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Scuola femminile a Kenema

Orkidstudio ha completato a Kenema, Sierra Leone, una scuola per 120 ragazze. Un progetto realizzato con la comunità che rappresenta molto di più dei materiali con cui è costruito.

Due anni fa, nel febbraio 2014, Orkidstudio ha gettato le fondamenta della nuova scuola femminile di Kenema, nella regione orientale del paese in Sierra Leone, impiegando fino a settanta uomini e donne della comunità locale ogni giorno.

La Fondazione Swawou ha voluto fornire ampie nuove strutture scolastiche per un massimo di 120 giovani ragazze della zona. Il primo istituto aperto nel 2009 da Ahmed Jaward e Kirsty Wood, era l’unica scuola della zona che non permette punizioni corporali, e sta producendo giovani ragazze fiduciose e intelligenti, senza pari altrove.

L’edificio è stato votato come la ‘migliore scuola in Sierra Leone’ su una stazione radio nazionale prima ancora di avere un tetto.

Eppure, ad appena quattro settimane dal suo compimento, e quando mancavano ancora le coperture finali del tetto, il cantiere si è fermato e il sito chiuso non appena il primo caso confermato del virus Ebola ha colpito la regione. Allora circolavano voci di stregoneria, maledizioni e regia politica. Questo periodo è stato caratterizzato da un misto di paura e confusione, nessuno sapeva come proteggere se stesso per non parlare di capire cosa stesse succedendo.

L’ultimo orrore della Sierra Leone, la guerra civile scoppiata nel 1991 e durata circa undici anni, era ancora un ricordo recente di molti dei suoi abitanti e nonostante la corruzione politica e la criminalità, il paese era in pace e cercava di migliorare. Già una delle nazioni più povere del mondo, la Sierra Leone è ora di fronte a ulteriori sofferenze sociali ed economiche come risultato diretto di Ebola.

Il numero di morti registrati ha superato le 11.000 unità in tutta l’Africa occidentale prima che la regione venisse dichiarata libera da Ebola. Quale ruolo può giocare l’architettura a seguito di una crisi? Gli architetti hanno spesso trovato un chiaro motivo per intervenire di fronte a disastri naturali o causati dall’uomo, aiutando a ricostruire le città distrutte od offrendo soluzioni alle popolazioni sfollate e senza riparo. Tuttavia, quando il disastro è senza forma, una minaccia invisibile di proporzioni devastanti, c'è qualche ruolo in tutto ciò che l’architettura può giocare?

L’epidemia di Ebola non ha abbattuto edifici o creato senza tetto, ma il grado di disfacimento sociale ed economico che ha lasciato nella sua scia è vasto. Nel gennaio 2016 il cantiere della scuola, che era in pessime condizioni e ricoperto di vegetazione, è stato riaperto. Dopo aver superato molte nuove sfide e difficoltà, l’edificio che era rimasto trascurato e abbandonato per due anni si erge fiero e scintillante sotto il sole dell’Africa occidentale.

È lunga la strada per rimettere in piedi questo meraviglioso paese e ancora più difficile trasformare la sua immagine globale, tuttavia, in questo caso un nuovo edificio ha aperto le porte ad una coorte di giovani studentesse, offrendo nuovi posti di lavoro per la comunità locale, e potrebbe rappresentare molto più dei materiali con cui è costruito.