“La gemella diversa” è il titolo della personale di
Lucio Schiavon – artista, illustratore e designer
veneziano – ospitata nelle sale di Palazzetto Tito
(dal 22 ottobre al 14 novembre 2010), alla
Fondazione Bevilacqua La Masa.
Il progetto espositivo nasce da una riflessione sulle
profonde trasformazioni che sta subendo Venezia
intesa come città ‘metropolitana’: un cambiamento
che ripropone il rapporto tra il centro storico
lagunare e la terraferma. Una relazione complessa
collega le aree di Mestre e Marghera al centro
storico: si tratta dell'unica vasta periferia urbana
separata da un così ampio spazio acqueo dalla sua
controparte, dal suo centro. I mezzi di
comunicazione le uniscono pur essendo
morfologicamente distanti e con una vita propria.
Schiavon, che definisce se stesso un “creatore di
immagini”, riflette sul dilemma identitario di chi si
sente veneziano ma vive sulla terraferma. Così
l'artista immagina gli skyline di Mestre e Marghera,
ormai parte integrante dell'immagine di Venezia
metropolitana.
Una visione che è anche spaesante. Perdersi in una
città unica ma diversa è come perdersi in un
labirinto fatto da profili e perimetri contrastanti tra
loro. Attraversare un ponte, sia da Mestre che da
Venezia, significa cambiare prospettiva e abitudini.
I veneziani si perdono nelle architetture di Mestre,
nelle sue strade con le automobili e in semafori. È
la loro città ma non si trovano a proprio agio: a
ricordare a se stessi e a chi li guarda che sono dei
“pesci fuor d'acqua” sono le caratteristiche storiche
e commerciali di Venezia. La stessa sensazione
hanno coloro che dalla terraferma arrivano in
laguna e che si trovano spaesati senza i palazzoni,
gli autobus e le strade. E così si vedono girovagare
tra le calli, in un labirinto che dovrebbe essere
anche loro ma che vivono o ricordano poco.
Però in questo sentirsi vicini e lontani c'è della
poesia. È questa la “gemella diversa” soggetto della
mostra.
L'acqua della laguna riflette due facce della stessa
città: da una parte lo skyline di Marghera, delle sue
fabbriche unite dalla Torre di Mestre e dall'altra i
tetti e le cupole del centro storico che si priva del
campanile di San Marco per donarlo
momentaneamente alla sua gemella diversa che si
trova al di là del ponte della Libertà.
Il salone di Palazzetto Tito dà il via alla visione di
Venezia e Mestre unite. Una grande stampa
rappresenta infatti l'unione delle due città viste
dall'occhio del visitatore come un'anima sola ma
diversa per caratteristiche architettoniche e di età
storica e culturale. C'é l'isola con i suoi campanili, i
suoi palazzi e l'acqua. E poi ci sono le fabbriche, gli
stabilimenti, le ciminiere e i palazzoni. Ad unirle,
creando un legame fisico, un lungo ponte. Una
sorte di cordone ombelicale mai tagliato alla
nascita e che fa vivere due gemelle diverse.
Due vite che prendono forza nelle stanze espositive
con scene dedicate alla terraferma e al centro
storico e alla complessa situazione psicologica degli
abitanti che vivono questi luoghi. Temi che lo
spettatore può rivivere attraverso delle fiabesche
video animazioni prodotte dall'artista che conclude
la sua visone con una serie di cartoline di una
Venezia del futuro con le nuove opere
architettoniche sorte in città o che dovranno essere
realizzate nel futuro prossimo.
Nelle foto,
dall'alto: Campagna . Per il Sindaco non
interessa cosa c’è alla fine del ponte della libertà,
per lui Mestre o Milano è lo stesso, è tutta
Terraferma (Gianfranco Bettin parla di Massimo
Cacciari); Gerry. Progettare ha sempre lo
stesso principio e fine, dal Cucchiaio alla Città
(Bruno Munari); Petrol.
Petrolchimico; Ponte. Ora erano sulla
strada tra Mestre e Venezia con i brutti stabilimenti
della Breda cha avrebbero potuto trovarsi a
Hammond Indiana. Non era un bel panorama di
Venezia, adesso, e quella strada rialzata non gli era
mai piaciuta, a parte la velocità che consentiva di
vedere presto i capitelli e i canali (Ernest
Hemingway, Di là del fiume e tra gli
alberi, 1954); Skyline Mestre e
Marghera; Vemes3. Togliamo Il ponte della
libertà! Confonde le idee alla gente (Anonimo);
Porta di Gehry. Nuovo aeroporto; Case
d'acqua. Case d’acqua di fronte al
petrolchimico; Nuovo Palazzo del cinema;
Mappa, mappa della Terraferma.
Lucio Schiavon. La gemella diversa
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- Loredana Mascheroni
- 26 ottobre 2010