Parckdesign 2012

L'ultima edizione della biennale belga dedicata al paesaggio è incentrata sulla reinterpretazione dei vuoti urbani e sul loro valore, quali possibili risorse all'interno del tessuto densamente edificato delle città.

Ha appena chiuso i battenti Parckdesign 2012, manifestazione, alla sua seconda edizione, voluta dall'amministrazione della città di Bruxelles, dal Ministero per l'Ambiente, Energie e Rinnovamento Urbano, per la riqualificazione dei luoghi abbandonati della città, curato da un team di esperti tra cui i paesaggisti Marc Pouzol e Véronique Faucheur (Atelier Le Balto), Eric Troussicot, accompagnati dai referenti dell'illuminata amministrazione locale Joachim Declerck ed Elise Francoise (Architecture Workroom Brussels).

Riconfermandosi in tal modo all'avanguardia nel discorso di riqualificazione e sostenibilità all'interno dell'ambiente urbano, non è un caso che l'amministrazione della seconda sede del Parlamento Europeo abbia pensato di ingaggiare un team di paesaggisti esperti in giardini effimeri per la curatela di un evento che potesse incentivare il riuso dei luoghi délaissés (negletti) del proprio tessuto urbano, sperimentando così una peculiare via di riqualificazione a verde accompagnata da un programma scandito da eventi culturali che li ricollegasse l'uno all'altro, per indagare il complesso e multi strato tema degli spazi verdi della città ("the complex and multi strand topic of green spaces").

L'idea non è nuova, è direttamente riconducibile a quell'insieme di esperimenti sorti in ambito europeo, già dagli inizi degli anni '90: i festival de jardins, di cui 2 tra i più interessanti e consolidati a carattere urbano, Lousanne Jarden e Temporare Garten (curato per la città di Berlino dai paesaggisti Marc Pouzol e Daniel Sprenger) sono stati ideati nel 1997 proprio per promuovere e incoraggiare il pubblico interesse verso il tema dello sviluppo urbano degli spazi aperti, con l'ambizione di riscoprire nuove potenzialità e renderle visibili al pubblico.

"Parckdesign 2012. Garden", Bruxelles. Vista dell'intervento <em>Garden Bridges</em> del paesaggista Thilo Folkerts
"Parckdesign 2012. Garden", Bruxelles. Vista dell'intervento Garden Bridges del paesaggista Thilo Folkerts
"Parckdesign" va considerata come stretta parente dei gardens festival o festival de jardins, storicamente manifestazioni a cavallo tra arte, paesaggio e spazio pubblico, fenomeni a carattere effimero e temporaneo che nascono per soddisfare l'anelito per il verde presso l'immaginario collettivo sin dal XIX secolo, e derivano direttamente dalle mostre floreali che vantano lunga tradizione in Europa. La manifestazione belga rappresenta un esempio di quell'insieme di interventi che contribuiscono alla trasformazione fisica dello spazio urbano, permettendone una temporanea riappropriazione attraverso nuove azioni da parte dei suoi abitanti, che contribuiscono a creare luoghi di conoscenza e di relazione, categorie che rappresentano i caratteri fondamentali del progetto della città.
"Parckdesign 2012. Garden", Bruxelles. Vista dell'intervento <em>Garden Bridges</em> del paesaggista Thilo Folkerts
"Parckdesign 2012. Garden", Bruxelles. Vista dell'intervento Garden Bridges del paesaggista Thilo Folkerts
Proprio come nella tradizione dei garden festival più accreditati, l'evento è a cadenza biennale e i protagonisti sono paesaggisti, artisti, architetti e designer, tutti sensibili alle tematiche del progettare e ricreare spazio di interazione e relazione in ambito urbano, del gioco, dello "scoprire attraverso il celare", innescando, attraverso interventi minimi ed espedienti scenografici, quei processi di cambiamento della percezione che l'abitante ha dei contesti urbani nei quali vive, sensibilizzandolo al rispetto dei caratteri dei luoghi, contribuendo a risvegliare nel fruitore il senso di appartenenza ed affezione per quei contesti dimenticati con il passare del tempo e il susseguirsi degli eventi.

Mentre la passata edizione della manifestazione è stata dedicata alla ricerca e sviluppo di nuovi arredi urbani per i parchi esistenti della città, la presente si incentra sulla reinterpretazione del composito mosaico di vuoti urbani, territori industriali abbandonati (waste landes o friches), residuali e interstiziali, interrogandosi sul loro valore, intravvedendoli quali possibile risorse all'interno del tessuto densamente edificato e in continua crescita della città.

La scommessa è quella di riuscire a ridisegnare un "patchwork di componenti spaziali e temporali" anticipando possibili usi civici per i vuoti urbani, potenziali catalizzatori delle capacità perdute nel reinventare aree vivibili negli spazi metropolitani scelti come campo sperimentale delle pratiche operative alternative (azioni tra arte e paesaggio). L'area limbo campo di sperimentazione, disomogenea per forma, geografia e tessuto sociale, insiste lungo il limite sud-ovest delle tre aree urbane di Anderlecht, Molenbeek e Bruxelles.
I professionisti invitati a questa seconda edizione di Parckdesign trasformano luoghi abbandonati della città in punti cruciali e luoghi di interesse, destinati all'interazione e alla condivisione
"Parckdesign 2012. Garden", Bruxelles. Vista dell'intervento <em>Garden Bridges</em> del paesaggista Thilo Folkerts
"Parckdesign 2012. Garden", Bruxelles. Vista dell'intervento Garden Bridges del paesaggista Thilo Folkerts
L'intento dichiarato dei suoi organizzatori è quello di utilizzare la modalità progettuale nuova per la sperimentazione di un metodo alternativo attraverso un approccio peculiare del fare città, primo passo verso una riflessione che contempli un percorso differente intorno alla possibilità di azione nei luoghi abbandonati quali cellule minori dell'organismo urbano. La formula sarebbe: agire sulla riqualificazione delle cellule o unità minori per la riqualificazione finale dell'intero tessuto urbano. Nell'intervento Garden Bridges del paesaggista Thilo Folkerts (100Landschaftsarchitektur), esperto ideatore di giardini effimeri europei e d'Oltreoceano (già protagonista in "Jardin de Metis" nel 2010 con il "Jardin de la conaissance" e in "Temporare Garten" nel 1997), l'autore semplicemente introducendo una struttura/impalcatura realizzata attraverso assemblaggio di tubi innocenti e assi di legno di riciclo all'interno dello spazio interstiziale della scalinata Delacroix, rende nuovamente accessibile da entrambi i lati i luoghi intorno alla pesante costruzione in pietra che attraversa il Canal Charlesroi, realizzando un intervento che lascia intravedere una futura prospettiva per l'implementazione dell'uso del sito. Dotando l'area di semplici strumenti per l'accesso, la sosta e l'osservazione, l'impalcatura (messa su per i 4 mesi di programmazione dell'evento, per poi essere smantellata e riprendere il suo normale utilizzo negli ambiti propri dell'edilizia locale) collega la scalinata esistente con l'immediato intorno, dilatandone la fruizione, attivando questi luoghi, aprendo nuove vie di percezione, semplicemente innescando l'espediente della sorpresa e suscitando la conseguente curiosità del fruitore.
Ideato per innescare la riscoperta individuale degli spazi residuali, verso una loro possibile estetica e valore in termini di naturalità, l'intervento sottolinea l'aspetto della transizione (anche proprio in virtù della sua temporaneità) e migrazione, sia come caratteristica fondamentale nella sopravvivenza dell'elemento naturale, che nella vita urbana. Tramite l'incoraggiamento e l'innesto di nuove pratiche, attraverso cui nuovi processi di "intensificazione" prendono piede, i professionisti invitati a questa seconda edizione di Parckdesign, aprono le aree ai locali, anche semplicemente rendendole visibili e/o accessibili, innescando "deviazioni" all'interno degli usuali percorsi di percezione e di memoria che gli abitanti o fruitori abituali hanno dei luoghi abbandonati, trasformandoli così in punti cruciali e luoghi di interesse, dove gli stessi possano anche "solo semplicemente" interagire, comunicare e condividere.

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