In Alto Adige, la foresta è molto più di un patrimonio naturale. È una vera e propria infrastruttura economica e culturale, che accompagna da sempre la storia di questi territori, ma è anche un motore di continua innovazione. Oltre 300 milioni di alberi (il 51 per cento della Provincia autonoma di Bolzano è coperta da boschi) alimentano una filiera di attività industriali, commerciali e creative estesa e diversificata: circa 3.000 aziende e 15.000 persone lavorano nel comparto del bosco-legno, generando ogni anno un valore di circa 1,4 miliardi di euro.
La filiera del legno che unisce radici e tecnologia
Una sapienza artigianale che affonda le sue radici nei secoli si sposa con l’innovazione tecnologica. Così, la filiera del bosco-legno dell’Alto Adige propone un modello di produzione sostenibile che ha come orizzonte di riferimento i mercati mondiali.
Dalle segherie ai laboratori di design, fino alle grandi aziende di tecnologia industriale, la filiera del legno altoatesina è oggi un ecosistema virtuoso che fonde innovazione, economia e tutela del paesaggio: un modello di sviluppo che raggruppa buone pratiche ed eccellenze che, in molti casi, costituiscono un riferimento a livello globale, oltre che un cruciale motore per l’export. Sono diverse le iniziative che la promuovono attraverso strategie integrate di valorizzazione e sostenibilità, come il progetto ProRamus, che riunisce le realtà altoatesine impegnate nell’intera filiera bosco-legno, nello sviluppo di nuovi prodotti e nella diffusione di tecniche costruttive sostenibili. O, ancora, l’istituzione del Marchio Alto Adige, che oggi non certifica solo la qualità dei prodotti alimentari o turistici, ma anche le competenze industriali e artigianali legate alla lavorazione del legno: un riconoscimento che coniuga eccellenza, innovazione e responsabilità ambientale. All’interno di queste strategie di sistema spiccano diverse realtà che, avendo fatto tesoro di competenze stratificatesi nei secoli, hanno saputo distinguersi per la loro propensione e un continuo investimento sul fronte dell’innovazione.
La prima di queste storie affonda le proprie radici a Nova Ponente, nel cuore della Val d’Ega, dove una piccola segheria fondata nel 1946 da Hans Pichler è oggi X Timber, azienda che trasforma il legno altoatesino in componenti dall’alto valore tecnico per l’edilizia e l’industria.
X Timber è una delle principali segherie italiane per legni di conifere, può lavorare oltre 200.000 metri cubi di legno all’anno, e uno dei più importanti produttori europei di elementi strutturali e componenti tecnici grazie a tre stabilimenti produttivi. La sua filosofia è racchiusa nel motto “Nobilitiamo il legno”: in altre parole, valorizzare la materia prima locale attraverso processi industriali di precisione.
Su una superficie di oltre 25.000 m², i tronchi vengono lavorati per mezzo di sistemi automatizzati che assicurano una produttività costante e la massima tracciabilità: la storia di ogni trave, asse o tassello può essere percorsa a ritroso fino all’albero d’origine, garantendo qualità e trasparenza anche a tutta la filiera che sta a valle della materia prima.
L’azienda, che impiega circa 70 collaboratori e che ha raggiunto un fatturato di 30 milioni di euro, con una quota export del 68 per cento, è oggi un punto di riferimento per l’intero comparto. I suoi prodotti trovano applicazione negli ambiti più diversi: dalle travi per l’edilizia ai telai per serramenti, fino all’abete rosso utilizzato per le casse armoniche di pianoforti e violini.
Oltre alla qualità del prodotto, ciò che distingue X Timber sul mercato è la visione basata su una gestione sostenibile – a partire dalla scelta di utilizzare legno che proviene quasi esclusivamente dalle conifere di boschi locali, fino alla garanzia di puntualità nelle forniture. Una cura ancora artigianale della materia prima e della relazione con i clienti che opera su una scala da grande industria.
A una cinquantina di chilometri di foresta più a nord, e precisamente a Bressanone, Microtec rappresenta l’altro volto della filiera: quello di un’innovazione tecnologica che ha saputo cogliere e implementare con lungimiranza le potenzialità dell’intelligenza artificiale.
Fondata nel 1980 da Federico Giudiceandrea, l’azienda è oggi leader mondiale nelle tecnologie di scansione e ottimizzazione del taglio per l’industria del legno. Con un fatturato di circa 100 milioni di euro, con il 95 per cento proveniente dall’export, e oltre 450 dipendenti in tutto il mondo, Microtec combina sistemi di IA e tecnologie di tomografia computerizzata per migliorare la qualità e l’efficienza della lavorazione dei legnami.
I suoi sistemi di scansione, con CT Log come punta di gamma, consentono di ‘leggere’ con una resa 3D la struttura interna dei tronchi, permettendo di scegliere il taglio ottimale e avere così la massima efficienza produttiva e ridurre al minimo lo scarto. Le piattaforme proprietarie Goldeneye e Variosort garantiscono una classificazione precisa e una gestione automatizzata del processo produttivo, mentre la suite Microtec Connect offre una tracciabilità end-to-end: in altre parole, ogni tavola può essere seguita dal tronco al prodotto finale, con un controllo totale di flussi e impieghi.
La capacità di sviluppare internamente oltre 150 componenti chiave e software proprietari garantisce all’azienda un vantaggio competitivo, riconosciuto dalle commesse che ottiene in tutto il mondo – con ‘incursioni’ dall’alto valore simbolico al di fuori dei normali processi industriali. Per esempio, la tecnologia Microtec è stata impiegata nel delicato progetto di ricostruzione della guglia maggiore della cattedrale parigina di Notre-Dame, distrutta dall’incendio del 2019: grazie ai suoi sistemi di scansione, è stato possibile selezionare le querce più adatte. Un significativo ‘pezzo’ di Alto Adige che, dalle rive della Senna, punta verso il cielo.
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