Il numero di aprile di Domus 1067 si concentra sull’abitare. Il Guest Editor 2022 Jean Nouvel nel suo editoriale spiega come progettare per le nuove urgenze abitative delle grandi città deve essere la missione e il ruolo sociale degli architetti. “Abitare è scegliere il luogo, o i luoghi, dove si vivrà in base a un’affinità, a un desiderio, prima dal punto di vista geografico poi da quello sensoriale. È organizzare il proprio benessere, segnare lo spazio con la propria impronta, adattarlo, farne un’espressione di noi stessi e di chi vive con noi”.
Domus 1067 è in edicola, un numero dedicato all’abitare
Il magazine di aprile si focalizza sulla responsabilità di prenderci cura delle architetture abitative, con un focus sull’opera di Anne Lacaton e Jean Phillippe Vassal. Sfoglia la gallery per scoprire i contenuti della rivista.
Testo Jean Nouvel. Foto Georges Fessy
Testo Javier Arpa Fernández. Foto © Javier Arpa Fernández
Testo Gregory Ain. Foto Gregory Ain papers, Architecture and Design Collection. Art, Design & Architecture Museum; University of California, Santa Barbara
Testo Massimo Faiferri. Foto © Philippe Ruault
Testo Lacaton & Vassal Architectes. Foto © Philippe Ruault
Testo Lacaton & Vassal Architectes. Foto © Lacaton & Vassal
Testo Lacaton & Vassal Architectes. Foto © Philippe Ruault
Testo Lacaton & Vassal Architectes. Foto © Philippe Ruault
Testo Lacaton & Vassal Architectes. Foto © Lacaton & Vassal
Testo Lacaton & Vassal Architectes. Foto © Lacaton & Vassal
Testo Escobedo Soliz. Foto Ariadna Polo
Testo Grand Huit. Foto Fred Laurès
Testo Studio Bua. Foto Marino Thorlacius
Testo Stera Architectures. Foto Luc Boegly
Testo Samantha Barroero. Foto © Antoine d’Agata / Magnum Photos. Courtesy of Magnum Photos, Galerie des Filles du Calvaire, Paris
Testo Domitilla Dardi. Foto courtesy Polestar
Testo Juli Capella. Foto Anthony Browell, courtesy Architecture Foundation Australia
Testo Giulia Ricci. Illustrazione Raikhan Musrepova
Testo Alessandro Benetti. Foto Duccio Malagamba
Testo Ken Farris. Foto Hervé Lewandowski. © 2022. Musee d’Orsay. RMN-Grand Palais /Dist. Foto SCALA, Firenze
Testo Andrea Bajani. Illustrazione Raikhan Musrepova
Testo Walter Mariotti. Illustrazione Felix Petruška
Testo Walter Mariotti. Foto Jason O'Rear
Testo Norman Foster e Paola Deda. Foto Nigel Young
Testo Fred W. Clarke. Foto Jason O’Rear
Testo Andrew Bromberg. Foto Edmund Sumner
Testo Carlotta Conte
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- La redazione di Domus
- 05 aprile 2022
Segue nei Saggi il ricercatore spagnolo Javier Arpa Fernández che analizza l’esperienza di Paris Habitat, grazie al quale la presenza di più di 110.000 case nella capitale francese rappresenta una importante strategia per garantire coesione sociale su scala urbana. Mentre i prezzi degli alloggi aumentano, questo patrimonio immobiliare ospita una popolazione diversificata e ci incoraggia a credere che la vita in città non sia un privilegio di pochi. Segue uno scritto di Anthony Fontenot, che scrive dell’opera di Gregory Air, pioniere americano dell’edilizia sociale moderna.
La prima parte della sezione Architettura è dedicata all’opera di Anne Lacaton e Jean Phillippe Vassal, e si apre con uno scritto di Massimo Faiferri, per il quale “i progetti residenziali presentano una lezione di umiltà, serietà e intelligenza, lavorando per piccoli spostamenti”. Il primo progetto trattato risale al 1993: la Maison Latapie a Floirac, un progetto residenziale a basso costo risultato di una commissione dal budget ridotto per costruire un’abitazione per una coppia con due bambini. Seguono Cité manifeste e Neppert Gardens a Mulhouse, progetti che ruotano intorno alla qualità della vita degli abitanti. La Chesnaie a Saint-Nazaire è una doppia operazione di trasformazione e densificazione, rientrata nel quadro del rinnovamento urbano Ville-Ouest. Infine il progetto per il Grand Parc a Bordeaux, che prevede la trasformazione di tre case popolari già abitate.
Continua la sezione il progetto di rinnovamento in Città del Messico di Escobedo Soliz: l’ammodernamento di un’unità, in un complesso di edilizia sociale anni Quaranta, che risolve la mancanza di privacy e di spazi di servizio. Torniamo a Parigi con il progetto La Ferme du Rail, un servizio solidale di prossimità che produce integrazione attraverso l’agricoltura urbana collocato su una linea ferroviaria storica. Studio Bua trasforma un granaio di cemento abbandonato nelle campagne islandesi in un’abitazione-studio inondata di luce. Qui gli elementi naturali e la struttura preesistete sono materia del nuovo progetto. Infine, Stera Architectures unisce il recupero di un palazzo settecentesco e un ampliamento contemporaneo attraverso la progettazione di una residenza intergenerazionale e solidale per anziani e studenti.
Le pagine dedicate all’Arte sono incentrate sugli scatti fotografici dell’artista Antoine d’Agata, il quale grazie alla tecnologia termica ha creato un linguaggio visivo che gli ha consentito di cogliere la realtà sensoriale, politica ed esistenziale alla vigilia del lockdown. Per Design Domitilla Dardi racconta la nuova collezione di Konstantin Grcic. I nuovi prodotti del designer tedesco sono lontani per tipologia: uno sgabello, una scatola per gli attrezzi, un veicolo elettrico per il trasporto di merci, un modulo da costruzione per pareti. Tutti, però, danno l’unica risposta possibile alla crisi: sono oggetti concreti, strumenti funzionali, mezzi per ricostruire.
Chiude il numero una riflessione finale di Juli Capella, una lettera di risposta al manifesto “Spirito, dove sei?” Scritto da Jean Nouvel per il numero di Domus 1063. “Un bravo architetto si appoggia su due gambe: una è la teoria, l’altra la pratica” spiega l’architetto spagnolo.” Per camminare deve usarle entrambe, muovendole però nella stessa direzione e nello stesso momento, non separatamente. Se ne usa una soltanto, finirà per allontanarsi dalla suo cammino e si perderà, andando verso un precipizio o un pendio scosceso. Se invece userà bene entrambe, arriverà lontano senza problemi”.
Il Diario di questo mese, pagine dedicate all’attualità, è aperto dalla sezione Punti di vista, dove Gerald Böse, presidente e amministratore delegato di Koelnmesse, e Maria Porro, presidente del Salone del Mobile.Milano, dialogano sul futuro che spetta alle fiere dopo due anni condizionati dalla pandemia. Ken Farris per Opinioni scrive del paradosso del ponte di Henri Labrouste. Ideato per collegare l’Italia e la Francia, offre l’occasione per riflettere sul simbolo del ponte come monumento agli ideali della diplomazia transnazionale. Antonio Armano si focalizza sulla storia di storia di RadiciGroup, produttrice di tecnopolimeri e trasformatasi da azienda di famiglia agli attuali 3.000 dipendenti in tutto il mondo. Per la rubrica Casa d’altri, lo scrittore Andrea Bajani racconta un appartamento di Roma: tra le valigie pronte all’ingresso e il biberon del figlio appena nato in cucina, arrivano i versi di L’amore viene prima.
Walter Mariotti, Direttore Editoriale di Domus, chiude con un dialogo con Eric Breitung, direttore del Preventive Conservation Science Laboratory del dipartimento di Ricerca scientifica del Metropolitan Museum of Art.
In allegato a questo doppio numero, la quarta uscita di DomusAir, uno speciale dedicato interamente a trasporti e le connessioni dell’era post-covid. Il focus del numero è “Le connessioni sostenibili nelle e tra le città” e si suddivide in 5 sezioni: Hot Tips, temi, idee e persone in prima linea sul campo dei trasporti e dell’aviazione; Projects, i progetti in corso di stazioni, aeroporti e ponti nel mondo; Technology, ovvero l’innovazione digitale come motore del cambiamento, tra droni e treni alimentati ad idrogeno; Sustainability, sull’impatto globale delle interconnessioni; e infine Take Off, un saggio di Giulio De Carli sulla realizzazione delle infrastrutture del futuro.
Abitare significa organizzare il proprio benessere, segnare lo spazio con la propria impronta, adattarlo, farne un’espressione di noi stessi e di coloro che vivono con noi. È il primo dei diritti di ogni individuo.
La presenza di più di 110.000 case Paris Habitat solo a Parigi è la migliore strategia per garantire la coesione sociale su scala urbana. Così, mentre i prezzi degli alloggi aumentano, questo patrimonio ospita una popolazione diversificata e ci incoraggia a credere che la vita in città non sia un privilegio di pochi.
Anthony Fontenot racconta il pioniere americano dell’edilizia sociale, un approccio basato sull’iniziativa privata, ma guidato da un ethos sociale.
I progetti residenziali di Lacaton & Vassal Architectes presentano una lezione di umiltà, serietà e intelligenza, lavorando per piccoli spostamenti.
L’ammodernamento di un’unità, in un complesso di edilizia sociale anni Quaranta, risolve la mancanza di privacy e di spazi di servizio.
Collocato su una linea ferroviaria storica, il complesso offre un servizio solidale di prossimità che produce integrazione attraverso l’agricoltura urbana.
Lo studio londinese trasforma un granaio di cemento abbandonato nelle campagne islandesi in un’abitazione-studio inondata di luce. Gli elementi naturali e la struttura preesistete sono materia del nuovo progetto.
Unendo il recupero di un palazzo settecentesco e un ampliamento contemporaneo, la residenza intergenerazionale e solidale per anziani e studenti coniuga alloggi indipendenti e spazi per la condivisione.
Grazie alla tecnologia termica, l’artista francese ha creato un linguaggio visivo che gli ha consentito di cogliere la realtà sensoriale, politica ed esistenziale alla vigilia del lockdown.
I nuovi prodotti del designer tedesco sono lontani per tipologia: uno sgabello, una scatola per gli attrezzi, un veicolo elettrico per il trasporto di merci, un modulo da costruzione per pareti. Tutti, però, danno l’unica risposta possibile alla crisi: sono oggetti concreti, strumenti funzionali, mezzi per ricostruire.
L'architetto e designer spagnolo risponde con questa lettera al manifesto “Spirito, dove sei?” allegato a Domus 1063.
Dopo due anni condizionati dalla pandemia, sta tornando il desiderio di visitare in presenza le fiere del design. I responsabili delle fiere di Milano e Colonia fanno il punto: tra sfide e cambiamenti.
Dimensione estetica e tecnologico-sostenibile si saldano senza contraddizione nel progetto del nuovo Polo chirurgico e delle urgenze dell’ospedale milanese.
Disegnato dopo l’occupazione napoleonica dell’Italia ma in un clima politico ancora difficile, il monumentale progetto sul Moncenisio. Ideato per collegare l’Italia e la Francia, offre l’occasione per riflettere sul simbolo del ponte come monumento agli ideali della diplomazia transnazionale. Nei disegni dell’architetto francese, non c’è infatti traccia di un’incisione che dica ‘Italia’.
Due mesi tra i mobili altrui, ritratti degli avi alle pareti in salotto, grate alle finestre per scoraggiare l’ingresso dei ladri, e fuori il cielo di Roma. Tra le valigie pronte all’ingresso e il biberon del figlio appena nato in cucina, arrivano i versi di L’amore viene prima.
Il Direttore Editoriale Walter Mariotti incontra questo mese il Direttore del Preventive Conservation Science Laboratory del dipartimento di Ricerca scientifica del Metropolitan Museum of Art.
In seguito all’attacco russo, il Direttore Editoriale Walter Mariotti analizza la delicata politica dello spazio aereo ucraino, chiuso per la prima volta dopo la Seconda guerra mondiale.
Cogliere le opportunità offerte dalla diplomazia delle città alle Nazioni Unite e dagli architetti come ambasciatori della sostenibilità. Dialogo tra Norman Foster e Paola Deda.
Un parco sopraelevato che è in realtà una stazione di transito multimodale. Così, il Salesforce Transit Center ha trasformato un punto nevralgico della città in un’esperienza urbana.
Questo il ruolo del West Kowloon Terminus, una stazione dell’alta velocità che collegherà la città a Pechino, concepita come un parco di 6 ettari intessuto nel paesaggio urbano.
Parte da Glasgow una nuova piattaforma cloud-based per contribuire a finanziare, far crescere e mantenere gli alberi urbani, linea di difesa contro inondazioni e inquinamento.
Lacaton & Vassal Architectes
In alto: Cité manifeste, Mulhouse, Francia, 2005. Foto © Lacaton & Vassal Architectes
In basso: Residenze per anziani, Rixheim, Francia, 2021. Foto © Philippe Ruault