Attraverso un corridoio si arriva poi a una casa di quattro stanze, da acquistare e abitare per alcuni anni, curata da Julia King, che sia però “uno spazio per vivere, non speculazione”, alle spalle dell’acquirente. Tutto qui è allora provocatoriamente ridotto all’essenziale: ci sono solo pareti, impianti, servizi igienici e un lavandino, anche il letto è assente, perché sarà poi chi ci abita a sceglierlo su misura. Lo spazio dell’abitare si riduce così a involucro per corrispondere al valore di vendita dell’immobile, privo quindi di “quelle aggiunte”, che ne fanno aumentare il prezzo a dismisura.
L’ultimo modello esposto, dello studio Hesselbrand, ci appare allora quasi anacronistico, perché pensato come una casa dove una famiglia può vivere a lungo, anche decenni. Definito come “una stanza senza funzioni”, non è predisposto per usi specifici e le qualità spaziali e formali, diversificate e molteplici, sono plasmate dall’incidenza della luce, dall’apertura o chiusura degli spazi, dalla consistenza delle superfici, morbide o dure, mentre un grande letto quadrato domina la scena.