Centotredici anni di storia: più di un secolo di innovazioni, concept e design che hanno ridefinito più volte la storia della progettazione automobilistica in Italia e nel mondo. È l’eredità illustre e unica del design Alfa Romeo. Un metaforico gigante sulle cui spalle oggi siedono i designer del marchio con un compito impegnativo quanto esaltante: tradurre quell’esperienza e traghettarla nel futuro elettrico della mobilità.
Il percorso è iniziato ufficialmente con il lancio della Tonale Plug-in Hybrid Q4, l’auto che completa la gamma Tonale e con cui il brand si è data un obiettivo chiaro: offrire una “risposta Alfa” alla transizione elettrica senza snaturare il DNA Alfa Romeo. L’approccio scelto dai designer è un’evoluzione e un tributo a quei 113 anni di storia, che qui vogliamo ripercorrere ricordandone le tappe più importanti.
La storia di Alfa Romeo ha inizio nel 1910, quando il Cavalier Ugo Stella acquisisce la Società Italiana Automobili Darracq, succursale italiana di un produttore francese. Nel 1915 la società diventa A.L.F.A. (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili), e fin da subito si concentra sulla progettazione e il design delle vetture. Alla guida c’è Giuseppe Merosi, uno dei più rispettati ingegneri dell’epoca. Il primo veicolo prodotto è la 24HP, un’auto che oggi definiremmo una sport sedan e capace di raggiungere una velocità di punta di circa 100km/h. Il richiamo della velocità porta l’azienda a lavorare su un prototipo che sembra uscito da un film di fantascienza: la 40/60HP “Aerodinamica”. Costruito su commissione dalla Carrozzeria Castagna, il veicolo è la prima vera monovolume della storia. Realizzato interamente in metallo, ha oblò circolari e un’insolita forma bombata da sottomarino grazie alla quale può fendere l’aria raggiungendo velocità di punta di 139km/h.
A seguito del primo conflitto mondiale, si apre il secondo capitolo della storia Alfa, siglato dall’unione con il nome dell’imprenditore Nicola Romeo, che aveva rilevato la società prima della Grande Guerra. Gli anni tra i due conflitti mondiali vedono susseguirsi idee sempre nuove e grandi innovazioni, sia dal punto di vista ingegneristico e tecnologico, sia sotto il profilo del design.
Nel 1922 inizia la produzione dell’Alfa Romeo RL. È il primo grande successo internazionale dell’azienda, nonché un’auto vincente come poche altre prima di allora.Negli anni 20 Alfa Romeo si aggiudica tutto quello che si poteva vincere nelle competizioni automobilistiche.
Assieme alla vocazione sportiva cresceva però anche la ricerca del marchio nel design: un percorso che alla fine del decennio culmina nel modello 6C, che permette ad Alfa Romeo di vincere tanto nelle competizioni quando nelle gare di eleganza grazie a una linea innovativa e unica nel suo genere.
Dal 1931 al 1939 il settore delle corse sarà invece dominato dalla 8C, la prima vera hypercar della storia. La otto cilindri è un concentrato di tecnologia e design senza precedenti. Leggenda vuole che sia stata proprio una 8C 2900 a far dire a Henry Ford: “ogni volta che vedo passare un’Alfa Romeo, mi levo il cappello”.
Nel 1947 Alfa Romeo lancia le 6C 2500 “Freccia D’oro”, “Villa D’Este” e “Supersport”, divenute subito un’icona di stile. Sul nuovo modello debuttano elementi di design che ancora oggi distinguono il marchio, come la griglia centrale triangolare a mo’ di scudo, con il logo al centro, e le prese d’aria laterali, che ritroviamo oggi sulla Tonale in una rielaborazione contemporanea. Negli anni ‘50 riprendono anche le vittorie nelle corse, con la Tipo 158, la prima vera “Alfetta”: un capolavoro di ingegneria e aerodinamica. Grazie alla progettazione e al motore 1500 più potente mai costruito, poteva raggiungere i 306km/h.
Nei primi anni ’50 l’azienda decide però di ritirarsi, pressoché imbattuta, dalle competizioni automobilistiche per concentrarsi invece sulla produzione commerciale. Con l’introduzione delle catene di montaggio e il passaggio a una produzione industriale di massa, l’azienda si trasforma in un produttore su larga scala di importanza globale: il risultato saranno decenni di grandi successi, capaci di cementare il ruolo di Alfa Romeo come simbolo indiscusso della qualità del design automobilistico italiano.
Nel 1954 nasce la Giulietta, presentata nel modello Sprint disegnato da Bertone al Salone dell’Auto di Torino: è un vero e proprio spartiacque, non solo per quel design che farà la storia, ma anche per gli avanzamenti tecnologici di cui è ambasciatrice, come il motore bialbero 1300cc con testata in lega d’alluminio, il famoso Twin Cam che Alfa Romeo produrrà per decenni. Giulietta Sprint è un successo senza precedenti: Alfa Romeo è costretta a sospendere gli ordini pochi giorni dopo la presentazione per riuscire a soddisfare tutte le richieste.
Sulle ali del successo della Giulietta, Alfa Romeo introdurrà otto anni più tardi un altro modello destinato a fare la storia: la Giulia, presentata all’Autodromo di Monza nel 1962. Il nuovo modello è un concentrato di innovazione, a partire da un design testato in galleria del vento che le garantiva un coefficiente d’attrito aerodinamico di 0.34. Pesa solo 1000Kg e monta — nella versione TI – un motore 1570cc che garantisce facilità di guida e uno sprint eccellente.
Le vendite vanno così bene che Alfa Romeo decide di affiancare allo stabilimento di Portello un nuovo polo di produzione ad Arese, vicino Milano: qui l’azienda sposterà la sua sede ufficiale fino al 1986. Dalla Giulia derivano poi altri modelli di successo che ancora oggi trovano spazio negli annali Alfa Romeo, dalla Sprint GT, alla Spider Duetto (1966) che Dustin Hoffman guida nel film “Il Laureato” del 1967.
In quegli anni di irrefrenabile fermento nasce anche anche la leggendaria Tipo 33, che non solo vincerà tantissimo in varie configurazioni fino alla fine degli anni settanta, ma sarà anche d’ispirazione a una serie di evoluzioni che segnano lo sviluppo del design Alfa Romeo. La versione omologata della 33, la “Stradale”, era una supercar dei sogni: vola a 260 km/h e ne vengono costruite – rigorosamente a mano – solo 18. La 33 stradale sarà anche la metaforica tela su cui i maggiori designer italiani dell’epoca sperimenteranno senza limiti le proprie idee più audaci. Nel 1968 Bertone disegna e realizza il prototipo 33 Carabo, un’auto spaziale che sembra venuta dal futuro, con portiere a forbice che ispireranno i design di celebri modelli di altre case di lusso italiane.
Negli anni ’70 Alfa Romeo risponde inoltre ai grandi cambiamenti del mercato con una serie di nuovi modelli di largo successo come l’Alfa Sud e soprattutto l’Alfetta, omonima della monoposto degli anni 50, una sedan sportiva che per molti anni rimarrà campione di vendite nel proprio segmento.
Gli Anni ’80 segneranno per Alfa Romeo un altro fondamentale momento di svolta e, ancora una volta, l’ingresso in una nuova epoca. Nel 1986, dopo un periodo di difficoltà, l’azienda viene venduta da Finmeccanica al Gruppo Fiat. Nell’ottica del rilancio del marchio, l’azienda torinese favorirà gli investimenti sul design con l’apertura di un nuovo centro di design. Alla fine del decennio arriva l’Alfa 164, il primo modello dell’epoca Fiat: disegnata da Pinifarina e prodotta ad Arese, è una sedan spaziosa adatta anche alle famiglie, ma che non rinuncia in alcun modo alla vocazione e al look sportivo.
Nei tre lustri successivi, poi, sotto la guida di Walter de Silva, il centro Design di Arese si occuperà di progetti importantissimi per l’evoluzione del marchio, come i prototipi Nuvola e Proteo, ma anche la 145, le 156 e 147 e più tardi l’Alfa MiTo.
Verso la fine del secolo gli investimenti nel design e nell’innovazione del centro di Arese cominceranno a dare i propri frutti più pregiati. Nel 1997 arriva la Alfa Romeo 156, un’auto capace di riscrivere i paradigmi della progettazione automobilistica. Dal punto di vista tecnologico introduce novità senza precedenti, come il sistema di iniezione common rail per i motori diesel che poi verrà adottato praticamente da tutte le case automobilistiche. A suggellare l’innovazione e un altro nuovo capitolo dell’eccellenza di design Alfa Romeo, la vettura nel 1998 vincerà l’ambito premio Auto dell’Anno.
Il team di de Silva si renderà poi protagonista nel 2000 di un’importante doppietta, con la vittoria dello stesso riconoscimento anche con la Alfa Romeo 147. Con questo modello i designer ripensano subito il frontale della 156, nonostante il suo successo, e lo migliorano ancora. Il resto dell’auto è un trionfo di compattezza sportiva che incarna perfettamente lo spirito Alfa Romeo.
Negli anni successivi il marchio continua a esplorare e creare icone di design. Nel 2003 arriva l’Alfa GT Bertone, una sedan che ricorda la Giulietta Sprint. Poi l’Alfa Romeo Brera, con il ritorno al segmento 2+2, con tetto panoramico e controllo elettronico della trazione su tutti i modelli.
E poi ancora la 8C Competizione e la 8C Spider, supercar per pochi che rievocano i fasti delle sportive degli anni ‘60 e ‘70, fino al grande ritorno della Giulietta nel 2010, celebrazione della grande storia Alfa. Nel 2016 fa il suo ritorno trionfale anche la Giulia, che assieme alla Stelvio del 2017 – un crossover basato sulla stessa piattaforma – pone le basi per il presente del design Alfa Romeo.
Ed eccoci infine di nuovo ai giorni nostri, con l’introduzione del concept Tonale nel 2019. Disegnato dal Centro Stile di Torino, viene mostrato al Salone di Ginevra già in una versione ibrida che poi diventerà la Tonale Plug-In Hybrid Q4.
Oggi arriva su strada a completare il percorso Tonale: è l’Alfa Romeo più tecnologica di sempre. I designer del Centro Stile sono riusciti a mescolare le novità tecnologiche con quello spirito Alfa che ha da sempre segnato ogni nuovo design e ogni nuovo modello del marchio.
Non serve l’occhio di un alfista per accorgersi di quanto la Tonale sia un tributo contemporaneo alla Storia Alfa. Nel SUV compatto si può scorgere l’evoluzione dello stile recente del marchio, ma si assaporano anche citazioni illustri, come la fiancata che richiama l’eleganza della Giulia GT del 1960, o i triplici fari LED frontali che si ispirano alla sportività dell’Alfa Romeo Sprint Zagato del 1989.
“L’Alfa Romeo è un modo particolare di vivere, di vivere l’automobile. La vera essenza dell’Alfa sfida ogni descrizione”, diceva negli anni 60 Orazio Satta Puliga, storico designer e direttore della progettazione Alfa dal 1946 fino agli anni 70. “Può essere paragonata a quei movimenti irrazionali dello spirito che a volte si verificano nell’uomo e per i quali non esiste una spiegazione logica. Siamo nel regno delle sensazioni, delle passioni, delle cose che hanno più a che fare con il cuore che con la testa.”
È questa l’eredità di cui Tonale si fa portatrice. Un lungo corso che, oggi più che mai, nell’era nuova dell’intelligenza artificiale generativa, dell’elettrificazione, della mobilità sostenibile, può permettere a un marchio con 110 anni storia di abbracciare il futuro con coraggio. Cambiando ancora, eppure rimanendo sempre lo stesso.
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