Nizza, la nuova città giardino del Mediterraneo

Entro il 2026, l’obiettivo della città francese è completare la rigenerazione in chiave ecologica. Una quarta linea del tram, piste ciclabili al posto degli autobus, un parco progettato nel nome della biodiversità. È il gran finale di un piano di radicale riposizionamento iniziato dodici anni fa.

Nizza, la nuova città giardino del Mediterraneo

Entro il 2026, l’obiettivo della città francese è completare la rigenerazione in chiave ecologica. Una quarta linea del tram, piste ciclabili al posto degli autobus, un parco progettato nel nome della biodiversità. È il gran finale di un piano di radicale riposizionamento iniziato dodici anni fa.

Fino al 2008, Nizza è stata una media città del Mediterraneo. Il colore dominante era il blu – del mare e di Yves Klein, che qui è nato –, l’aeroporto internazionale si classificava come secondo scalo di Francia e le opere di una serie di nomi celebri della storia dell’arte erano utili soprattutto ad attrarre il turismo. La svolta verde, che sta riposizionando la città tra i luoghi non solo da visitare, ma anche da vivere, è arrivata con una strategia di lungo termine che ha portato a inaugurare parchi, impiantare alberi, tracciare nuove linee dei tram per collegare l’aeroporto e riscoprire le periferie. Se oggi guardiamo dall’alto la mappa di questa trasformazione, è evidente che l’opera non è terminata: nei prossimi cinque anni sono programmate altre demolizioni di edifici, più obsoleti che storici e, al loro posto, ancora nuovi spazi verdi. 

“Negli ultimi dodici anni la direzione è cambiata, la città di Nizza si è sviluppata fino a diventare la città verde del Mediterraneo” spiega Anne Ramos, attuale vicesindaco della città con delega all’urbanistica “l’economia turistica è importante nel nostro territorio, ma lasciare che una città dipendesse da un solo settore economico non era responsabile. Per questo motivo, nel 2008, abbiamo avviato una radicale diversificazione economica”.  
Una rivoluzione che è passata attraverso una politica innovativa  sul fronte dello sviluppo sostenibile. Pur mantenendo un attaccamento storico al blu, l’attenzione della città è stata rivolta verso un altro colore: il verde, il green 

Plantation Olivier parc de l'Ouest
Grand Parc Plaine du Var
Una rivoluzione programmata

La tabella di marcia di questo cambiamento si è mossa per tappe serrate: due macro-fasi, la prima terminata nel 2020, e la seconda che arriverà al 2025. All’interno di questa pianificazione,  una lunga serie di step semestrali hanno interessato i singoli quartieri. Un progetto di questo portata, che coinvolge aree così vaste di una città in intervallo di tempo così lungo, con quindici anni di cantieri, si trova per forza ad affrontare il problema dell’equilibrio tra le esigenze dei cittadini residenti e l’obiettivo di raggiungere un nuovo posizionamento nei confronti dei turisti che vivono la città solo per pochi giorni. “La sfida è stata quella di anticipare le possibili criticità, dal traffico all’utilizzo degli spazi pubblici durante i cantieri” spiega Anne Ramos. “Uno degli strumenti che abbiamo usato è stato istituire periodicamente una consultazione pubblica sui principali progetti di sviluppo. Tutta la fase di costruzione è stata realizzata tenendo conto della qualità delle funzioni urbane, della vita quotidiana in città”.

La sfida è stata quella di anticipare le possibili criticità, dal traffico all’utilizzo degli spazi pubblici durante i cantieri.
- Anne Ramos

Punto di inizio della rivoluzione verde di Nizza è stata la Promenade du Paillon, inaugurata nel 2013. 12 ettari di verde in pieno centro, al posto di una obsoleta stazione degli autobus e di un enorme parcheggio in superficie. La Promenade du Paillon, oggi, è uno dei parchi più frequentati di Francia dove convivono architettura e biodiversità, e si è ricavata il suo spazio diventando la corrispondente urbana della Promenade des Anglais, la lunga e storica passeggiata sul mare concepita con un piano regolatore di metà ‘800. 

Il nuovo modello di trasporto pubblico

In parallelo, nuovi cantieri sono stati aperti nelle vie del centro, dove lo spazio tra i palazzi residenziali era destinato alle automobili e agli autobus. Oggi, nella maggior parte di queste vie è stata conservata una sola carreggiata per le auto, mentre il resto della superficie è occupata da piste ciclabili e verde pubblico. La quasi completa abolizione degli autobus, e la sostituzione delle corsie-bus con piste ciclabili protette, è stata resa possibile dall’introduzione delle nuove linee dei tram: tre linee, con una quarta in costruzione. La Linea 1 è tradizionale e di superficie, mentre la Linea 2, inaugurata nel 2019, ha creato un collegamento diretto tra il porto turistico e l’aeroporto, ai poli opposti della città. I tram della Linea 2, di un colore ocra scelto con consultazione pubblica, sono autoalimentati da batterie. In questo modo si è evitato che le infrastrutture elettriche condizionassero il paesaggio urbano.  
Le nuove linee del tram hanno portato 77.000 metri quadrati di manto erboso sistemato lungo i binari e 2400 nuovi alberi. Inoltre, hanno avvicinato le periferie, spesso difficili, al centro cittadino e fatto volare il mercato immobiliare. Un rialzo medio del 20%, inizialmente sulla sola base delle mappe del tracciato, e si dovranno attendere i prossimi anni per capire se le promesse erano abbastanza solide da giustificare la crescita. 
Senz’altro, a beneficiare nell’immediato di questo piano sintetizzato nello slogan “1 albero ogni 5 abitanti” è stata la qualità dell’aria: dopo l’arrivo della Linea 2 del tram, sulla Promenade des Anglais il traffico si è ridotto del 10%, del 22% lungo l’Avenue de la Californie, con una diminuzione dell’emissione di CO2 e di polveri sottili che ha raggiunto il 65%.  

Inaugurazione del tram di Ora Ito

Oltre al designer Ora Ito, cresciuto tra Nizza e Marsiglia, in questi dodici anni sono stati coinvolti paesaggisti ed urbanisti da ogni parte del mondo: Michel Pena che ha immaginato la Promenade du Paillon, lo spagnolo Joseph Lluis Mateo, il giapponese Sou Fujimoto, oltre ai francesi Jean Nouvel e Jean-Michel Wilmotte che sono intervenuti nella costruzione del Grand Parc della Piana del Var 
Un’area di periferia, quest’ultima, dove hanno lavorato in sinergia il sistema imprenditoriale e la politica sociale, con una visione che non ha mai messo in antitesi ecologia ed economia. Con il progetto della Piana del Var e lo sviluppo della Eco-Valley ad ovest di Nizza, ad oggi sono stati creati 6500 posti di lavoro e se ne stimano altri 30.000 per i prossimi anni: dall’industria al commercio, dai servizi ai settori della ricerca e dell’ambiente. 

Il ruolo della tecnologia
Porto turistico di Nizza

Un importante ruolo è stato dato alla tecnologia, fattore che, più che strizzare l’occhio all’idea di smart city, qui è visto come una buona ragione per attrarre imprese . La Costa Azzurra è sempre stata attenta a questo aspetto, a partire dagli anni ’60, con la creazione del distretto di Sophia-Antipolis, la Silicon Valley francese. La tecnologia può essere una forte alleata dell’ambiente. Oggi tutta la città di Nizza è dotata di sensori che misurano la qualità dell’aria in tempo reale, per fornire uno strumento oggettivo a chi decide le misure da adottare. Inoltre, il Porto di Nizza, uno dei porti mediterranei più impegnati nella lotta contro l’inquinamento atmosferico, è considerato il primo porto intelligente d’Europa. Uno scalo prevalentemente turistico che è stato dotato di linee elettriche per permettere agli yacht di spegnere i motori ed abbattere le emissioni.

Spazio alle biciclette
Vélobleu
Piste ciclabili di Nizza

Se al posto degli autobus sono sorte le piste ciclabili protette, dove c’erano i parcheggi  quasi del tutto interrati  oggi sono presenti le stazioni delle biciclette. Il Vélo Bleu, il sevizio pubblico di biciclette a noleggio, conta più di 1500 mezzi e 2000 punti di prelievo, di cui una buona parte è stata convertita in elettrica: i mezzi e-Vélobleu. Anche in questo caso, l’occhio è stato rivolto al trasporto sostenibile come motore di sviluppo delle imprese. “Il nostro Plan Vélo” spiega Anne Ramos “non solo vuole incoraggiare i cittadini a lasciare l’automobile in garage per prendere la bicicletta, ma l’obiettivo è creare una vera e propria economia delle due ruote, con imprese che operino e si sviluppino in questo ambito. In questo senso, organizziamo spesso eventi e momenti di partnership tra le imprese, le associazioni ed il sistema scolastico.” Il risultato è che, la mattina presto, è ormai un’abitudine vedere gli studenti raggiungere i licei della città con un Vélo Bleu preso a noleggio. 

La sfida dell’inquinamento acustico

Ma quale è il colore del suono, anzi del rumore? Perché se costruire parchi urbani e nuove linee del tram significa rendere più green una città, l’inquinamento acustico non si vede ma c’è, soprattutto in Francia, terzo Paese dopo Stati Uniti e Italia per livelli di rumore nei centri urbani. Nei prossimi mesi, a Nizza verranno installati una serie di radar acustici chiamati “meduse” per la loro forma. Apparecchi dotati di microfoni che catturano il livello di rumore emesso da auto e motorini e, in caso di sforamento dei parametri, fotografano e multano i mezzi non in regola. “Stiamo combattendo contro ogni forma di inquinamento” spiega Anne Ramos “e questo include anche ridurre sensibilmente il numero di persone esposte a quello acusticoIl piano dei prossimi cinque anni è eliminare oltre 68 decibel dall’ambiente urbano. I servizi metropolitani stanno collaborando con il Ministero per portare avanti questa sperimentazione”. 

Stiamo combattendo contro ogni forma di inquinamento e questo include anche ridurre sensibilmente il numero di persone esposte a quello acustico.
- Anne Ramos

Una collaborazione, quella tra governo centrale e municipio, fatta di alti e bassi. Il periodo del Covid ha fatto crescere il desiderio di decentramento ed autonomia del sindaco Christian Estrosi. Avere le mani libere non riguarderebbe solo il tema di una maggiore vicinanza alle richieste dei propri cittadini, ma anche la possibilità di sperimentare questo genere di nuove frontiere – ecologia, economia, tecnologia – con maggiore flessibilità.

Un riposizionamento necessario

Le ragioni che hanno portato alla trasformazione di Nizza nella città verde del Mediterraneo sono di diverso tipo. Ci sono, naturalmente, le ragioni legate al benessere, che avranno una ricaduta sui costi sanitari: l’obiettivo è ridurre le emissioni del 55% su tutto il territorio urbano entro il 2030, ed abolire l’utilizzo dei combustibili fossili entro il 2050. Poi c’è una ragione che riguarda, nel bilancio, il fronte delle entrate: per una città in competizione globale con le principali mete del turismo e del lussoche significa elevata qualità della vita, un riposizionamento era necessario. Uscire dal passato e dimostrare a turisti e residenti che qui e ora si può vivere al meglio. “Tuttavia, questo posizionamento non è una novità, osserva Anne Ramos: “In un momento storico nel quale la sfida del clima è all’ordine del giorno per tutte le aree urbane occidentali, la città di Nizza è stata pioniera, negli ultimi 10 anni, di un modello di sviluppo sostenibile che conciliasse la crescita, l’occupazione e il rispetto per il pianeta”. 
In città, la natura è ogni giorno, ogni semestre, secondo la tabella di marcia, sempre più presente. E tutti questi alberi sono destinati a crescere ancora. 

Parc du ray