L’intervento di Sergio Urbani, direttore generale di Fondazione Cariplo, alla tavola rotonda "Pubblico, privato e terzo settore alla prova della rigenerazione urbana"
Pubblico, privato e terzo settore alla prova della rigenerazione urbana. Un tema che tocca tutte le più grandi metropoli occidentali e che è stato dibattuto anche all’interno del domusforum, conferenza organizzata da Domus il 30 novembre, negli spazi di Adi Design Museum a Milano. Obiettivo dell’evento annuale è creare un dialogo tra il mondo del progetto, rappresentato dall’architettura e dal design, e quello delle scienze sociali, per guardare ad un futuro urbano più equo e sostenibile. Tra i protagonisti della tavola rotonda moderata dal giornalista Massimo Valz-Gris è stato Sergio Urbani, direttore generale Fondazione Cariplo. Insieme a lui Maurizio Ambrosini, sociologo delle migrazioni, Università Statale di Milano; Andrea Chiesi, Director and Head of Special Projects di Chiesi Group.
L’intervento di Urbani inizia con un racconto di quello che è il vasto orizzonte di iniziative portate avanti da Fondazione Cariplo: “siamo attivi nel campo della cultura, dei servizi alla persona, della ricerca scientifica, dell'ambiente: facciamo tantissimi progetti. Quello che vi racconto oggi è una piccola parte del nostro operato: siamo arrivati al tema della rigenerazione urbana a partire da quello della casa. Circa 20 anni fa la Fondazione ha cercato di far partire un soggetto immobiliare con finalità sociali, perché il mercato immobiliare tende a creare delle situazioni cosiddette di fallimento di mercato, con conseguenze molto pesanti sulle fasce sociali più vulnerabili.”

Il direttore generale di Fondazione Cariplo ha spiega come siano cambiato negli anni le modalità di trasformazione della città. “Mentre fino alla fine del secolo scorso la città cresceva inglobando aree agricole, ora non lo può più fare (per fortuna). Adesso la città cresce rigenerando dei pezzi esistenti, densificando la sua struttura. Ci siamo trovati ad affrontare il tema della rigenerazione cercando di offrire opportunità abitative e di sviluppo della comunità. Abbiamo individuato nei progetti culturali un importante strumento di trasformazione urbana. Parlo di cultura a 360°: artistica, alimentare, abitativa… Con reti di soggetti diversi proviamo a generare nuovi legami, relazioni, progettualità, identità. Le comunità che vogliamo formare sono quelle che diventano qualcosa di diverso dalle comunità di origine, che non perdono le radici ma ambiscono a pluralità e integrazione.”
Sergio Urbani è consapevole che la Fondazione è solo un pezzo di mosaico che deve essere complesso. “Tutto quello che facciamo è inutile se non riesce a creare rete, ad attivare le persone e creare un senso comune allargato rispetto a un problema,” afferma. Emerge quindi il ruolo nodale del terzo settore come collante tra pubblico e privato. “Per questo ci consideriamo un enzima che facilita gli incontri, i dialoghi, i progetti. Le fondazioni di origine bancaria come noi nascono da una legge che in qualche modo le vincola a lavorare con enti pubblici ed enti del terzo settore con una dinamica di grant, quindi di sostegno ai loro progetti. Noi non possiamo sostenere direttamente le imprese, ma possiamo allearci con loro in questa rete. Il terzo settore è il terzo pilastro della nostra democrazia: fondamentale per attivare una dinamica partecipativa, spontanea, dal basso, locale. Altrimenti il soggetto pubblico e i privati fanno fatica a entrare in un rapporto così diretto con le persone. Il mio auspicio per il futuro è che si riescano a sostenere e promuovere le partnership tra pubblico e privato, che purtroppo faticano tantissimo a entrare nel linguaggio e nella progettualità degli enti pubblici italiani. L’impianto intellettuale italiano crea delle polarizzazioni, mentre dobbiamo indagare meglio questo spazio di collaborazione.”
- Ente:
- Fondazione Cariplo
- Sito web:
- www.fondazionecariplo.it