Per circa un mese e mezzo, Bureau for Art Nerds ha animato la città di Milano con 7 appuntamenti diversi in sedi differenti tra l'ISR, la storica Casa Morigi (autogestita dal 1976), gli spazi no profit dell'organizzazione O' e Gasconade e il Liceo artistico Caravaggio nei pressi di via Padova, creando un ponte tra un'istituzione e varie realtà pubbliche e indipendenti a Milano. Domus ha intervistato la curatrice del programma Valentina Sansone e Hannah Weinberger, autrice della performance Concerto Locale, che ha inaugurato il programma.
Roberto Zancan: Valentina, come si articola in questa stagione il programma della sezione milanese dell'Istituto Svizzero di Roma? Come avete scelto la performance presentata il 28 maggio e come s'inserisce nella concezione della mostra?
Valentina Sansone: Bureau for Art Nerds è un ciclo di manifestazioni consistente in due mostre e cinque eventi di una serata ciascuno, allestiti fino al 26 giugno presso la sezione di Milano dell'Istituto Svizzero di Roma e in spazi pubblici e autogestiti della città. Il Bureau comprende progetti autogestiti recentemente finanziati in Svizzera e a Milano, ed esperimenti di un particolare tipo di eventi che per natura si sottraggono a qualunque definizione in quanto tale, ma che si possono definire dei "non-happening" con l'obiettivo di innescare una serie di riflessioni critiche. Con l'espressione "non-happening" non intendo semplicemente azioni artistiche improvvisate che si svolgono in spazi non convenzionali, ma azioni che allo stesso tempo riguardano anche realtà mutevoli, aperte e nomadi, iniziative effimere di natura performativa che attivano l'analisi di tutti gli strumenti che adottano una pratica collettiva. Tutti i progetti invitati al Bureau – Fluck|Paulus, Anonima Nuotatori, Hannah Weinberger, Full Moon Saloon di Dafne Boggeri, Hotel Palenque, Curtat Tunnel, Carrozzeria Margot – hanno in comune l'attenzione all'organizzazione di eventi effimeri e si accordano bene con un sistema aperto, secondo gli interessi specifici di ogni gruppo. I progetti in parte si svolgono in vari luoghi per tutta Milano (la storica Casa Morigi, autogestita dal 1976, gli spazi non-profit O' e Gasconade, il liceo artistico statale Caravaggio vicino a via Padova); un'altra parte del Bureau si trova attualmente presso la sezione di Milano dell'Istituto Svizzero di Roma, che per l'occasione promuove una rete costituita da collegamenti ed eventi di sostegno a temi e pratiche non istituzionali.
Hannah Weinberger: Nella mia performance c'erano una quarantina di persone attivamente coinvolte nella realizzazione dell'opera finale, destinata a essere poi trasformata in una mostra. Era la prima volta che un gesto performativo dava origine, vita al mio lavoro, che sarebbe poi rimasto visibile per qualche settimana nella forma della scena della performance deserta, svuotata di tutto tranne che degli altoparlanti dei computer, ciascuno dei quali diffondeva la propria traccia in continuo. La partecipazione è stata un aspetto importante nella creazione dell'opera. Quaranta individui hanno creato quaranta tracce, ciascuna della durata di un'ora, registrate in quaranta canali su un'unica macchina e suonate come un loop di un'ora. Ogni partecipante lavorava sulla sua traccia, cercando di non farsi distrarre dagli altri, di trovare un certo ritmo, in modo da creare una sua composizione. Ogni individuo per un'ora è stato un compositore: musicisti esperti accanto ad artisti e a persone che avevano alle spalle ogni tipo di formazione. Si sono impegnati, in quel particolare momento, in una produzione sonora vincolata dalle possibilità del software che avevo chiesto loro di usare, o di qualunque cosa riuscissero a collegare con un minijack. Da lontano le quaranta persone, sedute ai banchi davanti ai loro portatili aperti, sembravano tutte uguali, ciascuna intenta a creare la sua musica.
Con l'espressione "non-happening" non intendo semplicemente azioni artistiche improvvisate che si svolgono in spazi non convenzionali, ma azioni che riguardano anche realtà mutevoli, aperte e nomadi, iniziative effimere di natura performativa, che attivano l'analisi di tutti gli strumenti che adottano una pratica collettiva.
VS: La performance Concerto locale è stata l'occasione di avviare un processo critico che mette in questione l'idea di gruppo e che ci ha sorpreso per la dinamica che ha innescato. Il punto di partenza è consistito nel presentare, nel raccontare il lavoro di Hannah ai potenziali performer in modo da coinvolgerli nel progetto, a partire dal livello personale; poi nel parlare con gli studenti e, a poco a poco, nell'ampliare i canali di comunicazione tramite i social network. Anonima Nuotatori e Gasconade di Milano, per esempio, hanno preso parte alla performance e sono stati coinvolti a livello personale e attraverso un rapporto personale grazie alla rete del Bureau, mentre gli altri sono entrati in rapporto con l'artista in modo assolutamente casuale: uno studente ha trovato per terra un volantino che offriva di partecipare liberamente alla performance, ha riflettuto sul progetto e poi vi ha preso parte! Concerto locale ha dato occasione di mettere in discussione il ruolo dei collettivi e delle pratiche non autoreferenziali che portano a un confronto e a un rapporto di scambio, rivolto a individuare limiti e resistenze. Artisti e curatori dovrebbero coltivare le potenzialità di queste pratiche collaborative e collettive. Le iniziative autogestite milanesi che fanno parte di Bureau for Art Nerds sono un buon punto di partenza per promuovere a livello locale prassi auspicabili in generale. HW: Sì, è stato divertente, e il personale dell'Istituto Svizzero ha dato al progetto un grande contributo personale… E ha anche partecipato alla performance. Anche grazie a loro oggi a Milano ho un sacco di nuovi amici!