Per celebrare e coltivare il genio di Paul Klee (1879–1940) le istituzioni del Canton Berna, auspici gli eredi dell’artista, si sono affidate a Renzo Piano che ha progettato il museo inaugurato nel 2005 e oggi custode di circa 4 mila opere sulle 10 mila realizzate in totale dal maestro. L'architettura dello Zentrum è stata concepita da RPBW come una dolce onda che segue il profilo del terreno. A malapena visibile da lontano, la curvatura della struttura crea tre colline artificiali che ospitano lo spazio espositivo; una sala concerti; un centro conferenze; un centro per lo studio, la ricerca e la promozione delle opere di Klee, oltre a un museo interattivo per bambini chiamato Creaviva, che organizza anche laboratori artistici.
Se i temi artistici abbracciati dal museo riflettono il talento multidisciplinare del tedesco-svizzero Klee – artista e insegnante con stretti legami con la musica e la poesia – l’edificio stesso riecheggia la sua passione per l'armonia delle forme e le proporzioni della natura.
Più che un museo tradizionale lo Zentrum è infatti un centro studi a 360° sulla vita e il lavoro di Klee: oltre alla opere di Kleem, vi si possono anche ammirare lavori di Vasily Kandinsky, Franz Marc e Alexej von Jawlensky, che lo stesso maestro ricevette in regalo, e numerosi oggetti privati – come le marionette che l'artista realizzò per il figlio Felix – e manoscritti che fungono da filo conduttore tra la vita, le passioni, le idee e la produzione artistica.
L’armonia delle forme dentro e fuori
Nella sede progettata da Renzo Piano, il maestro svizzero viene raccontato attraverso le sue opere e gli oggetti di una vita
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- 06 maggio 2021
A causa della particolare delicatezza delle opere di Klee, lo Zentrum presenta la propria collezione con una rotazione di circa 150-200 opere alla volta, scelte sulla base di un tema specifico.
La scelta di non esporre i lavori in maniera permanente deriva dalla particolare delicatezza di quadri, acquarelli e disegni di Klee, che utilizzava colori e carte estremamente sensibili alla luce. Dopo essere state in mostra per circa sei mesi, i quadri hanno, dunque, necessità di un “periodo di riposo” al riparo dall’illuminazione.
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