Barceló-Balanzó Arquitectes: CEIP Sant Roc

Una scuola non è solo un’architettura collettiva, ma anche uno strumento con il quale misurare la volontà dell’amministrazione pubblica, come dimostra l’intervento di Barceló e Balanzó a Olot.

Barceló-Balanzó
Negli ultimi anni mi sono occupata spesso di architettura scolastica, forse per compensare metaforicamente la condizione obsoleta e permanente della scuola elementare che i miei figli hanno frequentato per cinque anni: quando piove, ancora oggi, l’acqua cade sui tavoli della mensa, mentre aule e corridoi si riempiono di catini. 
Siamo certamente in un periodo di spending review: termine che in Italia, in particolare per l’istruzione, è stato tradotto in risorse pari a poco più dello zero. La stessa condizione non vale però per i nostri vicini spagnoli, che, pur condividendo le nostre criticità economiche, hanno completato negli ultimi anni numerosi edifici educativi che superano, in qualità e numero, quelli italiani. Se i soldi sono pochi in entrambi i Paesi, perché in Italia non si costruiscono architetture scolastiche con la medesima cura formale? Perché non si cerca di andare oltre il semplice tetto sopra la testa (nel caso dei miei figli anche bucato), sotto il quale insegnare, studiare e vivere insieme? Questa comunque è un’altra questione, tutta da approfondire.
Barceló-Balanzó
L’ingresso al centro per l’educazione primaria Sant Roc di Olot. Sulla destra, il volume con la scuola elementare
Nati rispettivamente a Barcellona e a Palma di Maiorca nel 1971, Bàrbara Balanzó e Antoni Barceló dimostrano invece che in Spagna si possono percorrere altre strade. Si sono incontrati a Barcellona, dove hanno studiato all’Escuela Técnica Superior, laureandosi nel 1997 e nel 1996. Partner dal 1997, hanno aperto uno studio a Barcellona e uno a Palma di Maiorca.
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In alto, il prospetto nord-est su strada; in basso, la facciata sud-ovest verso il cortile
Balanzó e Barceló si occupano spesso di edilizia pubblica, a cui accedono attraverso concorsi di progettazione: hanno realizzato un centro culturale a Cala Ratjada, nell’isola di Maiorca, diversi complessi di abitazioni sociali, specializzandosi negli ultimi anni in progetti di strutture educative – da scuole per l’infanzia ed elementari fino a quelle di formazione universitaria e a residenze studentesche.
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Il fronte nord-ovest della scuola elementare
A Olot, cittadina di circa 33.000 abitanti a nord di Barcellona, dove Balanzó e Barceló hanno completato un centro per l’educazione primaria, non si è trattato semplicemente di costruire una struttura pubblica, ma d’intervenire in un’area particolare, al confine tra il tessuto urbano della periferia e una riserva protetta – il parco naturale della zona vulcanica della Garrotxa, inciso da brulle e irte vallate di terra scura che si alternano a fitti boschi. In un sito che appartiene, da una parte, al mondo della natura e, dall’altra, a quello degli uomini, gli architetti hanno creato un’architettura in equilibrio tra le due entità.
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La soletta dell’atrio d’ingresso è bucata da grandi aperture circolari. A destra, s’intravede la palestra
L’edificio, che ospita sia un asilo sia una scuola elementare, è una piastra che si oppone compatta alla banalità del quartiere periferico con un prospetto continuo: quasi fosse uno di quegli antichi monasteri che segnano il territorio con la loro geometria di chiostri. E del convento il progetto prende in prestito l’alternanza di pieni e vuoti, con patii a cielo aperto che consentono d’illuminare le classi o che sfociano all’aperto verso il grande cortile della ricreazione.
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I portoni d’accesso alla palestra. Le pareti delle parti comuni sono rivestite con un mattone di colore marrone scuro
Il carattere naturale del parco lo si ritrova invece nella materia che, in contrapposizione al cemento armato, dà vita all’edificio: un mattone colorato in pasta con il tono marrone bruciato della terra vulcanica del parco adiacente. Questo modulo d’argilla è compatto quando serve – come, per esempio, nella tessitura che riveste i muri esterni e le pareti delle aree comuni – e bucato, quando, lungo il perimetro esterno, luce e aria devono penetrare all’interno dell’edificio.
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L’ingresso visto dal corridoio che conduce alla scuola materna
Ai due materiali principali, il mattone e il cemento armato, si aggiunge un terzo elemento dotato di un carattere più ludico: il blocco della scuola elementare è schermato longitudinalmente da una sequenza serrata di lamelle colorate, con cromie che vanno dal marrone al verde chiaro e scuro, e dal grigio al giallo. Ai bambini sembreranno tante matite messe in piedi, con cui dipingere in autunno gli alberi del parco che sta loro davanti.
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Il progetto gioca sull’accostamento cromatico tra fasce di cemento armato e tessiture di mattoni, pieni e forati


CEIP Sant Roc, Olot
Progetto:
Bàrbara Balanzó e Antoni Barceló, Barceló-Balanzó Arquitectes
Design team: Francesc Trillo, Julieta Esteban, Hélia Pires,
Marc Ros
Committente: GISA, Gestió d’Infraestructures
Consulente per gli esecutivi: Rossell-Giner, FAHE Consulting
Strutture: CRACK Ingeniería Catalana
Impianti: Taller d’Enginyeria Ambiental
Impresa edile: Construcciones RUBAU
Superficie costruita: 3.717 mq 

 

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