Cinema mobile a Chinatown

Nel quartiere milanese Paolo Sarpi, il collettivo di architettura Parasite 2.0 ha creato un punto di convergenza per diversi gruppi etnici che, nonostante le differenze, condividono un'estetica raffinata.

Parasite 2.0 Mobile Cinema

È curioso che l’urbanistica e la riqualificazione urbana più apertamente progressiste spesso trovino il sostegno più deciso in motivazioni sociali conservatrici. Il fenomeno del New Urbanism, probabilmente una delle tendenze progettuali che hanno ricevuto miglior accoglienza nel recente passato, è un esempio di nostalgia per “le cose com’erano una volta”, e distribuisce edifici tecnicamente poco rilevanti in piani regolatori fondati su sistemazioni dell’ambiente vitale tradizionali, che poco hanno a che fare con i meccanismi dell’abitare contemporaneo, dai sistemi di trasporto agli schemi dei consumi.
Parasite 2.0 Mobile Cinema
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Nel corso del decennio passato queste tendenze antagoniste hanno dato forma a uno dei quartieri più caratteristici di Milano: quello di via Paolo Sarpi, la Chinatown della capitale economica d’Italia. La strada e i suoi dintorni, che comprendono una delle più antiche zone commerciali cittadine, dal 1920 hanno assorbito l’afflusso di decine di migliaia di immigrati cinesi, molti dei quali vi hanno stabilito la sede della loro attività, in origine nel settore dei tessuti (fatto ancora visibile nell’alta concentrazione di negozi d’abbigliamento). Contemporaneamente l’area ha conservato una popolazione residenziale prevalentemente italiana (95 per cento del totale, secondo l’associazione di quartiere Vivisarpi), creando una curiosa e problematica stratificazione etnica tra il livello del terreno e i piani superiori.
Parasite 2.0 Mobile Cinema
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Percorrere la via in occasione di Arte in Sarpi, festival con 90 artisti contemporanei ospitati in 80 esercizi commerciali della zona ideato da Rossella Farinotti, permette di interpretare la forma e l’attività della strada come il risultato complesso delle tensioni razziali e socioeconomiche dell’ultimo decennio. Prima intasata dai furgoni dei numerosi grossisti cinesi della zona, il 9 aprile 2011 la via Paolo Sarpi è stata pedonalizzata, in parte a causa dei residenti che lamentavano che le condizioni di vita erano diventate insopportabili (almeno per gli standard milanesi). Tuttavia questa trasformazione urbanistica non ha per nulla reso più tranquilla la via, dove vivace attività, traffico pedonale e scambi commerciali permangono a dispetto delle sempre più scoraggianti prospettive economiche nazionali.
Parasite 2.0 Mobile Cinema
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Caso mai la storia recente di via Paolo Sarpi dimostra la rapidità di reazione comportamentale umana di fronte a un’architettura dall’evoluzione lenta, in gran parte statica. Gli imprenditori cinesi si sono semplicemente adattati – come avevano fatto nel corso della seconda guerra mondiale, spostando la produzione dal settore della seta a quello del cuoio per soddisfare la domanda di equipaggiamento militare – rispondendo al divieto di circolazione per le automobili con l’adozione di biciclette modificate, attrezzate con portapacchi per movimentare efficacemente gli scatoloni. Anche se la pedonalizzazione di via Paolo Sarpi non è riuscita a fermare l’attività economica dei grossisti della zona, tuttavia rivela il semplice desiderio implicito di una sana vita di strada comunitaria, al di là delle origini etniche. Forse il problema vero è la sfasatura tra il perdurante bisogno umano di socialità e le immagini ampiamente anacronistiche dell’aspetto che assume.
Parasite 2.0 Mobile Cinema
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Nel quadro di Arte in Sarpi il giovane collettivo d’architettura milanese  Parasite 2.0 ha introiettato questa intricata rete di forze sociali e architettoniche nel suo più recente progetto: il Mobile Cinema. Il gruppo ha montato su un telaio di bicicletta modificato un grande contenitore da proiezione, completo di uno spettacolare sipario di Mylar e di un’insegna luminosa in cinese e in inglese. Il Mobile Cinema, collocato nella curiosa intimità delle sacche di spazio tra le strutture esterne di un caffè di via Paolo Sarpi, invita i passanti a riunirsi per assistere alla proiezione di classici del cinema italiano e cinese completi di sottotitoli, da Ladri di biciclette di Vittorio De Sica (1948) a Lanterne rosse di Zhang Yimou (1991).
Parasite 2.0 Mobile Cinema
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In questo surrogato di sala Parasite 2.0 unisce la capacità di adattamento dei grossisti della zona, la convergenza delle eredità culturali accuratamente tutelate e un misto di atteggiamenti differenti nei confronti dello spazio urbano. Il Mobile Cinema crea un punto di convergenza per i gruppi etnici altrimenti fortemente distinti di via Paolo Sarpi, le cui culture filmiche nondimeno condividono un’iconologia estetica di grande raffinatezza. E tuttavia richiede ai suoi due pubblici un certo grado di elasticità nella fruizione dello spettacolo; e certamente incoraggia il gesto, profondamente estraneo agli italiani, di sedersi sul marciapiede in pubblico. Con il Mobile Cinema Parasite 2.0 mira a una nuova sintassi d’interazione sociale e spaziale in via Paolo Sarpi, il cui fitto, dinamico contesto non assomiglia alle “cose com’erano”; e sta forse qui il suo maggior potenziale. Tamar Shafrir (@tamars)
Parasite 2.0 Mobile Cinema
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Mobile Cinema
è stato costruito con la cortese collaborazione del laboratorio aperto BRIChECO della Stecca degli Artigiani. Vi si proietta Miracolo a Milano mercoledì 15 maggio e Lanterne rosse venerdì 17 maggio, sempre alle ore 20. Arte in Sarpi prosegue a Milano in via Paolo Sarpi fino al 18 maggio.
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