Fortezza, nell'omonimo paese nel distretto di Bressanone, l'arte ci arriva nella sua veste più immateriale: attraverso la parola. Scenarios, progetto a cui tutti i curatori hanno partecipato, prende forma nella mente dei visitatori mentre attraversano il forte, ascoltando. Dagli altoparlanti si sentono, letti da attori, i saggi di intellettuali e artisti tra i quali la sociologa Saskia Sassen e la scrittrice indiana Arundati Roy. L'invito è di cercare la propria tra le molte lingue. Scendiamo nuovamente a valle e a Bolzano il tema è il residuo, ciò che rimane del nostro passato collettivo. La mostra Il resto di ora, curata dal gruppo indiano Raqs Media Collective, è allestita all'Ex-Alumix, una fabbrica di alluminio in disuso. Forte il tema dell'archivio negli schedari dell'indiano Lawrence Liang e nelle piattaforme informatiche di stoccaggio delle informazioni del gruppo zurighese Etoy Corporation. La permanenza è in qualche modo fotografata da Walter Niedermayer nelle fredde prese di un obitorio, mentre il britannico David Adjaye immagina cosa rimarrebbe di un'Europa in cui tutte le città venissero condensate in un unico blocco. Percorsi centotrenta chilometri torniamo a casa. Giulia Guzzini

www.manifesta7.it
Ex-Peterlini. Credits Wolfgang Traeger
Ex-Peterlini. Credits Wolfgang Traeger
Riccardo Previdi, The Last Desire, 2008
Riccardo Previdi, The Last Desire, 2008
Igor Eskinja, Carpet, 2006
Igor Eskinja, Carpet, 2006
Luigi Ontani, Mask
Luigi Ontani, Mask
Pietro Roccasalva, Untitled, 2008
Pietro Roccasalva, Untitled, 2008
Lawrence Liang, Pandora’s Index, 2008
Lawrence Liang, Pandora’s Index, 2008
etoy.CORPORATION, Mission Eternity* Self-Encapsulation, 2008
etoy.CORPORATION, Mission Eternity* Self-Encapsulation, 2008
Walter Niedermayr Raumfolgen 52/54-Space Con/Sequences 52/54, 2001
Walter Niedermayr Raumfolgen 52/54-Space Con/Sequences 52/54, 2001
David Adjaye, Europolis, 2008
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