Un museo progettato per raccontare il presente, in Svizzera

Il progetto di Pool architekten per la Stapferhaus di Lenzburg traduce in spazi costruiti le idee di crossmedialità e spazio esperienziale.

Nella piccola cittadina di Lenzburg, nella Svizzera interna tra Basilea e Zurigo, si trova Stapferhaus, un museo che si dedica al presente e, con un’impostazione molto originale, sta puntando a cambiare il punto di vista sull’idea di questa istituzione. Nato come ente culturale nel 1960 quale luogo di incontro e dibattito artistico e sociale, prende il nome da Philip Albert Stapfer (1766-1840), considerato il fondatore del Canton Aargau, oltre che filosofo, politico e diplomatico svizzero, con un forte interesse per la pedagogia, l’educazione sperimentale e il rinnovamento culturale.

Dapprima ospitato nel Castello di Lenzburg, uno dei più antichi e storici fortilizi panoramici d’Europa – nonché una delle sedi ufficiali degli Asburgo nei luoghi delle loro origini – dal 2002 al 2018, ha acquisito nuovi spazi in edifici industriali dismessi per strutturare un programma di mostre che ha raccolto tutti i nuovi temi che emergevano dal nuovo millennio.

Temi come la morte e le ultime decisioni da prendere in vita e coscienza, le automobili e il loro rapporto con la popolazione e i territori, le punizioni come metodo di organizzazione e di controllo di una famiglia o di una società, oppure il credo e la fede in qualcosa o qualcuno, il tempo e la sua continuità lineare senza fine, fino alla casa, le decisioni, il denaro, la patria, il falso o il genere.

Foto Ralph Feiner

Più i tempi sono confusi, più forte è il bisogno di orientamento, e così questa innovativa istituzione culturale, grazie alla direzione di Sibylle Lichtensteiger, si interessa dichiaratamente del “qui e ora”, senza proporre risposte facili a domande complesse ma offrendo un luogo in cui affrontarle e discuterne, con lo scopo di raggiungere il pubblico più possibile ampio.

La chiave spaziale del nuovo progetto è la flessibilità dell’organismo architettonico, che può essere riconfigurato e adattato secondo le esigenze espositive grazie ad una struttura portante modulare e a sistemi intercambiabili di paramenti e orizzontamenti.

In “mondi” espositivi interattivi e sensoriali, il pubblico di questo museo è invitato a dare uno sguardo critico alle questioni centrali del nostro tempo, ben sapendo che oggi un museo non produce solo mostre, ma anche eventi, installazioni, sussidi didattici, strumenti educativi, libri, film, documentari, spettacoli teatrali, podcast, e tutto ciò che la comunicazione e trasmissione della cultura può richiedere e offrire in futuro.

Alla Stapferhaus ogni mostra è solo la parte più evidente di lunghe ricerche, che si articola attorno al perno dell’esperienza – la mostra ora in corso, Natura. E Noi?, prova a dar voce al punto di vista sociale anche in quanto animale, vegetale, minerale etc. per discutere e ampliare la prospettiva futura della nostra interazione con la natura, entrando materialmente senza scarpe nello spazio instaurando con esso un diverso tipo di contatto – per proporre una narrazione spaziale in un viaggio culturale, sviluppato in collaborazione con una grande diversità di professioni esperienziali, fino agli attori di scena.

Foto Anita Affentranger

Nel 2015 un crescente interesse ha portato a bandire un concorso pubblico per una nuova sede, adatta alle continue trasformazioni e a servizi necessari spesso eccedenti le convenzioni della categoria. Lo studio vincitore, Pool architekten di Zurigo, è nato a metà anni ’90 come piattaforma di discussione con workshop e dibattiti su architettura e urbanistica, iniziando poi una pratica professionale basata sull’idea del collettivo e dell’interdisciplinarietà.

La nuova architettura costruita di fronte alla stazione ferroviaria di Lenzburg, inaugurata nel 2019, consolida la partecipazione nel territorio della Stapferhaus che ottiene così un’adeguata presenza spaziale per i suoi valori di contenuto culturale e significato pubblico. L’edificio adotta un linguaggio volumetricamente chiaro, composto da tre semplici blocchi squadrati e programmaticamente diversi. Dalla strada si entra senza soluzione di continuità in una piazza interna individuata da un’ampia pergola strutturale, aperta e permeabile, che accoglie il visitatore. Da qui si accede ad una torretta di facciata con l’ingresso, il bar, lo shop, i servizi e gli uffici. Infine il terzo volume, retrostante è quello principale con la grande sala espositiva su due livelli.

Figlia anche degli allestimenti già messi in atto dalla Stapferhaus nelle sedi precedenti, la chiave spaziale del nuovo progetto è la flessibilità dell’organismo architettonico, che può essere riconfigurato e adattato secondo le esigenze espositive grazie ad una struttura portante modulare e a sistemi intercambiabili di paramenti e orizzontamenti. Questa grande libertà consente una ricchezza di interventi allestitivi e scenografici interni e rende anche l’involucro esterno modificabile e utilizzabile per scopi espositivi, oltre a offrire varie posizioni e flussi di accesso e percorrenza (varchi, aperture e scale) che possono anch’essi cambiare attraverso i vari livelli.

Foto Oliver Lang

La costruzione, con la sua struttura chiaramente leggibile in pilastri, travi e rivestimenti in legno caratteristicamente colorati di blu scuro (quasi nero), avvicina anche il tema della sostenibilità con una specifica attenzione alla gestione delle manutenzioni e variabili spaziali, fino ai costi di esercizio che comprendono tutti gli aspetti energetici.

Nel 2020, la Stapferhaus è stata “European Museum of the Year” sia per la speciale nuova costruzione che per l’organizzazione delle sue mostre: un riconoscimento che ha aggiunto valore a una ricetta abbastanza unica nel panorama culturale e museale, interessante nella ridefinizione di cosa dovrebbe essere oggi un museo, che pur senza una collezione storica fisica e permanente, si fonda invece sul “temporaneo” raccogliendo questioni, dati e documenti per una nuova idea di collezione immateriale e per dare uno strumento di orientamento a sentimenti culturali e sociali contemporanei.

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