La mostra è pensata come ideale prosecuzione e completamento dell'analisi iniziata con l'esposizione "Terre Nuove", aperta lo scorso 25 giugno: lì era affrontata nella sezione storica, attraverso le immagini fotografiche del Fondo archivistico del Museo della Bonifica di San Donà di Piave, la costruzione di una terra e di uno spazio nuovo nella prima metà del secolo scorso. Il paesaggio che vi corrispondeva, chiamato dai curatori "Paesaggio di Bonifica", era percepito come un insieme unitario, gerarchicamente e spazialmente ordinato. Il paesaggio agrario occupava l'intero orizzonte visivo, con piccoli centri urbani perfettamente inseriti nella sua trama, e si spingeva a sud verso il mare, dal quale era separato da un insieme di pinete artificiali e da una lunghissima striscia di spiagge sabbiose, vuote di presenza umana.
Dagli anni '60 sino a oggi quello spazio unitario, quell'unico paesaggio, si è frantumato e ridisegnato in più paesaggi, dominati da logiche proprie e tra loro spesso concorrenti in termini di espansione spaziale. A nord e, in modo reticolare, quasi a isole, al centro dello storico spazio della bonifica, vi è un paesaggio urbano generato dallo sviluppo industriale e commerciale della seconda metà del secolo scorso; a sud si è sviluppata, quasi senza soluzione di continuità, la città balneare del litorale adriatico, che corre ininterrottamente dal Friuli sino all'Emilia Romagna con il suo paesaggio turistico. Tra i due paesaggi è stretto – e da entrambi continuamente scosso e ridisegnato – il paesaggio agrario: ridotto nella sua estensione spaziale, frammentato nella sua percezione continua e unitaria da una serie di infrastrutture e insediamenti urbani sorti al suo interno, "contaminato" nelle sue architetture visuali da inserimenti edilizi e infrastrutturali di varia ed eterogenea natura; reso quasi disabitato per il cambiamento di metodi di conduzione delle campagne, che hanno comportato l'espulsione di migliaia di contadini dai campi; e infine reso povero di biodiversità per l'affermarsi delle grandi monocolture estensive.
Con quali "parole" penetrare in questa realtà complessa, in questo insieme frammentato di luoghi, di paesaggi? I quattro artisti, coscienti che la fotografia è uno strumento narrativo che, per sua stessa natura, non può mai affrontare la totalità ma può costruire discorsi sulla base di frammenti, hanno sciolto il problema non cercando l'insieme del nuovo paesaggio, ma prendendone in considerazione singoli aspetti, con l'intenzione di dare risposte ad alcuni degli interrogativi di senso espressi da questi luoghi.
8 ottobre – 28 novembre 2011
Museo del Paesaggio, Torre di Mosto, località Sant'Anna di Boccafossa (Ve)
La mostra è organizzata dall'Amministrazione Comunale di Torre di Mosto, con il Patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Venezia, della Federazione Provinciale della Coldiretti di Venezia, ed è realizzata grazie al sostegno della Fondazione di Venezia e della Fondazione Comunitaria "Terra d'acqua".
Accanto alla mostra, rimane aperta nello spazio Laboratorio del Museo la sezione storica dell'esposizione precedente "Terre Nuove" e quella dei fotografi selezionati nel concorso 2011 "Luoghi del Veneto Orientale".