“Se i giovani hanno speranza, noi tutti abbiamo speranza”.
Così un ispirato Alessandro Benetton ieri sera alla
Triennale ha introdotto la mostra "Opening Soon" che fino
al 15 febbraio
presenta i risultati del concorso Colorsdesigner,
organizzato dal Gruppo Benetton con il Politecnico di
Milano alla
ricerca di quello che sarà il negozio del futuro. 707 i
partecipanti da tutto il mondo, sei i finalisti in mostra.
Il progetto che sarà realizzato è però uno soltanto: quello
del portoghese Luis Pereira Miguel. Il suo negozio ideale è
“un luogo d’incontro, all’insegna dell’interattività e
dell’interazione sociale”, spiega. Un’idea ambiziosa e
complessa, ma che mira a trasformare profondamente
l’idea di retail aprendo la strada ad altre funzioni. Una
lunga scala che unisce due livelli per esempio può
facilmente prestarsi a diventare un anfiteatro per
spettacoli, un espositore o un luogo di relax e per
scambiare due chiacchiere. Tutto è fluido, tutto è
all’insegna della trasformabilità: i vestiti sono appesi a una
flessuosa barra in acciaio lunga 115 metri che percorre
l’intero negozio, tende mobili servono a riorganizzare lo
spazio, mentre specchi interattivi hanno anche funzione di
schermo informativo. Il punto forte è però quella che
Pereira definisce Supersurface. È una griglia pneumatica
sulla quale una serie di quadrati si possono alzare o
abbassare per creare diverse aree di seduta o esposizione,
mescolando retail e cultura. Come spiega il curatore della
mostra e presidente della giuria del concorso Andrea
Branzi “lo spazio del retail è un luogo importante nella
progettazione della città contemporanea e un luogo
importante per le relazioni umane”.
Più sognante è il progetto della designer giapponese Yuri
Naruse che ha disegnato un candido sfondo bianco per i
coloratissimi vestiti dell’azienda di Treviso. Lo spazio
interno richiama quello esterno e sembra non finire. Sottili
pareti semicurve dividono l’ambiente, creando percorsi
liberi che lasciano sempre più di una via d’uscita. “Ormai
lo shopping si fa su Internet, quindi un negozio deve
essere più accattivante”, spiega “per questo ho pensato un
ambiente che ricordi l’interno del mare, di una nuvola o di
un deserto”.
L’unico italiano tra i sei finalisti è Tommaso Bistacchi.
Product designer di formazione, ha disegnato un mobile
scultura per contenere ed esporre. Un oggetto che si
muove, ruota, si apre e chiude. Un elemento flessibile e
modulare, da replicare per creare una serie di isole
tematiche e dare vita a un ambiente sempre diverso. “Non
sono un architetto e anche per questo la mia prima idea è
stata eliminare ogni elemento architettonico per dare al
prodotto la massima visibilità”, racconta il progettista
milanese che da un anno ha fondato con Andreas Boccone
il suo studio Acerbo. Tutto è bianco, tranne i capi in
vendita e le luci led colorate proiettate sul pavimento.
Retail O, il progetto del giapponese Kazuya
Yamazaki, prende spunto dalla forma della lettera O: una
serie di anelli rotondi collegati tra loro distribuisce lo
spazio e serve per esporre i prodotti. "Ho fatto un passo
indietro in modo da rendere armonico il
mio progetto al design dei prodotti in vendita. La parola
d'ordine? Semplicità". Elena Sommariva
Dall'alto: Luis
Pereira Miguel, Andrea Branzi,
Alessandro Benetton, Yuri Naruse, Tommaso Bistacchi,
Kazuya Yamazaki
I sei progetti finalisti sono visibili sul sito di
Colorsdesigner: https://www.colorsdesigner.com
Luis Pereira Miguel vincitore di Colorsdesigner
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- Elena Sommariva
- 27 gennaio 2009