Ne parlano con :
Davide Rampello, Presidente Triennale Milano.
Arturo Dell'Acqua Bellavitis, Presidente Fondazione Museo del Design della Triennale e Preside della facoltà di Design del Politecnico di Milano.
Anna Puccio, coordinatrice programma elettorale Officine Per la Città di Giuliano Pisapia.
Conclude :
Franco D'Alfonso, Assessore al Commercio, Attività Produttive, Turismo e Marketing territoriale del Comune di Milano.

AUTORI: fabbri – falegnami – cesellatori – tessitori – laccatori – decoratori – vasai- meccanici – stampatori- promotori – progettisti…
MATERIALI: metalli – legni – vernici – gomma – oro – stoffe – carta – pietra – terra – fibre- titanio – cose riciclate…
OGGETTI: arredi – casalinghi- vasi – ricami – scarpe – tappeti – soprammobili – lampade- giocattoli – usato…
LAVORAZIONI: utensili – controllo numerico – laser-rotazionale – tornio – trafila- meccatronica – plotter 3D – pantografo – soffiatura – intaglio – robot…
La presenza delle cose auto prodotte costituisce il microsistema più vicino alla nostra vita, infinitamente più vicino che quello dei prodotti industriali. Si tratta infatti di una presenza romantica, dove prevale il gradiente antropologico, perché assicurato dalla individualità dell'autore, dalla manualità e dal piccolo numero. Sempre le cose auto prodotte esprimono elementi di artisticità, perché è implicita nella presenza di queste cose l'intenzione di generare immagine. Queste attività sparse, disperse e disorganizzate nel territorio di Milano, richiedono di fare sistema: non solo per divenire visibili, fertili e utili alla società, ma per compiere quell'atto moltiplicatorio che le renda protagoniste di un nuovo fascino nel pensare al futuro del design di Milano. Considerata nel suo assieme, questa mappa di mille autori ed oggetti pulsanti, fatta di laboratori alla ricerca di organizzazioni comuni e di dialettica culturale e operativa, è un patrimonio inestimabile. Costituisce l'insieme spaziale, l'animazione performatica, la nebulosa produttiva di un mondo parallelo e non ortodosso. Contiene tutti i semi legati ai desideri di un cambiamento epocale dell'utopia urbana, di uno slittamento del punto canonico di osservazione. Ora a Milano questi autori da soli sono frantumati e sono centrifugati. Invece se visti assieme formano una prospettiva ricca di fascino, un organismo pulsante. Lo scenario teorico, tecnico, innovativo, post-industriale e neo-artigianale formato dall'ipotesi di questa rete, presenta indubbie possibilità di trasformazione dei modi e dei metodi per ripensare agli oggetti e ai mercati in modo sostanziale. Alessandro Mendini, Camillo Agnoletto, Laura Agnoletto, Cesare Castelli
