Il campus del Giant Interactive Group

Il nuovo progetto di Morphosis ha un cuore tenero dietro la corazza.

Quando possiamo considerare finito un edificio? Al termine della costruzione? O quando entrano gli inquilini? E come tener conto del contributo dei suoi occupanti nel valutarne le qualità? Un apparente conflitto tra la visione degli architetti e i gusti dei residenti è indice di fallimento? È un'opportunità? Una conseguenza inevitabile?

Il quartiere generale del Giant Interactive Group è un complesso di grandi dimensioni, che Morphosis sembra aver lasciato cadere nel mezzo di un vasto e desolato territorio. È lungo, basso e snello, opaco e trasparente, con un tetto verde ondulato che conferisce una piacevole varietà topografica a un sito ricavato da un terreno piano e acquitrinoso. Situato a Songjiang, antico centro oggi assorbito da Shanghai, sarà il fulcro di una nuova "zona industriale civilizzata": per ora si erge in totale solitudine.

Una strada asfaltata di fresco e sgombra da traffico divide il campus e articola elegantemente il programma in "attività produttive" a est (uffici, sale riunioni…) e "tempo libero" a ovest (palestra e piscina, club, bar e ristorante…). Lontano dalla città, il campus comprende tutti i servizi: tanto il committente quanto gli architetti, infatti, non hanno lesinato i mezzi nel fornire un'ampia gamma di servizi professionali e di intrattenimento ai dipendenti, molti dei quali risiedono qui, ma sono abituati alla frenetica attività di Shanghai. In tutto il campus sono presenti numerosi spazi collettivi: grandi e piccoli, interni ed esterni, definiti e vaghi. Ci sono una biblioteca e un auditorium, sale riunione e stanze per fumatori; vialetti assolati e angoli all'ombra, un vasto tetto scalabile e una stretta banchina che si allunga verso il centro di un laghetto fiancheggiato da alberi. Questi pensosi "spazi terzi" rappresentano una delle caratteristiche più tipiche del campus e suggeriscono l'esistenza di un cuore tenero e solidale dietro la corazza esterna dell'edificio.

Com'è ovvio, però, partite di badminton, abbracci affettuosi al chiaro di luna e pause caffè non sono esattamente gli ingredienti di una multinazionale. Appena a est del molo, sospesa sopra il lago, c'è la parte più spettacolare della struttura: è una scatola spiegazzata montata a sbalzo che ospita la sala riunioni, l'ufficio e la zona relax riservati alla straripante personalità di Shi Yuzhu, il proprietario della Giant. Yuzhu è una figura affascinante: fattosi interamente da sé, ha trasformato il Giant Group in una delle società più redditizie del Paese. In parte inventore, in parte giocatore d'azzardo, metà saggio, metà piazzista, rappresenta uno dei profili più iconici della Cina post-comunista. Ha investito denaro e fiducia nella proposta dello studio statunitense, e in non poche, ma cruciali, occasioni ha respinto i pareri dei suoi collaboratori, in modo che l'edificio potesse essere realizzato secondo i desideri degli architetti. Alla fine, risulta un'opera che impressiona per coerenza: indiscutibilmente Morphosis. Questo, forse, è il problema. Il quartier generale porta il marchio dei suoi progettisti: è complesso e futuristico dal punto di vista formale, trattenuto nella gamma cromatica e controllato nei materiali. È un ambiente di design totale, dal tetto ondulato alla sagoma che fa pensare a un lungo posacenere: l'effetto è, insieme, sottotono e sopra le righe. Lo spazio riservato a Shi Yuzhu ne è un buon esempio: l'interno è convenzionale, ma non semplice. All'estremità, la sala riunioni direzionale è uno spazio luminoso e, in gran parte, trasparente, che sembra costantemente sul punto di implodere. Il bianco è ovunque: il soffitto è in panelli di gesso e le pareti in Swisspearl. Il pavimento è in vetro, un espediente molto comune di questi tempi, ma in questo caso di grande effetto, dato che il visitatore non ha altra scelta che contemplare le torbide acque del lago, sopra le quali ha luogo la riunione.
Il campus del Giant Interactive Group si trova a Songjiang, un insediamento storico che è stato progressivamente inglobato dallo sviluppo di Shanghai. Circondato da canali esistenti, si affaccia su una vasca d’acqua artificiale; una grande struttura 
a sbalzo si prolunga sull’acqua.
Il campus del Giant Interactive Group si trova a Songjiang, un insediamento storico che è stato progressivamente inglobato dallo sviluppo di Shanghai. Circondato da canali esistenti, si affaccia su una vasca d’acqua artificiale; una grande struttura a sbalzo si prolunga sull’acqua.
Sopra la direzione c'è l'abitazione del signor Shi. Gli spazi sono disposti su due piattaforme, in un'intimità crescente, che va dal salotto al soggiorno, fino alla camera da letto. Come capita altrove, gli interni giocano a carte scoperte rispetto all'appariscente struttura dell'edificio. Il materiale e la tavolozza dei colori sono limitati, l'arredamento è minimo, ma le pareti e il tetto sono inclinati, e il soffitto a griglia e la facciata in vetro rivelano un numero vertiginoso di elementi strutturali. Come spazio, dà la sensazione di essere, insieme, stravagante ed essenziale: in parte hotel, in parte sala giochi, in parte magazzino.

Sul lato opposto sorge la controparte stilistica della suite di Shi: un'area di bacini e piscine che addolcisce i tratti più spigolosi del complesso. Per raggiungerla, si percorre una passerella sospesa, che ne rappresenta il principale asse di circolazione, nonché una delle sue caratteristiche più invitanti. Sulla destra, gli uffici: soleggiati e aperti, presentano un'atmosfera di distesa produttività. Nel suo primo incarico in Cina, Morphosis sembra aver inserito un elemento di gerarchia orizzontale di stampo californiano: tutti gli impiegati, dirigenza compresa, dividono un unico spazio, con locali privati riservati unicamente ai pochi rappresentanti dei ranghi più alti e alle loro segreterie.
Dopo aver attraversato la strada, il corridoio s'immerge sotto una copertura verde. Si accede così al centro ricreativo, con tavoli da biliardo, cortili per varie attività sportive e le già citate piscine. Lo spazio della piscina è del tutto particolare, in parte per la sensazione di morbidezza che evoca. Gli spigoli e gli angoli acuti dell'ufficio di Shi sono rimpiazzati da dolci pendii, serpentine e archi oblunghi. Un enorme lucernario ovale illumina lo spazio; dal soffitto pende un'informe sagoma a pois. Quest'ultimo elemento non ha una funzione ornamentale, ma è un ingegnoso mascheramento per colonne, condutture, tubi che ricorre in tutto l'edificio. Il luogo in cui pare più appropriato, comunque, è vicino alla piscina, ed è stato proprio lì che ho avuto occasione di esaminarlo e di capire cosa non torna in questo edificio.
Come architettura è espressiva, ma in qualche modo esangue. Il progetto è, a suo modo, intelligente e rigoroso, ma freddo: un equivalente tettonico della musica tecno. Ciò è dovuto in parte al colore: l'intera struttura è nelle gradazioni del grigio, con un paio di impertinenti pixel rosso lava e giallo "pallina da tennis", sparsi qui e là. Questi blob a pallini, definiti 'coni' dai loro creatori, dovrebbero divertire. Somigliano vagamente a caramelle. Ma, come tutto il resto, sono bianchi e neri e grigi, e tutto quello che si riesce a immaginare è che sappiano di gesso e liquirizia salata. Limitare il colore non offre ovviamente la garanzia di riuscire a essere deprimenti. Ci sono molti esempi di ambienti in bianco e nero che riescono a essere, insieme, seri e divertenti. Ciò richiede, comunque, una certa accettazione dell'idea di ornamento che il progetto, semplicemente, non consente. L'auditorium ne è la perfetta dimostrazione. Per ragioni di acustica le pareti sono rivestite con il feltro, un materiale caldo e piacevole al tatto, con forti richiami alla fanciullezza. Ma anche qui l'opportunità di far spazio all'allegra freschezza dell'infanzia è tenuta a bada da un'enfatica neutralità. Ci guardiamo attorno e vediamo solo grigio: feltro grigio, acciaio grigio, pavimento grigio. Dopo un po' cominciano a sembrare grigie anche le sedie bianche.

Ma nella stessa stanza, e in altri punti, ho individuato lampi di brio,, che fanno pensare a un futuro più luminoso per questa struttura. Ai pannelli a grata dei soffitti qualcuno ha appeso un assortimento di palloncini rosa, rossi e gialli. All'esterno, lungo le pareti in cemento dell'edificio, sono allineati vasi con fiori nella stessa gradazione di bianco. Contro l'architettura meccanica di Morphosis, questi garbati segnali del calore umano creano un'atmosfera tranquillizzante, quasi terapeutica. Per molti aspetti, il complesso incarna l'antitesi dello stile aziendale della Cina contemporanea: l'ingresso è controllato, quasi impercettibile; i dettagli sono ridotti al minimo e il profilo è modesto, privo di qualsiasi imponenza. E, se l'attitudine dei leader cinesi nel far uso di vistose espressioni di potere oggi modella le loro città, il progetto di Morphosis offre un valido contrappunto. Ma non possiamo reprimere la sensazione che avrebbe potuto usare un po' della passione e dell'orgoglio che persino l'architettura più banale di Shanghai sa esprimere. Credo sia comprensibile che tocchi agli occupanti di questi spazi mostrare tale passione e tale orgoglio: per appropriarsi di questo alieno, addobbarlo e aggiungere un po' di ciccia alle sue ossa. Brendan McGetrick
Un manto erboso ricopre il tetto del blocco ovest del campus. Fornisce una massa termica che partecipa al controllo delle condizioni climatiche interne. L’edificio presenta, inoltre, una doppia facciata e una facciata in vetro coibentata che riducono l’incidenza del sole. L’ala occidentale ospita alcune strutture sportive (una piscina, una palestra multifunzionale) e ricreative. La testata ovest, infine, contiene anche un hotel per gli ospiti della multinazionale cinese.
Un manto erboso ricopre il tetto del blocco ovest del campus. Fornisce una massa termica che partecipa al controllo delle condizioni climatiche interne. L’edificio presenta, inoltre, una doppia facciata e una facciata in vetro coibentata che riducono l’incidenza del sole. L’ala occidentale ospita alcune strutture sportive (una piscina, una palestra multifunzionale) e ricreative. La testata ovest, infine, contiene anche un hotel per gli ospiti della multinazionale cinese.
Nato nel 1944 a Waterbury, Thom Mayne studia architettura presso l'University of Southern California, per poi specializzarsi nel 1978 all'Harvard Graduate School of Design. Nel 1971 fonda con Livio Santini, James Stafford e Michael Brickler lo studio Morphosis, al quale aderisce nel 1975 anche Michael Rotondi. Thom Mayne ha ricevuto nel 2005 il Premio Pritzker.
Giant Group Campus
Shanghai, China


Architects: Morphosis Architects
Design Director: Thom Mayne
Project Manager: Tim Christ, Paul Gonzales
Project Architects: Hann-Shiuh Chen, Mario Cipresso, Ted Kane
Project Designer: Leonore Daum
Project Team: Patrick Dunn-Baker with Andrew Batay-Csorba, Marty Doscher, Graham Ferrier, Chris Herring, Debbie Lin, Kristina Loock, Yichen Lu, Scott Severson, Mohamed Sharif, Suzanne Tanascaux, Chris Warren
Project Assistants: Adam Bressler, Soohyun Chang, Guiomar Contreras, Laura Foxman, Joe Justus, Michelle Siu Lee, Hugo Martinez, Mark McPhie with Kyle Coburn, Brock Hinze, Sunnie Lau, Greg Neudorf, Christin To, Jose Vargas, Dana Viquez, Mike Patterson, Nutthawut Piriyaprakob, Aleksander Tamm-Seitz
Structural Engineering: Bao Ye, MAA Engineers, Thornton Tomasetti Group, Inc.
Design Institute: Moh and Associates Inc.
Electrical Engineering: IBE Consulting Engineers, MAA Engineers
Mechanical Engineering: IBE Consulting Engineers, MAA Engineers
Interior Design: Morphosis
Landscape Design: SWA Group
Contractor: China Construction Third Engineering Bureau
Local Architect: SURV
Client: Giant Interactive Group
Built area: 23,996 m² (gross)
Design phase: 2005 – 2006
Construction phase: 2006 – 2010
Suddiviso in due blocchi, il campus è attraversato da una strada di nuova costruzione: una grande struttura reticolare a ponte mette 
in comunicazione le due ali del campus.
Suddiviso in due blocchi, il campus è attraversato da una strada di nuova costruzione: una grande struttura reticolare a ponte mette in comunicazione le due ali del campus.

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