Case Bianche

Nella serie di Denis Esakov sull’architettura modernista in Russia, il pathos funzionalista dell’avanguardia, le ambizioni monumentali dell’epoca di Stalin, e la produzione di massa di metri quadrati a prezzi accessibili del periodo Krusciov-Breznev appaiono come esperimenti donchisciotteschi.

Denis Esakov, White houses
La serie del fotografo Denis Esakov sull’architettura modernista in Russia dal 1920 al 1990 si compone di vedute di insieme di “case bianche”.

Iniziata con costruzioni sorprendentemente compatte e originali la serie continua con edifici che lo alti e largghi e gradualmente occupano l’intero spazio fotografico.

Mentre gli edifici giganteschi degli anni ’30 sembrano sfruttare l’eredità di esperimenti suprematisti con la forma, le scatole bianche e grigie degli anni ’70 con grazia e pacificamente incarnano l’automazione delle tecniche e un monumentale declino dello stile – così la griglia modernista si trasforma in ornamento.

L’immaginario brutalista della seconda metà del Ventesimo secolo ha glorificato forme primitive, soluzioni laconiche, e giunti a vista; la sua sincerità, il minimalismo, il pensiero semplice, accentuato da un mosaico espressivo vagamente romantico, e una certa plasticità scultorea ha favorito lo sviluppo dell’astrazione architettonica.

Denis Esakov, White houses
Denis Esakov, White houses series. In apertura: D. Ovsyannikov, V. I. Lifshits, Palace of Culture of the Belgorod technological institute, Belgorod 1989 Qui sopra: K.Melnikov, Office of New Sukharev market, Moscow 1924

Oggi, nell’era dei monoliti di cemento e della costruzione 3D, il pathos funzionalista dell’avanguardia, le ambizioni monumentali dell’epoca di Stalin, e la produzione di massa di metri quadrati a prezzi accessibili durante il periodo di Krusciov-Breznev appaiono come esperimenti donchisciotteschi con mattoni, blocchi, quadri, pannelli e vetro.

La neoclassica Casa Bianca a Washington e la scatola modernista della Casa Bianca a Mosca, progettata dall’ex architetto neoclassico Dmitry Chechulin sono assenti tra le immagini del progetto, a significare un “bianco” punto cieco. La serie è una selezione di “case bianche” non governative, che include grandi magazzini, aziende di stampa, club, garage, cinema, circhi così come edifici residenziali e amministrativi. Si sottolinea la loro evoluzione all’interno di un unico stile che rivela allo stesso tempo l’archetipo architettonico originale – una scatola bianca normale. Ania Petrova

 

Denis Esakov è nato a Karakol in Kyrgyzstan nel 1984 e vive a Mosca. I suoi lavori sono stati pubblicati in riviste e siti autorevoli come The Architectural Review (UK), MARK (NL), Archdaily (US), The Modernist (UK), Designboom (IT), ORIS (CR), The Calvert Project (UK) ed esposti alla V Moscow International Biennale for Young Art, al Moscow Museum of Modern Art, Shusev State Museum of Architecture, Moscow Manege, Gallery of Classical Photography.

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