La recita dell’architetto

In uscita in ottobre, il libro della coppia Steve Della Casa, Giorgio Scianca, critico cinematografico e architetto, è una pubblicazione pop a uso degli architetti, che avranno la possibilità di immedesimarsi in uno degli oltre 1500 architetti immaginati dal cinema.

La recita dell'architetto
Steve Della Casa, Giorgio Scianca, La recita dell’architetto. 1523 film e un videogioco, svpress, Torino 2015, €28

Succede che, improvvisamente e per cause non precisate, alcuni argomenti comincino a diventare di moda: per esempio oggi sono di moda i radicals, la resilienza, il professionismo degli anni Cinquanta. Tra gli altri, il rapporto tra cinema e architettura ha ottenuto uno spazio di rilievo a partire da una decina di anni, certo non senza fondate ragioni.

Dopo la pubblicazione di una vasta serie di volumi più o meno specifici e più o meno significativi sul tema [1], dopo l’organizzazione di numerose rassegne cinematografiche sui must del cinema architettonico [2], dopo la nascita del nuovo genere documentaristico dedicato alle vite degli
architetti famosi [3], dopo l’istituzione di un premio italiano per il cinema di architettura [4], il libro La recita dell’architetto. 1523 film e un videogioco potrebbe risultare a una prima impressione ridondante e superfluo.

La recita dell’architetto
Steve Della Casa, Giorgio Scianca, La recita dell’architetto. 1523 film e un videogioco, svpress, Torino 2015
Se lo si osserva con lo sguardo pregiudiziale di chi lo ritiene un libro sostanzialmente inutile, ci si potrebbe sorprendere a sfogliarlo con una certa curiosità e ammirazione: la mole di lavoro che questo libro contiene è a tutti gli effetti il frutto di impegno e dedizione, ma soprattutto è il risultato della fusione di due passioni sconfinate, reali, tangibili: quella per il cinema e quella per il mestiere dell’architetto.
Gli autori dell’opera – il critico cinematografico Steve Della Casa e l’architetto Giorgio Scianca – non si limitano a offrire una lettura personale critica-interpretativa del rapporto che il cinema ha storicamente instaurato con l’ambito architettonico e in particolare con il ruolo dell’architetto; essi, oltre a ciò, costruiscono il vero corpo del libro attraverso una ricca raccolta di film, consultabile come un atlante costituito da 1523 titoli di film divisi per decenni, a partire dal cinema muto dei primi due decenni del Novecento fino alla più prossima attualità. L’attività di catalogazione si configura senza dubbio come l’aspetto più significativo del libro, un lavoro minuzioso di ricerca tuttora in progress. Il requisito necessario per rientrare in questo atlante è uno solo: la presenza di un architetto tra i personaggi del film.
La recita dell’architetto
Steve Della Casa, Giorgio Scianca, La recita dell’architetto. 1523 film e un videogioco, svpress, Torino 2015
Il ruolo dell’architetto nella storia, dal Novecento a oggi, è dunque il tema che compone la spina dorsale del libro, e la trasformazione di questo ruolo viene qui messa in scena attraverso lo sguardo che il cinema ha rivolto nel tempo a questa specifica figura professionale. È interessante soffermarsi a pensare al ruolo che gli architetti hanno avuto nel tempo e a come questo si sia configurato all’interno della società, nello sguardo e nel pensiero comune. Ma il cinema come ha interpretato questa figura? Mai come oggi proprio il ruolo dell’architetto non si offre più in una forma netta e definita: sono architetti i “famosissimi”, ormai noti come archistar, ma anche i giovani laureati senza lavoro; sono studi di architettura le grandi aziende internazionali ma anche i piccoli atelier. Oggi il ruolo dell’architetto è più che mai lontano da una sua definizione lineare e compatta.
La recita dell’architetto. 1523 film e un videogioco
Steve Della Casa, Giorgio Scianca, La recita dell’architetto. 1523 film e un videogioco, svpress, Torino 2015

Nei film, brevemente narrati e contestualizzati nei saggi contenuti nelle prime cento pagine del libro, l’architetto è a tutti gli effetti un personaggio specifico all’interno del contesto in cui agisce, è il rappresentante di una categoria di rilievo che si muove dentro alle dinamiche economiche,
sociali, anche relazionali, con tutto l’appeal che storicamente si è costituito intorno al suo nome.

Oggi tale specchio è evidentemente meno aderente alla realtà, e certo i simulati architetti in scena al cinema non potranno più essere rappresentativi di una categoria unitaria. In questo senso anche il cinema contemporaneo ha cominciato a sfaccettarne il ruolo e a proporre
diverse versioni di architetti. Sono tre architetti di diverso genere, per esempio, i protagonisti di The tree of life, 2011, Medianeras, 2011 e Tutta colpa di Freud, 2014.

La recita dell’architetto riesce a offrire un quadro piuttosto interessante e vario dei temi trattati al suo interno, e lo fa con leggerezza, sapienza e, in alcuni passaggi, con un accettabile grado di approssimazione. Ogni film è corredato da una scheda tecnica, che contiene anche una valutazione e, se presenti, segnala le location all’interno di cantieri, dentro a studi professionali, in università, o anche l’utilizzo di plastici di architettura nelle scene. Oltre a ciò naturalmente è riportata una breve sinossi della pellicola. All’interno della divisione per decenni, in verità non particolarmente comoda, i film sono ordinati alfabeticamente.
La recita dell’architetto. 1523 film e un videogioco
Steve Della Casa, Giorgio Scianca, La recita dell’architetto. 1523 film e un videogioco, svpress, Torino 2015
Il libro si rivolge a un pubblico ampio attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice, che cerca di emanciparsi dalla specificità delle pubblicazioni di settore, per aprirsi invece a un format maggiormente accessibile. Nonostante l’intenzione sia lodevole, risulta spontaneo domandarsi se tra i non addetti ai lavori esistano davvero persone interessate alla questione specifica dell’architetto in scena; in realtà sembrerebbe più plausibile considerare questo libro come una pubblicazione pop a uso degli architetti, che finalmente potranno respirare un po’ di leggerezza espressiva e allo stesso tempo avranno la possibilità di immedesimarsi in uno degli oltre 1500 architetti immaginati dal cinema.
© riproduzione riservata

1 Tra gli altri: Progetti di città sullo schermo. Il cinema degli urbanisti, 2001; Cinema e architettura, 2003; Cinema in Italia. Sguardi sull’architettura del Novecento, 2007; Architetti e cinematografi. Tipologie, architetture, decorazioni della sala cinematografica delle origini, 2009; Cinema/architettura “costruire lo sguardo”. Storia sinestetica del cinema in 40 grandi registi, 2009; Cinema architettura composizione, 2009; L’architettura nel cinema di fantascienza, 2010; La città delle immagini. Cinema, video, architettura e arti visive, 2011; Il cinema
degli architett
i, 2014; Atlante delle emozioni. In viaggio tra arte, architettura e cinema, 2015; etc.
2 Tra le altre: Cinema e architettura, Cine+Città, L’architettura del cinema, Architettura-cinema, Architettura al cinema, Frames, Milano Design Film Festival, Il cinema racconta gli architetti, Vuoti a rendere, etc.
3 Tra gli altri: Louis Kahn. My architect, 2003, Frank Gehry. Creatore di sogni, 2005, Quanto pesa il suo edificio,
Mr. Foster?
, 2010, Rem, di prossima uscita, etc.
4 Premio Dedalo Minosse Cinema, Vicenza, 2015

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram