Dopo qualche minuto di silenzio e osservazione, arriva infine il suo giudizio. Insindacabile, definitivo e incredibilmente vero.
Francesca Esposito: E la sua collezione di animali disegnata per Danese quasi 60 anni fa è stata davvero un gioco per bambini?
Enzo Mari: Quando ho realizzato i 16 animali e i 16 pesci ero giovane, avevo circa 25 anni. Li ho realizzati nel momento in cui mi sono trovato, un po’ per inesperienza e un po’ per ignoranza, a essere padre di due bambini. Gli animali erano un gioco per i bambini, all’inizio una bozza in legno per i miei figli realizzata a mano. Devo conservare ancora da qualche parte l’elefante che stava in bella vista nel mio studio.
Il progetto inizialmente fu prodotto da Bruno Danese nel 1957, poi fu ceduto ad Alessi con l’idea di farne una collezione in plastica e infine, dopo che Carlotta De Bevilacqua ne rilevò il marchio, continuò a essere prodotto da Danese.
Francesca Esposito: Perché ha pensato a questo progetto?
Enzo Mari: La mia era solo un’idea da bambino, forse un bambino un po’ vecchio. Come ho raccontato in 25 modi di piantare un chiodo, mi è venuta la folle idea di realizzare un puzzle con 16 animali, tutti diversi e riconoscibili a prima vista – elefante, ippopotamo, serpente, orso, giraffa, rinoceronte. Un progetto lungo e complicato nato a partire da una lastra di legno intera, da cui separare le sagome degli animali e disporle in modi divertenti e inaspettati, trasformandole in attori di una commedia dell’arte, dove il regista è il bambino. Oggi, invece, il bambino viene visto come una proiezione di gioco dell’adulto, che ha un ricordo ambiguo e che, quasi nel 100% dei casi, è sbagliato.
Francesca Esposito: Signor Mari, lei poi smise di progettare per bambini e decise di produrre oggetti in grado di educare gli adulti, e di conseguenza anche i genitori. Come è cambiato oggi l’essere madre e l’essere padre?
Enzo Mari: Mi rendo conto che è molto difficile essere genitori oggi, perché si vive in un mondo esterno incredibile. Io, che sono di natura ottimista, consiglierei di non condizionare i propri figli con delle regole, di non insegnare loro nulla perché l’intelligenza di un bambino è di gran lunga superiore a quella di un adulto. A un bambino di due anni, e l’ho già detto tante volte, bisognerebbe dare il premio Nobel. Ora, le dico la verità, provo orrore per il mondo che vedo dalla finestra e dalla TV. Il mondo per me oggi non corrisponde alla mia esperienza di 70 anni di vita. Voi siete giovani, ma ricordatevi che gli 80 anni arrivano presto. Il futuro non può essere scritto, del futuro non sappiamo nulla.
Woodyzoody
Designer: Federico Angi, Giorgio Biscaro, Francesco Faccin, Odo Fioravanti, Giulio Iacchetti, Elia Mangia, Giacomo Moor, Lanzavecchia&Wai, Lorenz+Kaz, Lorenzo Palmeri, Matteo Ragni, Paolo Ulian
Fondatore e curatore: Roberta Brambilla
Cofondatore: Aurelie Callegari