Domus 1068 è in edicola, un numero dedicato ai desideri

Il magazine di maggio si focalizza sulla capacità immaginifica dell’architettura, con un focus sull’opera dello studio svizzero Herzog & de Meuron. Sfoglia la gallery per scoprire i contenuti della rivista. 

Editoriale/ Colpire il segno Nell’editoriale di Domus 1068, il guest editor mostra come l’architettura, per lasciare il segno ed essere considerata arte, debba analizzare e mettere in discussione il mondo.

Testo Jean Nouvel. Foto OMA

Saggi/ Le case sono macchine per abitare? L’ex direttore di Domus analizza le analogie presenti tra il mondo meccanico e quello dell’architettura, confrontando le diverse realtà su obiettivi comuni di innovazione e nuove soluzioni: dagli investimenti all’efficacia effettiva della ricerca.

Testo Deyan Sudjic. Foto © Foster + Partners

Saggi/ Glenn Murcutt – Il laboratorio della pratica Dal punto di vista ambientale, semiotico e sociale, le case di Murcutt funzionano come verande super-efficienti.

Testo Haig Beck, Jackie Cooper. Foto  © Glenn Murcutt. Courtesy of Architecture Foundation Australia  

Architettura/ Herzog & de Meuron – 56 Leonard Street, New York City, USA, 2017 Se finora a New York il grattacielo era una tipologia riservata agli uffici e connotata da facciate uniformi, l’edificio residenziale dello studio svizzero rielabora l’idea delle “case nel cielo” in un gioco di equilibrio fra volumi.

Testo Ian Volner. Foto Iwan Baan  

Architettura/ Michael Maltzan Architecture – Broad Beach Residence Malibu, USA, 2020 Disegnata per il leggendario agente di Hollywood Michael Ovitz, la residenza è una composizione di volumi che massimizza le viste sull’oceano, mentre i suoi interni sono amplificati da una serie di murali di Sol LeWitt.

Testo Alex Beam. Foto Iwan Baan

Architettura/ Kiyoaki Takeda Architects – Tsuruoka House, Tokyo, Giappone, 2021 Nata come esperimento sulla convivenza fra uomo e natura, questa casa è definita nella forma dal flusso dell’acqua piovana: un’architettura che si allontana dall’idea di verde come mera decorazione, presentandosi, invece, come infrastruttura per l’ambiente.

Testo Alex Beam. Foto Masaki Hamada  

Architettura/ Karim Nader Studio – On the Rocks, Faqra, Libano, 2021 Il profilo orizzontale della residenza risponde alle rocce aguzze su cui si staglia, mentre, dall’interno, il paesaggio è incornicato da aperture precise.

Testo Alex Beam. Foto Dia Mrad  

Architettura/ Dna_Design and Architecture – Cave Jinyun, Zhejiang, Cina, 2021 Un’infrastruttura pubblica, dedicata a residenti e visitatori, rivitalizza un’ex area mineraria adattandosi al paesaggio e rigenerando l’ecosistema.

Testo Alex Beam. Foto Wang Ziling © DnA_Design and Architecture  

Arte/ Robert Wilson – Turandot, Opéra national de Paris, 2021 L’elegante e il ludico, lo statico e l’agile si alternano nelle luci, nelle scene e nei costumi attribuiti d’istinto a un’ispirazione giapponese, ma la cui origine, sia pur lontana, si potrebbe fare risalire all’Espressionismo.

Testo Frédéric Maurin. Foto © Charles Duprat/Opéra national de Paris  

Design/ Volkan Alkanoglu – Drift, Fort Worth, Texas, USA, 2021 Un ponte pedonale, commissionato da Fort Worth Public Art, mette insieme arte pubblica, urbanistica plug and play e infrastrutture.

Testo Volkan Alkanoglu. Foto Peter Molick  

Design/ Marc Newson – Quobus, Galerie Kreo, Parigi, Francia Avviato nel 2015 per la libreria Taschen di Milano, Quobus è un oggetto disegnato per contenere altri oggetti e, quindi, per scomparire parzialmente.

Testo Marc Newson. Foto © Alexandra de Cossette. Courtesy of Galerie kreo

Design/ Shiro Kuramata Samba-M, Gallery Tamura Joe Tokyo, Giappone, 1988. Ambientec, Yokohama, Giappone, 2021 Un progetto ha più forza quando riesce a unire visione artistica e funzionalità, come ha dimostrato il designer giapponese disegnando un calice di luce.

Testo Shiro Kuramata. Foto Hiroshi Iwasaki  

Reazione/ In principio era l’immagine L’architettura è, prima di tutto, un prodotto dell’immaginazione sociale. Per dirla in altre parole, prima dovrebbe venire l’Immagine, e solo dopo il Verbo. Questo è il modo in cui l’arte propaga una cultura e feconda una società.

Testo Emilio Ambasz. Foto © Collection Artedia / Bridgeman Images  

Diario/ Punti di vista – Architettura, mercato globale e soluzioni sostenibili Di fronte al costo dell’energia e dei materiali che continua ad aumentare, quali sono le strategie dell’architettura per realizzare nuovi modelli di sviluppo? Ne parlano Alison Brooks e Smith Mordak.

Testo Giulia Ricci. Illustrazione Roberta Ragona

Diario/ Ospitalità – Un caffè dalla spazialità ascetica e senza tempo in Corea del Sud Alle pendici di Gyeryongsan, in Sud Corea, Nameless Architecture offre ai visitatori un rifugio per una sosta, prima o dopo le fatiche della salita.  

Testo Chiara Testoni. Foto Kyung Roh

Diario/ Aziende – Lualdi e la porta: generata organicamente dal progetto Pierluigi Lualdi racconta l’azienda di famiglia: dalle radici, racchiuse nel pulpito in noce della chiesa di San Nazario e Celso a Marcallo con Casone, a Welcome, la porta di Philippe Starck che integra in sé tutti gli elementi tecnologici.

Testo Antonio Armano. Foto courtesy Lualdi  

Diario/ Tradizione – Il cristallo accessibile, utile e discreto di Pierre Charpin per Saint-Louis Con una nuova collezione trasversale di 29 oggetti, che coniuga tradizione e design contemporaneo, la più antica cristalleria di Francia ha lo sguardo ben puntato sul futuro.

Testo Elena Sommariva. Foto Jonathan Mauloubier

Diario/ Case d’altri – Stanza numero otto Le pensioni modeste, più che gli hotel di lusso, sono per lo scrittore un surrogato di casa. Come il piccolo albergo sulle colline vicentine, dove in occasione di una rassegna letteraria locale, ha occupato per anni, una settimana alla volta, la stanza numero otto.

Testo Andrea Bajani. Illustrazione Roberta Ragona

Copertina di Domus 1068 Herzog & de Meuron, 56 Leonard Street, New York City

Foto © Iwan Baan

Il numero di maggio di Domus 1068 si concentra sull’abitare. Il Guest Editor 2022 Jean Nouvel nel suo editoriale mostra come l’architettura, per lasciare il segno ed essere considerata arte, debba analizzare e mettere in discussione il mondo.. “L’architettura dà prova di essere arte quando riesce a trovare un modo per mettere in discussione e analizzare il mondo in profondità. Come la natura, come le specie a rischio d’estinzione”.

Segue nei Saggi il professore e ex Direttore di Domus Deyan Sudjic, analizza le analogie presenti tra il mondo meccanico e quello dell’architettura, confrontando le diverse realtà su obiettivi comuni di innovazione e nuove soluzioni: dagli investimenti all’efficacia effettiva della ricerca. Segue una riflessione di Haig Beck e Jackie Cooper sull’opera del Pritzker Prize Glenn Murcutt, percepita come autenticamente australiana, anche se si innesta nell’approccio modernista internazionale.

La prima parte della sezione Architettura è dedicata alla torre residenziale 56 Leonard Street realizzata dallo studio svizzero Herzog & de Meuron. Se finora a New York il grattacielo era una tipologia riservata agli uffici e connotata da facciate uniformi, l’edificio con la sua forma dendellata rielabora l’idea delle “case nel cielo” in un gioco di equilibrio fra volumi. “A cinque anni dal suo debutto, il 56 di Leonard Street appare una combinazione di relativo successo tra una stravagante fantasia urbana e una pragmatica machine à habiter” ne scrive Ian Volner.

Continua la sezione il progetto Broad Beach Residence dell’architetto Michael Maltzan, una residenza privata sulla spiaggia di Malibu, con una composizione di volumi che massimizza le viste sull’oceano, mentre i suoi interni sono amplificati da una serie di murali di Sol LeWitt. Kiyoaki Takeda Architects, invece, mostrano un progetto residenziale a Tokyo nato come esperimento sulla convivenza fra uomo e natura: un’architettura che si allontana dall’idea di verde come mera decorazione, presentandosi, invece, come infrastruttura per l’ambiente. Infine, una villa appoggiata sulle alle rocce aguzze libanesi di Karim Nader Studio, e un’infrastruttura pubblica creata in un’ex area mineraria di DnA_Design and Architecture.

Copertina di Domus 1068. Herzog & de Meuron, 56 Leonard Street, New York City. Foto © Iwan Baan

Le pagine dedicate all’Arte sono incentrate sull’opera teatrale Turandot curata da Robert Wilson, dove l’elegante e il ludico, lo statico e l’agile si alternano nelle luci, nelle scene e nei costumi attribuiti d’istinto a un’ispirazione giapponese, ma la cui origine, sia pur lontana, si potrebbe fare risalire all’Espressionismo. Per Design Volkan Alkanoglu ci racconta il ponte pedonale commissionato da Fort Worth Public Art, mentre Marc Newson illustra la libreria modulare Quobus, disegnato per contenere altri oggetti e, quindi, per scomparire parzialmente. Infine Shiro Kuramata spiega il disegno del suo “calice di luce”.

Chiude il numero una riflessione finale di Emilio Ambasz, architetto e designer argentino. Ambasz descrive l’architettura come prodotto dell’immaginazione sociale. “Dobbiamo creare una nozione di architettura maggiormente a-tettonica, in cui l’architettura sia concepita come una componente integrale di quella natura generata dall’uomo che stiamo creando volutamente, ma anche involontariamente” scrive. “Il compito che abbiamo di fronte è riconciliare la natura che costruiamo senza sosta con quella organica che ci è stata affidata”.

Illustrazione Roberta Ragona

Il Diario di questo mese, pagine dedicate all’attualità, è aperto dalla sezione Punti di vista, dove Alison Brooks, a capo dello studio studio Alison Brooks Architects, e Smith Mordak, direttorə per la Sostenibilità e la Fisica presso Buro Happold, dialogano sul futuro del mercato edilizio e delle strategie dell’architettura per realizzare nuovi modelli di sviluppo. Elena Sommariva racconta le collezioni di Pierre Charpin per Saint-Louis, che coniuga tradizione e design contemporaneo. Antonio Armano in dialogo con Pierluigi Lualdi racconta l’azienda di famiglia: dalle radici, racchiuse nel pulpito in noce della chiesa di San Nazario e Celso a Marcallo con Casone, a Welcome, la porta di Philippe Starck che integra in sé tutti gli elementi tecnologici.

Walter Mariotti, Direttore Editoriale di Domus, chiude con una riflessione su Giuseppe Tucci, un orientalista, esploratore, docente e storico delle religioni. Nel 1933 ha fondato con Giovanni Gentile l’Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente di Roma (IsMEO).

Editoriale/ Colpire il segno Testo Jean Nouvel. Foto OMA

Nell’editoriale di Domus 1068, il guest editor mostra come l’architettura, per lasciare il segno ed essere considerata arte, debba analizzare e mettere in discussione il mondo.

Saggi/ Le case sono macchine per abitare? Testo Deyan Sudjic. Foto © Foster + Partners

L’ex direttore di Domus analizza le analogie presenti tra il mondo meccanico e quello dell’architettura, confrontando le diverse realtà su obiettivi comuni di innovazione e nuove soluzioni: dagli investimenti all’efficacia effettiva della ricerca.

Saggi/ Glenn Murcutt – Il laboratorio della pratica Testo Haig Beck, Jackie Cooper. Foto  © Glenn Murcutt. Courtesy of Architecture Foundation Australia  

Dal punto di vista ambientale, semiotico e sociale, le case di Murcutt funzionano come verande super-efficienti.

Architettura/ Herzog & de Meuron – 56 Leonard Street, New York City, USA, 2017 Testo Ian Volner. Foto Iwan Baan  

Se finora a New York il grattacielo era una tipologia riservata agli uffici e connotata da facciate uniformi, l’edificio residenziale dello studio svizzero rielabora l’idea delle “case nel cielo” in un gioco di equilibrio fra volumi.

Architettura/ Michael Maltzan Architecture – Broad Beach Residence Malibu, USA, 2020 Testo Alex Beam. Foto Iwan Baan

Disegnata per il leggendario agente di Hollywood Michael Ovitz, la residenza è una composizione di volumi che massimizza le viste sull’oceano, mentre i suoi interni sono amplificati da una serie di murali di Sol LeWitt.

Architettura/ Kiyoaki Takeda Architects – Tsuruoka House, Tokyo, Giappone, 2021 Testo Alex Beam. Foto Masaki Hamada  

Nata come esperimento sulla convivenza fra uomo e natura, questa casa è definita nella forma dal flusso dell’acqua piovana: un’architettura che si allontana dall’idea di verde come mera decorazione, presentandosi, invece, come infrastruttura per l’ambiente.

Architettura/ Karim Nader Studio – On the Rocks, Faqra, Libano, 2021 Testo Alex Beam. Foto Dia Mrad  

Il profilo orizzontale della residenza risponde alle rocce aguzze su cui si staglia, mentre, dall’interno, il paesaggio è incornicato da aperture precise.

Architettura/ Dna_Design and Architecture – Cave Jinyun, Zhejiang, Cina, 2021 Testo Alex Beam. Foto Wang Ziling © DnA_Design and Architecture  

Un’infrastruttura pubblica, dedicata a residenti e visitatori, rivitalizza un’ex area mineraria adattandosi al paesaggio e rigenerando l’ecosistema.

Arte/ Robert Wilson – Turandot, Opéra national de Paris, 2021 Testo Frédéric Maurin. Foto © Charles Duprat/Opéra national de Paris  

L’elegante e il ludico, lo statico e l’agile si alternano nelle luci, nelle scene e nei costumi attribuiti d’istinto a un’ispirazione giapponese, ma la cui origine, sia pur lontana, si potrebbe fare risalire all’Espressionismo.

Design/ Volkan Alkanoglu – Drift, Fort Worth, Texas, USA, 2021 Testo Volkan Alkanoglu. Foto Peter Molick  

Un ponte pedonale, commissionato da Fort Worth Public Art, mette insieme arte pubblica, urbanistica plug and play e infrastrutture.

Design/ Marc Newson – Quobus, Galerie Kreo, Parigi, Francia Testo Marc Newson. Foto © Alexandra de Cossette. Courtesy of Galerie kreo

Avviato nel 2015 per la libreria Taschen di Milano, Quobus è un oggetto disegnato per contenere altri oggetti e, quindi, per scomparire parzialmente.

Design/ Shiro Kuramata Samba-M, Gallery Tamura Joe Tokyo, Giappone, 1988. Ambientec, Yokohama, Giappone, 2021 Testo Shiro Kuramata. Foto Hiroshi Iwasaki  

Un progetto ha più forza quando riesce a unire visione artistica e funzionalità, come ha dimostrato il designer giapponese disegnando un calice di luce.

Reazione/ In principio era l’immagine Testo Emilio Ambasz. Foto © Collection Artedia / Bridgeman Images  

L’architettura è, prima di tutto, un prodotto dell’immaginazione sociale. Per dirla in altre parole, prima dovrebbe venire l’Immagine, e solo dopo il Verbo. Questo è il modo in cui l’arte propaga una cultura e feconda una società.

Diario/ Punti di vista – Architettura, mercato globale e soluzioni sostenibili Testo Giulia Ricci. Illustrazione Roberta Ragona

Di fronte al costo dell’energia e dei materiali che continua ad aumentare, quali sono le strategie dell’architettura per realizzare nuovi modelli di sviluppo? Ne parlano Alison Brooks e Smith Mordak.

Diario/ Ospitalità – Un caffè dalla spazialità ascetica e senza tempo in Corea del Sud Testo Chiara Testoni. Foto Kyung Roh

Alle pendici di Gyeryongsan, in Sud Corea, Nameless Architecture offre ai visitatori un rifugio per una sosta, prima o dopo le fatiche della salita.  

Diario/ Aziende – Lualdi e la porta: generata organicamente dal progetto Testo Antonio Armano. Foto courtesy Lualdi  

Pierluigi Lualdi racconta l’azienda di famiglia: dalle radici, racchiuse nel pulpito in noce della chiesa di San Nazario e Celso a Marcallo con Casone, a Welcome, la porta di Philippe Starck che integra in sé tutti gli elementi tecnologici.

Diario/ Tradizione – Il cristallo accessibile, utile e discreto di Pierre Charpin per Saint-Louis Testo Elena Sommariva. Foto Jonathan Mauloubier

Con una nuova collezione trasversale di 29 oggetti, che coniuga tradizione e design contemporaneo, la più antica cristalleria di Francia ha lo sguardo ben puntato sul futuro.

Diario/ Case d’altri – Stanza numero otto Testo Andrea Bajani. Illustrazione Roberta Ragona

Le pensioni modeste, più che gli hotel di lusso, sono per lo scrittore un surrogato di casa. Come il piccolo albergo sulle colline vicentine, dove in occasione di una rassegna letteraria locale, ha occupato per anni, una settimana alla volta, la stanza numero otto.

Copertina di Domus 1068 Foto © Iwan Baan

Herzog & de Meuron, 56 Leonard Street, New York City