Basement vs. garage, l’illuminismo del sottosuolo

Basement in America, garage in Europa: il luogo più tralasciato della casa è anche quello dei segreti e delle ossessioni. Oggi, però, costruire sottoterra significa anche rinascita.

Basement vs. garage, l’illuminismo del sottosuolo

Basement in America, garage in Europa: il luogo più tralasciato della casa è anche quello dei segreti e delle ossessioni. Oggi, però, costruire sottoterra significa anche rinascita.

Was soll ich machen, zum lachen in den Keller gehen…

Cosa dovrei fare, andare a ridere nel seminterrato…

Tobsucht, 1998, band tedesca

In Europa, specialmente in Austria, il Seminterrato è un luogo di ossessioni, da quelle private e sospette a quelle più innocue e utilitaristiche. Alcune persone passano la maggior parte del loro tempo libero (Freizeit) nel seminterrato anziché nei loro salotti in superficie, preferendo al sogno di un conformismo socio-culturale la cruda realtà dell’ossessione e dell’oscurità.

Mentre in Europa si punta a creare costruzioni in legno sostenibili che si innalzano fino alle nuvole, in California ci si affida al cemento per costruire sempre più in profondità. Oggi, la scarsità di beni immobili sta finalmente facendo i conti con i tantissimi edifici a un piano di Los Angeles, portando a una sempre maggiore costruzione di parcheggi sotterranei e di edifici residenziali e adibiti a uffici in cemento a più piani. Inoltre, la California è alle prese con l’incredibile impennata dei prezzi del legno a causa della pandemia. E proprio questo recente cambiamento nei metodi di costruzione, e più in generale le circostanze della vita pandemica, mi spingono a riflettere sul valore delle costruzioni “sotto la terra”. È nella natura di un edificio costruito sotto terra che il materiale da costruzione debba essere adeguato alle condizioni che lo circondano – per esempio si usano materiali più permanenti affinché possano resistere all’umidità, ai terremoti, ai saccheggiatori e agli animali.

Il lato più oscuro del sottosuolo e dei suoi segreti emerge nell’opera di Ulrich Seidl, il cineasta e documentarista austriaco che ci svela le dimensioni umane della cantina come spazio ossessivo. Il suo film, In Cantina (Im Keller) è un documentario del 2014 sulle vite sotterranee degli escapisti del seminterrato. (Il film è stato presentato in anteprima Fuori Concorso durante la 71a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia).

Il lato estremo dell’ossessione delle cantine è ben rappresentato da Josef Fritzl. Negli anni ’70, ad Amstetten, una città della Bassa Austria, Fritzl cominciò ad ampliare la cantina sotto la sua casa di periferia per schiavizzare una delle sue figlie, cosa che fece per più di 24 anni. Fingendo e convincendo tutti che fosse scappata, la violentò più di mille volte, facendole avere sette figli. Uno di loro morì, tre rimasero in cantina, e tre furono ammessi in superficie: per spiegare la loro esistenza alla moglie, Fritzl le raccontò che la figlia li aveva lasciati sulla soglia di casa sua come “trovatelli” affinché lei se ne prendesse cura. Durante il processo, Fritzl sostenne di essere stato un padre premuroso, e di aver portato giocattoli e videocassette in cantina.

A un osservatore esterno, che un tale crimine potesse consumarsi nella sana normalità della periferia austriaca sembrava quasi inconcepibile, ma ci sono prove documentali di altri casi di comportamenti simili avvenuti nei seminterrati di tutta Europa. Un’eccezione a questo stereotipo per me è sempre stato The Pit di Peter Noever a Breitenbrunn, Austria, costruito nel 1970. In questo progetto, l’oscurità di una cantina sotterranea viene annullata portando alla luce lo spazio sotterraneo, uno spazio che adesso è raggiunto dai raggi del sole e si apre al paesaggio circostante. Il sottosuolo inondato di luce può ora ricevere l’interazione umana, creando un finale aperto e luminoso al posto di una conclusione altrimenti oscura. Questo progetto, che comprende anche i Conversation Pits di Walter Pichler, è diventato nel tempo un esempio positivo di come si possa sfuggire alla tirannia della convenzione donando all’intenzionalità di un uso programmato un nuovo ottimistico inizio.

Diversamente dalla più cupa realtà austriaca, nella soleggiata West Coast e in America centrale i garage sono luoghi di ossessione ed evasione, dalle garage band (Nirvana), all’invenzione di computer di largo consumo (Apple), ai frequenti suicidi per asfissia da monossido di carbonio. Nei garage si è liberi di abbandonare i comportamenti convenzionali e lasciare che quelli estremi prendano il sopravvento. Tuttavia, essendo in superficie, gli edifici americani sono più esposti a sguardi indiscreti, e dunque non raggiungono mai lo stesso livello di clandestinità degli scantinati più bui. Anche le soffitte, altro potenziale luogo oscuro, sono spesso compromesse perché rese nella maggior parte dei casi spazi superflui usati solo per l’installazione di canali e condotti per impianti di climatizzazione piuttosto che per custodire segreti. Oggi i californiani possono celare i loro segreti nel vasto universo dei magazzini, ma questo è un altro discorso – che i reality show non hanno ancora del tutto sfruttato.

The Underground Gardens di Baldassare Forestiere, Fresno CA

Agli inizi del novecento, il sole della California e il suo clima secco ispirarono l’immigrato siciliano Baldassare Forestiere a creare un agrumeto dietro la sua modesta casa nei pressi di Fresno, ma ben presto scoprì che le frequenti annaffiature rendevano le radici dei suoi alberi così pesanti da farli sprofondare sei metri più in basso, in uno strato di argilla già infossato. Dopo che la maggior parte degli altri alberi furono sprofondati, Forestiere iniziò a collegare tra di loro le profonde buche, creando una rete di tunnel e stanze sotterranee. Gli alberi prosperarono, ma il suo matrimonio andò in pezzi perché passava troppo tempo sottoterra. Un imprenditore edile lo convinse a scavare un vialetto per trasformare questo paradiso sotterraneo in un fresco motel. Oggi è considerato un monumento storico, e una targa commemorativa celebra lo “spirito creativo e individualista non vincolato dalla convenzionalità” dei Forestiere Underground Gardens. Io ho visitato questi giardini alla fine degli anni ’70, e sono rimasto colpito dall’ottimismo e dalla vitalità degli alberi d’arancio che sbucano dall’oscurità per abbracciare la luce.

Paradero Hotel, Yashar Yektajo e Ruben Valdez, 2018-20, Todos Santos, Bassa California del Sud; Foto: Yoshiro Koitani

Il mio primo progetto architettonico è stato un edificio sotterraneo sulle colline della Napa Valley nel 1978, in seguito ai miei studi concettuali per un’architettura per una nuova California. Il progetto, 10 Californian Houses, esplorava condizioni di vita estreme prive di caratteristiche rappresentative come piante o facciate convenzionali. Qui le case, per lo più costruite nel terreno, offrono una chiave di lettura di diverse ossessioni californiane. E così c’è una casa per un corridore, condomini per sommozzatori e surfisti, una casa per due fratelli lottatori, e un hotel per alpinisti scolpito in una mitica formazione rocciosa. Questa esplorazione mi ha portato al mio primo cliente, il quale voleva costruire un fienile in cui vivere e un deposito sotterraneo in cui custodire tutti i vestiti indossati dalla famiglia. Questa estrema contraddizione programmatica mi ha spinto a suggerire un edificio costruito dentro al pendio di una collina – la collezione di vestiti completamente sommersa nel terreno, mentre l’abitazione emerge dal suolo e raggiunge i raggi del sole. (Goldman/Ashford Residence, St Helena, 1978/Batey&Mack)

Mentre le ossessioni più oscure possono prosperare in un mondo senza luce naturale, vorrei ora guardare il lato più positivo e ottimista del sottosuolo. Le attuali tendenze edilizie della West Coast riflettono le preoccupazioni culturali e globali del cambiamento climatico, ed è semplicemente prudente vedere la terra calda come una compagna in questo viaggio verso un minore impiego di energia per il riscaldamento e il raffreddamento delle temperature. In un recente viaggio all’insegna del surf nella penisola di Bassa California ho visto diversi edifici che usano la forza bruta del cemento come nuova espressione formale e di comfort.

Goldman /Ashforth Residence, Batey& Mack, 1980,St. Helena, Napa Valley CA

A Todos Santos, in Bassa California del Sud, Taller Terreno, Kevin Wickham e Mark Cruz hanno costruito una casa sotterranea completa di laboratorio di ceramica su un terreno leggermente in pendenza che si affaccia sull’Oceano Pacifico. La struttura di cemento a vista fa un timido capolino fuori dal suo abbraccio terrestre, restando fresca d’estate e calda d’inverno. Entrando dall’alto attraverso un tetto spoglio, le scale conducono in un ventre protettivo fatto di camere da letto e zone living. La piscina soleggiata e la facciata di vetro esposta a sud creano un interno minimalista e sofisticato, dove le dure pareti di cemento vengono addolcite da mobili eccentrici e surreali opere d’arte in ceramica.

Goldman /Ashforth Residence, Batey& Mack, 1980,St. Helena, Napa Valley CA

Allo stesso modo, il vicino Paradero Hotel, completamente costruito in calcestruzzo, forma un’oasi protetta in un paesaggio altrimenti arido. Progettato da Yashar Yektajo e Ruben Valdez, il complesso abilmente organizzato colloca tutti i servizi per gli ospiti (come la reception, il ristorante, la cucina e la spa) in diverse strutture in calcestruzzo completamente all’aperto. Lo spazio aperto, simile a un’oasi, è circondato da un anello di stanze di calcestruzzo a due piani a cui si accede da scale individuali. L’architettura brutalista e quasi nostalgica del resort è ammorbidita da un concept restaurant Farm to Table, e costringe a passare più tempo possibile all’esterno. L’hotel di lusso fornisce ai clienti poncho e coperte lavorate a mano per le fresche serate nel deserto, e si rivolge agli appassionati di design e di cibo con la sua estetica naturale e grezza. Nei progetti di RIMA, la terra battuta torna ad essere un materiale perfetto per la costruzione residenziale e commerciale. Il complesso artistico Casa Ballena a San Jose del Cabo, progettato da Gerardo Rivero, celebra il prolungamento naturale della terra come materiale da costruzione naturale, come era già successo negli anni 60′ e 70′, quando era il materiale da costruzione fai da te preferito dagli Hippie.

House for two fighting brothers - 10 Californian houses, Mark Mack, 1977, Pamphlet Architecture #2/1980
Peter Noever , The pit 1970-presente / Breitenbrun, Austria

Con questa nuova tendenza ad apprezzare materiali da costruzione naturali ci stiamo avvicinando a un modo più sostanziale di costruire, vicino o dentro al terreno, oppure è solo una nuova visione alla moda del materialismo architettonico? Costruire con materiali più reali e solidi e ricongiungersi con il rigore della prima architettura modernista, creando un’architettura nel suo stato puro e naturale di permanenza aptica è sempre stato un sogno proibito per la maggior parte degli architetti. Il fatto che si stia investendo nel sotterraneo suggerisce non solo una nuova realtà della tecnologia edilizia, ma anche un utilizzo più ottimistico delle dimensioni solitamente nascoste degli edifici. Senza paura dell’oscurità e del sottosuolo, oggi possiamo finalmente abbracciare l’opportunità che questo vecchio materiale ci offre, senza nascondere la testa nella sabbia, ma piuttosto lasciando che la terra calda ci riscaldi, avvicinandoci al suolo, facendoci abbracciare e circondare dal nostro pianeta.

Paradero Hotel, Yashar Yektajo e Ruben Valdez, 2018-20, Todos Santos, Bassa California del Sud; Foto: Yoshiro Koitani
Paradero Hotel, Yashar Yektajo e Ruben Valdez, 2018-20, Todos Santos, Bassa California del Sud; Foto: Yoshiro Koitani