Eduardo Soteras: Masafer

Con questo progetto iniziato nel 2011, Eduardo Soteras Jalil racconta le comunità che abitano le caverne della regione palestinese di South Hebron Hills, con cui ha vissuto per più di un anno.

Eduardo Soteras Jalil, <i>Masafer, Life in the Interstice</i>
“Un interstizio è uno spazio tra le cose. Intrinsecamente parte di un tutto, si erge come uno straniero, come un dissidente.
Masafer Yatta, sede di un gruppo di villaggi situati nel sud del deserto di Hebron, è uno spazio che risiede in un altro spazio, una fessura nel suo complesso, dove paradossalmente tutto è superato da un vuoto.
Eduardo Soteras Jalil, <i>Masafer, Life in the Interstice</i>
Eduardo Soteras Jalil, Masafer, Life in the Interstice

I residenti raccontano la storia del nome Masafer. Quando gli esattori ottomani arrivarono nei villaggi di Masafer, non trovarono nessuno da cui riscuotere le tasse. Non avendo altra scelta, segnarono i loro inventari con gli zeri, sifers in arabo. Zero/sifer: il nulla, il vuoto. A Masafer Yatta, come nello zero, c’è solo il vuoto. Ma è in questo vuoto che l’intero può essere contenuto.

Nel tutto la vita è semplice, è la vita delle persone che vivono molto vicino alla terra, così vicino che molti di loro dormono nel suo seno, nelle grotte che essi, i loro nonni e i loro bisnonni, hanno scolpito nella pietra; così semplice che ognuno fa la stessa cosa per sopravvivenre, allevare capre e pecore e praticare un’agricoltura timida e scarsa.

Eduardo Soteras Jalil, <i>Masafer, Life in the Interstice</i>
Eduardo Soteras Jalil, Masafer, Life in the Interstice

In questo vuoto sopravvive una popolazione palestinese che è sconosciuta ai più, in una zona senza acqua, elettricità nè strade, isolata dal resto da una cintura di insediamenti israeliani illegali che rendono questo luogo sempre più difficile da vivere.

Oggi i sifers vengono sostituiti con il 918, numero assegnato a questa zona da parte dell’esercito israeliano. Nel 1970, Masafer Yatta è stato proclamato Firing Zone 918. L’esercito ha chiesto che le comunità fossero deportate nel più breve tempo possibile. La richiesta è ad oggi ancora pendente.

Nel mezzo, nell’interstizio, il popolo di Masafer Yatta vive, ama, trasforma e si adatta, mantenendo uno stile di vita che spesso non è una scelta ma una necessità, un atto di ribellione, di resistenza. Qui, nel deserto, l’alba arriva. Nessuno dice niente.” Eduardo Soteras Jalil

Il progetto è attualmente esposto in Medio Oriente con il sostegno della A.M. Qattan Foundation e la rappresentanza argentina a Ramallah.


Nato a Córdoba, in Argentina nel 1975 da una famiglia di immigrati libanesi, Eduardo Soteras Jalil è un fotografo documentarista che ha lavorato come freelance in Palestina (2005). È uno dei membri fondatori del collettivo Activestills, e creatore di ActiveVision, un’organizzazione dedicata alla fotografia e al video partecipativi.

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