Casa Figini al Villaggio dei Giornalisti

La casa, che l’architetto disegna e realizza per abitare dopo il matrimonio con Teresa Bottinelli, riassume programmaticamente tutti i principi dell’architettura moderna dettati da Le Corbusier.

La casa, che l’architetto disegna e realizza per abitare dopo il matrimonio con Teresa Bottinelli, riassume programmaticamente tutti i principi dell’architettura moderna dettati da Le Corbusier. 

Isolata nel giardino, è sollevata da questo per mezzo di pilotis e raggiungibile da una stretta rampa di scale. La struttura portante è uno scheletro in cemento armato che consente una libera distribuzione degli ambienti. 

L’abitazione si sviluppa al primo e secondo livello, con soggiorno, pranzo, camera da letto, cucina e servizi, arricchita da un terrazzo-patio al primo piano e giardini pensili sulla copertura, solarium e palestra all’aperto, con una piccola piscina. 

Le facciate, con lunghi serramenti scorrevoli, erano rivestite in intonaco tinteggiato con ‘Vetralite’, bianca per l’esterno e verde sui terrazzi.

Pubblicato in origine su Domus 99 / marzo 1936 L’abitazione di un architetto
Riportiamo qui alcune ‘dichiarazioni’ dell’architetto Figini stesso, che riuniscono in sintesi i concetti informatori della sua costruzione e che ne illustrano il significato meglio di qualunque commento.

“Realizzare nella città l’anticittà. Un breve compendio del creato nell’abitazione dell’uomo. Composizione elementare degli oggetti che ricorrono nei sogni dei nostri desideri.
Nuove forme collettive di vita e di azione sono tra i ‘segni’ della nostra epoca, ma ugualmente l’uomo porta ancora, deve ancora portare, tra le quattro mura della casa, un desiderio mai cancellato di intimità, un senso di individualità insopprimibile. Anticaserma. Nella casa di ieri ‘l’uomo ha dimenticato le leggi immutabili della natura, e il monito della luce e dell'ombra che regola il corso delle cose. Ha dimenticato anche Dio’.
Fare solitudine attorno al sole, al verde, all’azzurro. Introdurli ‘isolati’ nell’abitazione dell’uomo. La città imprigiona, in amalgame caotiche, in inversioni innaturali di valori, le opere e gli artifici dell’uomo e gli elementi del creato: 70% di muri e di case, 10% di polvere, 5% di ‘affiches’, 5% di cielo, 5% di verde, 5% di sole. Eliminare, purificare, isolare, ridurre a percentuali umane, ad altre scale di proporzioni ‘i termini’ della città. ‘Diagrammare’ – attraverso quadrati e rettangoli panoramici – il sole, il cielo, il vento (e il paesaggio se c’è: urbano o suburbano, mediocre o frammentario) col variare del tempo, dell’ora, e della stagione.
Sconfinare dall’interno verso l’esterno, continuare negli esterni gli ambienti interni, collegandoli, sommandoli, confondendoli. Una casa – un parallelepipedo. Le quattro pareti e il soffitto formati da un reticolo di elementi unitari di cristallo. Altre quattro pareti e un soffitto formati da un reticolo di elementi unitari di imposte, si sovrappongono al parallelepipedo di cristallo, inscatolandolo. Ad ogni elemento vetrato corrisponde, per sovrapposizione, un elemento di imposta.
Significato della casa qui presentata: nient’altro che un ‘pro memoria’ (forse incompleto) del minimum di necessità materiali e spirituali che l’uomo d’oggi deve, o dovrebbe, trovare appagati in uno qualunque degli n appartamenti standard, tra i nostri grandi casamenti a 10-15 piani della grande città ex-tentacolare. Realizzare nella città l’anticittà ottenere nella casa a 10, a 20, o forse a 50 piani, quanto si può ottenere in una casa isolata ‘pro memoria’ senza ridurre sensibilmente le percentuali di verde, di sole, di cielo. Assurdo? Matematicamente, spazialmente senza possibilità di soluzione? Forse. Ma forse anche no”.

Altre architetture significative di Luigi Figini e Gino Pollini: Edifico a ville sovrapposte, 1933-1944, Via dell’Annunciata 23/1
Cappella Manusardi, 1940-1941, Cimitero Monumentale, reparto 9 spazio 315
Casa d’abitazione in via Circo, 1956, Via Circo 1, angolo Via Medici
Edificio per abitazioni e albergo (con C. Blasi), 1961-1963, Largo Augusto, angolo Corso di Porta Vittoria; Via Francesco Sforza 2/4
Edificio in via Mazzini, 1963-1967, Via Mazzini 12, angolo Via Falcone 3
Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, 1964, Via Privata Catone 10