Palazzo ibrido

Dietro lo sfaccettato cubo di Rubik progettato da Wandel Hoefer Lorch & Hirsch si nasconde un complesso gioco di equilibri politici nel contesto di Tbilisi.

Il "Palazzo ibrido" di Tbilisi ci ha messo un bel po' a passare dall'idea al completamento. Il blocco di vetro a tasselli di cubi scintillanti è il primo edificio importante progettato da uno studio d'architettura di livello internazionale dopo la Rivoluzione rosa della Georgia del 2003. Lo studio tedesco Wandel Hoefer Lorch & Hirsch ha negoziato il processo costruttivo attraversando la crisi economica prima e la guerra dell'Ossezia Meridionale poi, e arrivando a realizzare per la città un edificio per uffici sostenibile ed efficiente. L'edificio risponde alla duplice esigenza di un progetto scintillante di fascino occidentale, secondo il desiderio del committente, e della tensione sociale e materiale della città, che ha colpito più di ogni altra cosa l'attenzione degli architetti.

"Il brief sembrava abbastanza generico e apparentemente lontano dalla politica", dichiara Nikolaus Hirsch. "E tuttavia la politica e le sue ripercussioni sulla produzione dello spazio erano presenti sotto tre aspetti: il fenomeno della globalizzazione in architettura, la crisi nazionale e internazionale del mercato immobiliare e la guerra del 2008 tra Georgia e Russia."

Contattato da immobiliaristi di Tbilisi, Hirsch spiega come lui e il suo gruppo siano stati colpiti dalle potenzialità della Georgia postrivoluzionaria: "La sua posizione strategica tra paesi produttori e paesi consumatori di petrolio; la sua vulnerabilità alle ambizioni imperiali sia degli stati Uniti sia della Russia. Dato che la maggior parte delle nostre opere (come la sinagoga di Dresda e il centro documentazione di Hinzert) avevano profondi riferimenti alla politica, ci siamo sentiti attratti dal contesto".

Dietro le qualità estetiche del miraggio rappresentato da centinaia di cubi di Rubik in vetro c'è una raffinata macchina ingegneristica. Una doppia facciata racchiude un sistema di finestre a scatola di varia profondità, che proteggono dal sole, mentre tra i serramenti interni e quelli esterni sono installati dei condizionatori. Il sistema offre un efficace isolamento dal rumore e permette di controllare separatamente la temperatura interna delle singole stanze. L'edificio ha tre nuclei e una serie di pozzi di luce sulla facciata per consentire alla luce naturale di penetrare fin nel cuore dell'edificio.
Gli architetti privilegiano una concezione della sostenibilità in grado di adattarsi al cambiamento e concepita su misura per le funzioni. Afferma Hirsch che è stata l'assenza di criteri chiari da parte del committente sulla futura destinazione dell'edificio a dettare queste scelte. Per i progettisti "sostenibilità" è solo una parola per definire la destinazione del progetto nel lungo termine. La combinazione di unità singole e di una pianta profonda di 45 metri per 45 è inconsueta e costituisce un caso di studio: massima autonomia nel breve periodo e capacità di adattarsi a scenari differenti nel futuro.

Questi scenari futuri del progetto non prevedevano di dover fare i conti con il drastico cambiamento della situazione politica georgiana del 2008. In un'intervista rilasciata a Marcus Miessen, Hirsch descrive l'atmosfera in cui l'edificio è cresciuto: "Il 2008 ha cambiato tutto. È stata un'accoppiata unica: non solo la crisi dei mutui all'inizio dell'estate, che ha portato sull'orlo del collasso l'economia mondiale, ma anche la catastrofe della guerra russo-georgiana dell'agosto 2008. L'esercito russo è arrivato a 30 chilometri dal nostro cantiere di Tbilisi. Operai e i capimastri sono fuggiti in Turchia e in Armenia. Dopo tre settimane la costruzione è ripresa, ma a ritmo rallentato."

"Il contesto politico ed economica del progetto era cambiato. La Georgia si era trasformata da Stato democratico modello in uno Stato a rischio. I potenziali clienti stranieri erano spariti. L'edificio, con la struttura principale, la facciata e gli impianti, era terminato: mancavano solo le partizioni interne. La suddivisione dell'edificio per uffici divenne un processo lungo, un processo che in realtà non terminerà mai, perché la destinazione della struttura cambierà di continuo." Beatrice Galilee

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