Sonic Somatic

Il volume Sonic Somatic: Performance of the Unsound body, del critico e curatore della sound art Christof Migone, è un accurato lavoro ricognitivo che guarda con occhio nuovo a quell'ambito dell'arte contemporanea che ha come suo oggetto privilegiato il suono.

Christof Migone, Sonic Somatic: Performance of the Unsound body, Errant Bodies Publishing, Berlino 2012 (pp. 296; 21,00)

Pubblicato sul finire dello scorso anno dalla casa editrice Errant Bodies, Sonic Somatic: Performances of the Unsound Body di Christof Migone è un accurato lavoro ricognitivo che guarda con occhio nuovo a quell'ambito dell'arte contemporanea che ha come suo oggetto privilegiato il suono. Arte informe per eccellenza e interdisciplinare per vocazione, la sound art accoglie sotto di sé una serie di sperimentazioni inerenti ai fenomeni acustici e alla percezione uditiva e che, prevedendo una partecipazione attiva dello spettatore, ne mettono alla prova le capacità di comprensione e di elaborazione dell'esperienza vissuta.

L'autore nel saggio restituisce l'oggetto della sua ricerca di artista e di teorico della sound art in tutta la sua complessità, passando in rassegna un'ampia casistica di applicazioni/implicazioni che hanno a che fare con il suono. Il punto di partenza è altamente specifico: il corpo; e l'orizzonte fin da subito delineato: il suono avvolge la vita, è un fenomeno tanto imprescindibile quanto ineffabile che accompagna l'esistenza; il suono nasce con l'uomo, tutto è scandito da un ritmo incessante e in divenire. Lontano da quello prodotto dalla musica delle sfere—in accordo con un mondo in armonia, ordinato da proporzioni matematiche perfette—l'evento sonoro è qui soprattutto somatico, desublimato e urgentemente materiale.

Sonic Somatic si compone di quattro capitoli, più un'appendice dedicata allo stato attuale della sound art. Il criterio di ripartizione non è tanto cronologico quanto tematico. Il titolo di ciascun capitolo nasce dall'accostamento di tre parole, la prima delle quali—sound—si ripete invariata nello sviluppo del libro. I titoli, composti come ready-made linguistici, circoscrivono l'ambito concettuale che ciascun capitolo si prefigge di trattare e al tempo stesso suggeriscono, con il loro prefisso comune, una continuità che lega indissolubilmente il volume in ogni sua parte.
In apertura: Christof Migone, <em>Sonic Somatic: Performance of the Unsound body</em>, Errant Bodies Publishing, Berlino 2012. Copertina. Qui sopra: dettaglio pagine interne
In apertura: Christof Migone, Sonic Somatic: Performance of the Unsound body, Errant Bodies Publishing, Berlino 2012. Copertina. Qui sopra: dettaglio pagine interne
Si inizia con Soundmutesilence in cui il suono viene considerato in quanto "disturbo d'aria", come evento prima di tutto fisico in cui co-partecipa non solo ciò che normalmente si definisce come tale, ma anche tutto il regno dell'unsound, termine con il quale l'autore designa tanto il silenzio quanto il rumore, considerati come concetti parimenti operativi nell'ambito della sound art.
Christof Migone, <em>Sonic Somatic: Performance of the Unsound body</em>, Errant Bodies Publishing, Berlino 2012. Dettaglio pagine interne
Christof Migone, Sonic Somatic: Performance of the Unsound body, Errant Bodies Publishing, Berlino 2012. Dettaglio pagine interne
Tutto ha origine con John Cage quando nell'ormai lontano 1934 visitò la camera anecoica dell'Università di Harvard con una precisa idea in mente: ascoltare il silenzio. Cage ne rimase però deluso. In una condizione di totale isolamento e raccoglimento, il compositore americano colse se stesso nell'atto di ascoltare il rumore del suo sistema, insieme nervoso e circolatorio, operare. Ciò che ne derivò fu la presa di coscienza circa l'irrealizzabilità della quiete assoluta. Questo episodio ha rappresentato un momento cruciale per l'evoluzione della sound art, un evento in cui silenzio e vuoto diventano rumore e pienezza, e che ha dato vita a molteplici sperimentazioni incentrate su questo concetto potenziato di silenzio.

Con il secondo capitolo—Soundbodymouth—si entra nel vivo della questione, esplorando i suoni emanati dal corpo ancor prima che questi siano organizzati all'interno di un sistema linguistico coerente. Una sorta di grido primordiale, un segno slegato dal suo referente che rimane però pur sempre significante. Partendo dalla performance Catalysis IV, in cui Adrian Piper si aggira indifferente tra la folla con la bocca tappata da un asciugamano, fino a Rhythm 0 di Marina Abramovic, in cui l'artista consegna il suo corpo nudo alle volontà degli spettatori, questo capitolo parla di una materia divenuta partitura di un grido silente che esprime il sentimento di una condizione umana tormentata dall'impossibilità di manifestarsi nella sua vera essenza.

L'analisi interpretativa si amplia ulteriormente negli ultimi due capitoli, Soundtimeslanguage e Soundspacebeyond, che approfondiscono alcune tematiche già introdotte nelle pagine precedenti. I concetti di tempo, linguaggio e spazio in relazione alla sound art, sono qui scandagliati a partire da una riflessione sui disturbi che riguardano il linguaggio, primi fra tutti quelli che affliggono il balbuziente, visti come metafora della presa di potere del somatico sull'intelletto.
Consapevole del fatto che il sonico non si presta a facili categorizzazioni né a riduttive schematizzazioni, l'autore lo esamina a partire dalla forma empirica del fenomeno per giungere poi a una sua comprensione ontologica
Christof Migone, <em>Sonic Somatic: Performance of the Unsound body</em>, Errant Bodies Publishing, Berlino 2012. Dettaglio pagine interne
Christof Migone, Sonic Somatic: Performance of the Unsound body, Errant Bodies Publishing, Berlino 2012. Dettaglio pagine interne
La composizione I Am Sitting in a Room di Alvin Lucier serve a questo proposito da punto di coesione dei tre elementi sopraccitati che ricorrono necessariamente in ogni evento performativo. Realizzata nel 1969, la composizione si basa sulla registrazione audio eseguita in un arco temporale di circa quaranta minuti. L'artista si trova solo in una stanza, ha a disposizione due registratori, un microfono e un altoparlante, non c'è nessun rumore attorno se non quello della sua voce che ripete per trentadue volte uno stesso identico testo: "Sono seduto in una stanza diversa da quella in cui vi trovate voi adesso. Sto registrando il suono della mia voce che parla [...]. Quello che sentirai sono le frequenze naturali di risonanza della stanza articolate dalla mia voce. Osservo tale attività non tanto come dimostrazione di un fatto fisico, ma più come un modo per appianare le eventuali irregolarità del mio discorso".

Lo scopo di questa performance è suggerito dallo stesso artista: appianare il suo difetto linguistico. Il testo originale così sovrapposto non è più intelligibile ma il significato generale ne risulta accresciuto: quella che era una semplice dichiarazione è evoluta ora in frammento melodico. Lo spostamento avvenuto dal registro prosaico a quello musicale permette all'artista di porre in questione la concezione corrente di luogo. Visto solitamente come inerme, come mero ambiente in cui si svolge un evento, il luogo diventa allora agente attivo e indispensabile al raggiungimento del fine della performance. Alvin Lucier è uno dei primi artisti nella storia della sound art a valutare le proprietà acustiche di un'architettura e a indagarne con differenti espedienti i suoi limiti.
Christof Migone, <em>Sonic Somatic: Performance of the Unsound body</em>, Errant Bodies Publishing, Berlino 2012. Dettaglio pagine interne
Christof Migone, Sonic Somatic: Performance of the Unsound body, Errant Bodies Publishing, Berlino 2012. Dettaglio pagine interne
Sonic Somatic si configura dunque come un'indagine insieme filosofica e teoretica di un ambito tra i più complessi dell'espressione estetica umana. Determinato dal suo essere insieme artista, critico e curatore della sound art, il metodo speculativo di Migone si sviluppa su più fronti contemporaneamente fino a coinvolgere manifestazioni che hanno a che fare con il suo ambito di indagine solo in maniera tangente. Le posizioni "dell'autore" sono però portate avanti con estrema coerenza e sistematicità: consapevole del fatto che il sonico non si presta a facili categorizzazioni né a riduttive schematizzazioni, l'autore lo esamina a partire dalla forma empirica del fenomeno per giungere poi a una sua comprensione ontologica.
Christof Migone, <em>Sonic Somatic: Performance of the Unsound body</em>, Errant Bodies Publishing, Berlino 2012. Dettaglio pagine interne
Christof Migone, Sonic Somatic: Performance of the Unsound body, Errant Bodies Publishing, Berlino 2012. Dettaglio pagine interne

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