Le multi-realtà di Hoon Moon

Secondo l'architecte provocateur coreano, disegnare è un atto di "terrorismo creativo" che va eseguito con la dedizione e la disciplina di una pratica buddista. Le opere che ne risultano possiedono per lui la medesima dignità della costruzione, ma consentono di non compromettersi con l'ossessione del successo.

Molti sono i mondi possibili
Esiste una filastrocca coreana che suona, più o meno, così: "Il culo della scimmia è rosso, rossa è la mela, la mela è saporita, saporita è la banana, la banana è lunga, lungo è il treno, il treno è veloce, veloce è l'aeroplano, l'aeroplano è alto, alta è la montagna". L'ordine delle cose non è come appare a prima vista. Come le asserzioni di Benjamin e i progetti surrealisti, i manufatti dell'architetto Hoon Moon mettono in discussione le categorie e l'ordine del mondo quali uniche e possibili realtà. È questa l'aspirazione dei suoi disegni e, in parte, dei suoi progetti. Il disegno rappresenta per lui la manifestazione di un "terrorismo creativo" rivolto contro il mondo monolitico e neutrale imposto dalle istituzioni.
Moon sfida i luoghi comuni circa il ruolo dell'architetto e dell'architettura: non solo concettualmente, ma anche fisicamente. Preferisce indossare, dalla testa ai piedi, abiti di color rosso fuoco formula uno, piuttosto che vestire di nero come la stragrande maggioranza dei suoi colleghi cloni di Starck. Figlio di un geologo, è cresciuto nei pressi di una miniera a Jeongseon nella regione orientale della penisola coreana, vicino a Pyeongchang, e successivamente in Tasmania; grazie al padre scienziato ha compiuto un complesso percorso formativo. Rievoca in continuazione la sublime e impressionante esperienza di osservare il carbone estratto cadere dal nastro trasportatore in uno spazio enorme dal profumo di muschio e nel quale la luce del sole filtrava tra tegole d'ardesia.

Da un punto di vista gastronomico, come nella ricetta di un minestrone italiano o di un bibimbap coreano, dal 1986 al 2010 ha tratteggiato nel suo album di schizzi numerosi riferimenti come fossero gli ingredienti di un "pranzo architettonico: i piatti principali della mia dieta, incluse bevande psichedeliche". A questo proposito, con una grafia volutamente scorretta e giochi di parole, ha messo insieme un elenco di ingredienti culinari davvero inconsueto: salsa di architetti visionari, na Jean Nouvel, dear oma, ter Lebbeus Woods, salsa Meier, Piano + spezia Rodgers, shi Ando Tadao, salsa Le Corbu, spezia moda contemporanea, Barragan, hanok, big... Moon non cede al fardello dei riferimenti, e il suo deliberato richiamo a questi architetti è soggettivamente selettivo e specificamente rivolto a progetti come i grattacieli fallici o l'aperta cctv. Come nella precedente filastrocca, SpongeBob diventa altrettanto importante di Le Corbusier, o di Louis Kahn, e gli organi genitali sono legati alla forma architettonica più di quanto possiamo pensare.

In alto: lo scenario onirico di
<i>Illustrated Diary “Ring Ring”</i>, dove
molteplici figure iconiche
convivono libere da costrizioni
funzionali e fisiche. Sopra: la casa
Lollipop (2012). Invece
di ricadere in tipologie
consolidate, Moon si è
confrontato con il committente
alla ricerca di un’architettura
con implicazioni pop ed
erotiche. Foto Namgoong Sun
In alto: lo scenario onirico di Illustrated Diary “Ring Ring”, dove molteplici figure iconiche convivono libere da costrizioni funzionali e fisiche. Sopra: la casa Lollipop (2012). Invece di ricadere in tipologie consolidate, Moon si è confrontato con il committente alla ricerca di un’architettura con implicazioni pop ed erotiche. Foto Namgoong Sun
Una delle prime realizzazioni dell'idea di tramutare l'architettura in una continua opera di seduzione del cliente, o in un'orgia collettiva che coinvolga tutto il mondo dell'architettura, risale alla sua tesi di laurea del 1993 al mit (ha studiato anche a Seul) intitolata "Oltre gli opposti". In quell'occasione, propose di aggiungere una struttura parassitaria al preesistente ponte Dongho sul fiume Han, a Seul. Era l'epoca in cui Moon era profondamente immerso nell'induismo e nella filosofia indiana e, al contempo, ammirava Tadao Ando e Lebbeus Woods. Era affascinato dal paesaggio di Varanasi, nel quale coesistono sacro e profano, vita e morte, cremazione e abluzioni. Lo stato di commistione, inoltre, rimandava a un aforisma del poeta coreano Jiha Kim, Ddong Bada ("Un oceano di escrementi"), che esalta le feci come una sincera manifestazione del ciclo della vita umana: dal cibo alla merda, al suolo, poi di nuovo dal cibo alla merda, in un eterno corso e ricorso. La sua tesi era dedicata a funzioni ibride e multiple: dal crematorio, alla pensioncina equivoca, al ponte dei suicidi, al night club e, ultimo elemento non meno importante, presentava un'antenna in modo da favorire un possibile contatto teosofico con esseri sconosciuti. Proponeva, inoltre, un'idea temporale di sincronicità in cui coesistessero dimensioni diverse di multi-realtà, simbolismo arcaico e di un futuro plausibile.
<i>Seoul Prizone</i> (2009). <i>Prizone</i>
è un neologismo inventato da
Moon che sintetizza le parole
<i>Prison</i> (prigione) e Free zone
(zona libera). Una struttura a
guscio—uno dei suoi preferiti
leitmotiv formali—si erge
accanto a un ponte di colore
rosso. Si rivela così il desiderio
inconscio di una maggiore
libertà in una realtà che, invece,
racchiude gli esseri umani in un
carcere urbano aperto
Seoul Prizone (2009). Prizone è un neologismo inventato da Moon che sintetizza le parole Prison (prigione) e Free zone (zona libera). Una struttura a guscio—uno dei suoi preferiti leitmotiv formali—si erge accanto a un ponte di colore rosso. Si rivela così il desiderio inconscio di una maggiore libertà in una realtà che, invece, racchiude gli esseri umani in un carcere urbano aperto
Un improvviso ostacolo sulla strada di Moon fu il professore Charles Correa, il quale disprezzò apertamente molti dei suoi progetti accademici e lo invitò a rinunciare alla sua carriera. Riuscì a fatica a laurearsi e incontrò grandi difficoltà nel trovare lavoro, dal momento che nessuno era disposto a scrivere per lui una lettera di raccomandazione. Imparò, tuttavia, la lezione che gli tornò utile nelle sue successive avventure: tutto è interconnesso in modo essenziale, come dice in uno dei suoi appunti: "Visione confusa, esperienza mistica, sciamanesimo, arte surrealista, architettura hindu, buddismo esoterico, frattale, Mandala tantrico, droghe psichedeliche, LSD, architettura islamica, geometria, icona, simbolo, misticismo, animismo, occulto, genius loci, religione, allucinazione, esistenzialismo totemico, subconscio, testo, emancipazione".
I suoi disegni sono un medium con cui riconoscere e suggerire a se stesso che, tramite frammenti di pensieri che compongono altre realtà momentaneamente diverse, può essere realizzato un mondo possibile. Come un'area cuscinetto, essi consentono al singolo di rifiutarsi di compromettersi con l'ossessione del successo, della ricchezza e della fama. Pensiamo all'antico dipinto orientale Murungdowon (letteralmente "Onirico divertimento in un campo di peschi"): in questo caso il disegno non è un utopico arretramento, ma un contenimento delle aspirazioni che presenta molteplici punti tangenziali con la realtà. Dunque, rappresenta un medium di meditazione e mediazione caratterizzato da un istinto naturale, una riconciliazione e una posticipazione del piacere.
Hoon Moon preferisce indossare, dalla testa ai piedi, abiti di color rosso fuoco formula uno, piuttosto che vestire di nero come la stragrande maggioranza dei suoi colleghi cloni di Starck
Rock It Suda (2007). È la
versione coreana di una
pensione per il finesettimana
in una zona montana. Si
compone di sei moduli,
ognuno ispirato a temi
che derivano dalla cultura
popolare: i padiglioni gialli e
rosa alla Barbie, quelli bianchi
e blu alla Spagna, quello nero
al velivolo Stealth e quello
rosso alla Ferrari. Foto Kim Yong Kwan
Rock It Suda (2007). È la versione coreana di una pensione per il finesettimana in una zona montana. Si compone di sei moduli, ognuno ispirato a temi che derivano dalla cultura popolare: i padiglioni gialli e rosa alla Barbie, quelli bianchi e blu alla Spagna, quello nero al velivolo Stealth e quello rosso alla Ferrari. Foto Kim Yong Kwan
Moon assegna al disegno la stessa dignità della costruzione, dal momento che, per quanto rappresentino gradi diversi di espressione, si tratta della manifestazione di un identico desiderio. Egli gli dedica molto tempo, soprattutto nei weekend, riempiendo doppie pagine in a4 nel corso di esercitazioni di otto ore che richiedono la stessa disciplina dello yoga e che lui chiama tricotage. Questi disegni—praticati su una superficie sottile e delicata con una tecnica tradizionale di rappresentazione prospettica che tende a massimizzare l'effetto visivo della prospettiva con un uso selettivo dei colori, enfatizzando così gli elementi figurativi e i volumi— sembrano eseguiti a punta di spillo.

Un genere intimo di pittura praticato da Moon è la Chunhwa ("La pittura di primavera"), antica arte erotica orientale, con rappresentazioni proibite di coppie impegnate in atti sessuali, di frequente con presenze voyeuristiche. Moon ritiene futile distinguere tra natura e artificio, tra corpo e macchina: quello che conta è come trasformare un corpo in una macchina e trasporre un organismo in un meccanismo. Per lui, qualunque oggetto con un vuoto è da penetrare, come una macchina o una maison, non a caso entrambi femminili. Nel campo dell'architettura, esiste una tipologia di edificio che nella pittura tradizionale coreana appare di frequente nel paesaggio, la jeongja. Questo termine, la cui pronuncia in coreano è lo stesso della parola 'spermatozoo', e che di frequente Moon enfatizza, è un tipico padiglione vuoto senza una specifica funzione e dove dunque può accadere di tutto e tutto può essere fatto. Come una capanna primitiva, la jeongja è, al tempo stesso, uno spazio metafisico e un oggetto funzionale
<i>Illustrated Diary</i>
“Architectural Transformer”
(2010). <i>Transformer</i> è un
mostro, il cui corpo combina
i 51 progetti (di cui solo 20
realizzati) sui quali l’architetto
coreano ha lavorato negli anni
Illustrated Diary “Architectural Transformer” (2010). Transformer è un mostro, il cui corpo combina i 51 progetti (di cui solo 20 realizzati) sui quali l’architetto coreano ha lavorato negli anni
In una serie di progetti architettonici— dall'ampliamento di un liceo di Hyundai del 2003 ai più recenti interventi residenziali Lollipop e Panorama—l'attenzione è posta nel sovvertire l'evidente tipologia in qualcosa di intrigantemente percettivo a livello iconico. L'intima trasparenza di abiti e reti è applicata rispettivamente agli edifici residenziali S_Mahal e Mookdong. Il Museo Sangsang, un singolo edificio concepito come un agglomerato di varie parti, ha ricevuto nel 2004 un premio dall'Istituto coreano di architettura. Uno dei suoi progetti più interessanti è probabilmente Rock It Suda che, tradotto letteralmente, significa "Let there be rock", famosa canzone del 1977 del gruppo heavy metal australiano AC/DC. Il suo proprietario era uno dei membri di un'omonima rock band di dilettanti che voleva farne una sala prove e, al tempo stesso, un luogo di ospitalità per compagni con interessi simili. Questa tipologia ha un nome in Corea simile a quello di 'pensioncina', ma con un significato lievemente diverso. Si tratta, infatti, di un'abitazione in affitto durante il finesettimana per residenti urbani che fuggono dalla soffocante atmosfera che si respira negli appartamenti e negli uffici coreani. Su questo fenomeno Moon ha scritto: "Mentre un appartamento o una casa è di frequente il risultato degli interessi conflittuali di costruttori e inquilini, questo alloggio, destinato a una residenza breve, è una teatrale esagerazione".
<i>Tower of Wind </i>(2010).
Secondo Moon, è una “action
architecture” che utilizza
il vento sia come sorgente
energetica sia come effetto
sonoro. La sua inconsueta
forma rappresenta l’unione
degli organi sessuali maschili
e femminili in un’unica
struttura
Tower of Wind (2010). Secondo Moon, è una “action architecture” che utilizza il vento sia come sorgente energetica sia come effetto sonoro. La sua inconsueta forma rappresenta l’unione degli organi sessuali maschili e femminili in un’unica struttura
In Rock It Suda è possibile scegliere ambienti distinti e autonomi, che traggono ispirazione da elementi diversi, dalla Ferrari alla Barbie, ognuno con un proprio spazio caleidoscopico. Trovarsi in una di queste pensioncine è come essere in un archiplay, l'atto opposto al cosplay—la pratica che consiste nell'indossare un costume che rappresenti un personaggio riconoscibile—ovvero essere momentaneamente quello che si desidera essere, o essere tutto quello che è possibile essere. Ogni ambiente ha una coda, un'ancora rivestita con un tessuto di maglia, come se l'edificio dovesse volare contro la gravità.

L'ambiente che Moon preferisce è quello dedicato alla Spagna, un edificio con le corna: un'architettura cornuta ed eccitante. Una costruzione con le corna è davvero eccezionale e probabilmente ha come unico precedente il mito del palazzo di Cnosso. "Nel momento in cui ho montato quelle corna giganti sulle pareti, è stato come se l'intera struttura prendesse vita", dice Moon. "Sono affascinato dallo spazio virtuale. Mi piace pensare a edifici che si librano, che prendono il volo. Date un'occhiata alle reti e alle amache. Le ho installate all'interno. Le ho chiamate softies o action architectures. Hanno un enorme potenziale di movimento, interazione, evoluzione". Di recente ha potuto esibire il proprio lavoro in una mostra collettiva in Giappone. In una valigia ha presentato sei plastici con miniature di coppie in pose del kamasutra. Ha impiegato due secondi a preparare il suo stand, mentre gli altri hanno dovuto lottare tutto il giorno. E questo gli ha dato il tempo di visitare un negozio di elettronica nelle vicinanze e di aggiornarsi sulle novità.
Ilhyun Kim
Professore associato dell'Università di Kyung Hee, Corea
La valigia nella
quale Moon ha racchiuso il
proprio lavoro in occasione di
una mostra in Giappone
La valigia nella quale Moon ha racchiuso il proprio lavoro in occasione di una mostra in Giappone

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