Aperta
fino al 18 luglio, Lla mostra presenta oltre centotrenta opere – olii,
tempere, disegni a matita, schizzi e studi preparatori,
grandi dipinti e piccole tele – alcune mai esposte al
pubblico finora e realizzate negli ultimi dieci anni di attività
dell’artista bosniaco.
Il lavoro di Safet Zec rimanda ad ascendenze classiche, da
Tintoretto a Palma il Giovane, da Caravaggio fino a Freud.
Lungo nove sale al secondo piano del Museo Correr, il
percorso si snoda in sequenze tematiche di estrema
suggestione.
La prima grande opera, Facciata veneziana
testimonia il legame e l’appartenenza dell’artista alla città
che lo ha accolto quando la guerra nell’ex Jugoslavia lo
costrinse nel 1992 alla fuga da Sarajevo.
Seguono poi le immagini, le atmosfere, gli strumenti
dell’atelier veneziano, suo spazio e mondo, rifugio e
origine di un’esistenza e di un’ attività artistica che
rinascono e si rinnovano.
Alle vedute di una Venezia ‘minore’ si succedono nature
morte, “vite silenziose” nella definizione di Zec, barche e
porte, oggetti dimenticati, ceste, pennelli, colori, corde,
taglieri, specchi. E forme di pane di suggestione sacrale.
Safet Zec a Venezia
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- Loredana Mascheroni
- 04 giugno 2010