Ray-Ban e Meta stavolta ci hanno preso

Tornano gli occhiali da sole che forse non sono propriamente smart, ma integrano funzioni utili salvando quel che è più importante: la forma.

Non si può certo dire che i Ray-Ban Stories, gli occhiali Facebook x Luxottica, approdati sugli scaffali nel 2021, siano stati un gran successo. Pochi pro e molti contro sotto il profilo strettamente tecnologico: pesantini, poca autonomia della batteria, foto e video accettabili ma niente di più, audio non entusiasmante. E poi la questione della privacy, che non può passare inosservata soprattutto quando riguarda due colossi come EssilorLuxottica e soprattutto il conglomerato di app di Zuckerberg (Instagram, Facebook, Whatsapp). Gli occhiali da sole con la fotocamera incorporata richiamano immediatamente certe pubblicità su giornalacci dell’epoca d’oro dello spionaggio per aspiranti James Bond de noartri. Ma il salto esponenziale alla narrazione del Big Brother della Silicon Valley che ti spia la vita (e te la ruba) è un attimo, visto che c’è Meta di mezzo, con tutti i mini-Shoshana Zuboff che vogliono dire la loro (e solitamente lo dicono su Instagram, giusto per ribadire che viviamo in un paradosso).

La verità è che il nostro concetto di privacy è in forte erosione. E ci siamo abituati a vedere tutto in diretta, anche il sesso, anche la guerra, fino a dare anzi per scontato di vederli da vivo e in tempo reale (soprattutto il sesso e la guerra). Lo diamo quasi per scontato.

Così, finisce che la seconda iterazione degli occhiali che uniscono Meta e Ray-Ban arrivi nei negozi con molto meno scandalo. Com’era quella della storia che si presenta la prima volta come tragedia e la seconda come farsa?

Ma i Ray-Ban | Meta sono tante cose, ma non farsa. Anzi. Sono esattamente come dovremmo pensare la tecnologia per il futuro. Usciti in contemporanea con il nuovo visore VR con capacità di realtà aumentata di Oculus (sempre Meta), il Quest 3, è l’evidente differenza tra i due dispositivi che spiega molto su come si dovrebbe disegnare la tecnologia perché sia pervasiva.

La questione non sta nella sostanza, ma nella forma, anzi in due: una è quella del caschetto del Quest 3, a cui non ci vogliamo abituare, resta un oggetto che collochiamo mentalmente meglio nei musei o in qualche mail cinese meglio che a casa nostra. E dall’altra parte ci sono i mitici Wayfarer (disponibili per l’acquisto anche in versione Headliner). Si può scegliere tra svariate colorazioni anche trasparenti ultracool e lenti di tipo e colore diverso. Sono semplicemente bellissimi, un messaggio che arriva ancora prima del nuovo comparto tecnologico gestito da processore Snapdragon dedicato. 

I nuovi occhiali di Meta e Luxottica hanno una qualità foto buona, video ancora migliore, un buon suono con dei bei bassi, batteria decisamente ok (si ricaricano nella custodia, fino a 36 ore). Insomma, il comparto tecnologico ha fatto un bel balzo avanti. Ma non è questo che li rende speciali. Lo sono perché non sono affatto diversi da un normale paio di Wayfarer, tranne qualche dettaglio. Precisi a quelli che avete nel cassetto. Sono anche leggeri.

Non si inventano niente, i Ray-Ban | Meta. Non sono l’iPhone e non vogliono esserlo. Probabilmente non saranno neanche the next big thing. Ma costituiscono un ottimo esempio di come dobbiamo pensare la tecnologia oggi: invisibile. E immanente, che invade i nostri oggetti d’uso di quotidiano un po’ come l’Essere faceva per Spinoza.

Perché dovrei comprarmi un paio di occhiali da sole normale, quando ne posso avere uno che fa video e mi permette di ascoltare musica e messaggi vocali con buona qualità?

Sotto questo profilo, questo design mostra la strada: non quella di oggetti tecnologici che sostituiscano a tutti i costi quelli che abbiamo già. Ma il loro potenziamento. Poi, ovviamente, è tutto ancora da pensare e migliorare svariate volte. Questi occhiali vorresti averli addosso sempre, anche nella penombra di un museo o la sera tornando a casa, ma c’è un solo modello di lente che preveda una transizione da chiara a più scura. Ma in rete girano già prototipi di qualche sottobrand di Shenzhen dove con un click un paio di occhiali trasparenti diventa da sole. E a quel punto, chi te li toglie più i Wayfarer?

Gli occhiali smart Ray-Ban Meta sono disponibili a partire da 329 euro.

Tutte le foto courtesy Ray-Ban

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