Sabato 10 e domenica 11 giugno 2023 torna Open House Torino, alla sua sesta edizione, offrendo la possibilità di scoprire più di 130 luoghi speciali della città solitamente inaccessibili. Ecco la nostra selezione.
Palazzo Regione Piemonte
In via Nizza, il grattacielo di 205 metri d’altezza progettato da Massimiliano Fuksas ospita gli uffici della Regione Piemonte dal dicembre del 2022. La piattaforma d’osservazione, al 43esimo piano, è la più alta in assoluto fra quelle sui grattacieli italiani e ospita un suo giardino composto da vegetazione del luogo, tra cui alberi, arbusti e piante aromatiche che ricreano i diversi ambienti presenti nel territorio piemontese.
Dancing Le Roi
Vero e proprio gioiello dell’architettura torinese oltre che tappa obbligata per i divi degli anni Sessanta, il Dancing Le Roi progettato da Carlo Mollino per la famiglia Lutrario, ospita una sala da ballo che sembra essa stessa danzare avvolgendosi su sé stessa, con una spirale di cento lampade colorate. L’attenzione al dettaglio è totale: mosaici, scalette, elementi in ferro battuto, vetrate con “L” dorate, maioliche e specchi formano un vero e proprio scrigno del divertimento che ci riporta indietro nel tempo.
Orti Generali
Ai margini della città, dove Mirafiori Sud sfiora il corso del Sangone, alle spalle della chiesetta di San Barnaba e all’imbocco del Parco Piemonte, si trovano gli Orti Generali, city farm condivisa che mette a disposizione 160 lotti recintati per coltivare con l’aiuto di agronomi e paesaggisti. Lo spazio recuperato dall’iniziativa (un’impresa onlus della Città di Torino, che ha saputo coinvolgere più di mille soci), fa inoltre da polo didattico sull’agricoltura biologica, con anche una piccola fattoria. E nel 2023 il progetto ha vinto il Premio Nazionale del Paesaggio, il più importante riconoscimento italiano per la categoria.
Molecular Biotechnology Center (MBC)
Sempre in via Nizza, la scuola universitaria di biotecnologie in cemento nudo progettata da Luciano Pia e completata nel 2006, sotto la sua volta vetrata accoglie un giardino d’inverno che fa da corte interna, richiamando i meccanismi della natura che gli studenti studiano e indagano di giorno in giorno.
Ranch urbano
Tra le varie case aperte in occasione del programma, un’esempio particolarmente interessante è il Ranch Urbano. La casa con (futuro) coworking è stata creata da Wworks, una coppia di progettisti che hanno trasformato gli spazi di una vecchia officina di Cenisia in un luogo in cui vivere come se fossero lontani dalla città. Il nome è stato dato dai vicini, incuriositi dalla struttura in legno che cresceva via via al centro dell’isolato, come fosse una sorta di foresta.
Se questi luoghi hanno stimolato la vostra voglia di esplorare, una visita la merita anche il Centro Civico Dietrich Bonhoeffer. Costruita alla fine degli anni ottanta, la Bonhoeffer – che prende il nome da un teologo protestante tedesco del Novecento – somiglia a un UFO brutalista atterrato nella periferia delle strade di Torino Sud. Ospita alcuni servizi della Circoscrizione 8 e una sede delle Biblioteche Civiche Torinesi. L’edificio sarà presto oggetto di un lavoro di riqualificazione.
Anche quest’anno, poi, Open House Torino si estende oltre i confini della città. A Chieri, bisogna assolutamente fare un salto da Atelier Fleuriste, di Elastico spa. Nel giardino interno di una casa ottocentesca recuperata nel 2008 è stato realizzato un nuovo edificio con una grande vetrata affacciata su strada, con un sottile velo d’acqua che scorre sulla sua superficie come raffreddamento. Il progetto,, che dialoga in maniera molto interessante con un contesto urbano disordinato, dà forma a spazi espositivi, commerciali e abitativi, popolati da un’estetica che ricorda il chiosco dei fiori di Sigurd Lewerentz a Malmö.