Fondazione Cariplo: essere enzima

Quali sono gli obiettivi e i progetti della Fondazione Cariplo? Ce lo racconta il Direttore Generale Sergio Urbani, che ci ha parlato anche del programma QuBì.

Sergio Urbani, Direttore Generale di Fondazione Cariplo, ci parla del lavoro tentacolare dell’ente filantropico, che da oltre 30 anni promuove la vita delle comunità, sostenendo i soggetti che operano sul territorio e che sono più vicini ai bisogni delle persone. Iniziamo la conversazione sulla tipologia di azioni che Cariplo supporta e promuove in ambito di rigenerazione urbana: si tratta di interventi su più livelli che, oltre a un miglioramento delle condizioni dello spazio, puntano a generare un senso di appartenenza verso i luoghi. “Mettere a posto muri, strade e infrastrutture non però è sufficiente. Occorre lavorare sul rafforzamento dei legami tra le persone, in un contesto molto spesso multiculturale. È questo l'obiettivo più ambizioso di Fondazione Cariplo. Vale per i giovani, sempre più isolati in casa, come per gli anziani. Per noi quindi la rigenerazione urbana è un mix equilibrato di interventi. Con il programma La Città Intorno, a Milano, ad esempio, ci siamo impegnati puntando sulla cultura come forza in grado di rigenerare,” ci racconta Urbani. “Anche organizzare un programma di cinema all'aperto, in una piazza o nel cortile di un condominio può attivare nuove relazioni di quei luoghi. Cerchiamo di portarla dove di solito non arriva, di avvicinare un nuovo pubblico, di aiutare a riflettere e di attivare le persone rispetto a progetti e percorsi che rafforzino la comunità e la sua identità.”
I progetti culturali possono essere, quindi, azioni che avvicinano uomini, donne, bambini, anziani, italiani, stranieri, persone più o meno abbienti. “La cultura ha un effetto positivo su tutti. Ma mentre alcuni hanno un rapporto con essa consolidato e autonomo, la grande maggioranza delle persone non leggono libri, non vanno a teatro, non entrano in un museo. È a loro che dobbiamo guardare, a partire dai più piccoli e concentrandoci sulle zone dove ci sono meno opportunità. Per questo, insieme all’Associazione Italiana degli Editori, abbiamo attivato una grande iniziativa per avvicinare i bambini ai libri già dagli asili nido. Vari studi scientifici hanno infatti evidenziato che le disuguaglianze nascono già nei primi anni di vita, quando il potenziale di apprendimento è enorme, e quindi quell’età è una fase fondamentale e preziosissima per lavorare sulle generazioni future.”

Fondazione Cariplo Social Housing a Milano

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Patto territoriale, attivazione delle comunità, ricomposizione di interventi e risorse, promozione e tessitura di legami. Questo è il percorso indicato per le iniziative della fondazione, tra cui troviamo il programma QuBì. È interessante notare come per ogni piano o strategia siano previsti “ingredienti trasversali”: assistenza, co-progettazione, analisi, informazione, gruppi di lavoro tematici. “Occorre muoversi in modo sinergico, stimolando la formazione di reti all’interno della comunità, e lavorare sulle emergenze, che non possono essere trascurate, ma anche su azioni a lungo termine, per intervenire sulle cause provocano le emergenze. Abbiamo lanciato il programma QuBì – “quanto basta” a Milano, per il contrasto alla povertà alimentare, soprattutto dei minori; ma ci siamo resi conto che, se da un lato occorre dare risposte ai bisogni primari, per dare il cibo a chi non ne ha a sufficienza, dall’altro dobbiamo creare le condizioni perché le famiglie facciano un passo avanti,” ci spiega Urbani. “Grazie alle reti nei quartieri diamo supporto, ad esempio, per la ricerca di lavoro dei genitori; sul piano educativo, aiutiamo 8mila bambini in difficoltà con le attività doposcuola, per prevenire il rischio di abbandono scolastico, con conseguenze ancor peggiori. La povertà educativa ha effetti molto gravi sul futuro delle persone e della città, nel suo complesso. Per fare questi interventi sosteniamo oltre 500 organizzazioni distribuite sulla città, in stretta collaborazione con il Comune di Milano e altri partners, come aziende o sponsor. Cerchiamo di agire su più leve con programmi coordinati. Fondazione Cariplo ha forse una peculiarità: siamo nelle condizioni di parlare con tutti, istituzioni pubbliche, aziende e terzo settore per cercare di far convergere le forze che già ci sono.  A volte è questo quello che serve. Essere enzima. Questo è il nostro ruolo.”

Il Direttore Generale di Fondazione Cariplo è il pioniere dell’Housing Sociale in Italia, con numerosissimi progetti, programmi e collaborazioni sviluppati negli ultimi 20 anni e più. “Abbiamo investito molto in questo ambito, in termini di risorse economiche e di studio di nuovi modelli di attività che consentissero la realizzazione di case belle, accoglienti e in grado soprattutto di favorire lo sviluppo di comunità solidali, in cui la gente si conosce e – se c’è bisogno – si aiuta. Tutto questo, fattore non secondario, lo abbiamo fatto consentendo a giovani coppie, studenti, anziani, famiglie monoreddito di accedere ad una abitazione a canone calmierato, in un equilibrio che porta benessere a tutti e garantisce servizi. Oggi quel modello è un po’ in difficoltà, a causa degli aumenti dei costi immobiliari e della poca disponibilità di aree a basso costo.  È quindi diventato particolarmente difficile realizzare case a costi contenuti, ma non ci perdiamo d’animo. Il tema è troppo importante per fermarci di fronte alle difficoltà e stiamo adattando l’approccio, allargando l’oggetto dell’investimento fino a includere anche quote di edilizia libera, fermo restando l’obiettivo di massimizzare gli aspetti sociali delle iniziative immobiliari.”