All’interno della mostra “Material-Immaterial” presso l’Università degli Studi di Milano, Luca Trazzi ha messo in scena, con il linguaggio della trasparenza, della leggerezza e della forza che da esse deriva, l’identità giapponese di un sistema di rivestimento per l’archiettura.
Kōchu
Esposta alla Statale di Milano durante i giorni del Salone, la struttura camaleontica di Luca Trezzi cambia a seconda del punto di vista o dell’incidenza della luce. #MDW2017
View Article details
- 13 aprile 2017
- Milano
L’installazione concettuale Kōchu (ovvero, pilastri di luce), racconta le due anime di un materiale per l’architettura leggero e versatile, costituto da lamine in alluminio rivestite da pellicole prive di PVC che possono riprodurre l’effetto del legno, del metallo o della terracotta, consentendo i più diversi linguaggi progettuali.
Espressione della tensione tra materiale e immateriale, Kōchu si compone di 1160 lamine in alluminio da 3 metri per 7 cm di larghezza, assemblate tra loro in modo da raggiungere un’altezza complessiva di 12 metri e dar vita ad una struttura camaleontica, che cambia a seconda del punto di vista o dell’incidenza della luce.
4 – 9 aprile 2017
Luca Trazzi, Kōchu
Università degli Studi di Milano
via Festa del Perdono 7, Milano