La periferia delle città italiane può sembrare vasta e senza fine.
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L’esplorazione fotografica di Luca Picardi è incentrata sulla periferia di Genova, sottolineando la mancanza di qualsiasi dimensione antropologica immediatamente identificabile, simile a quella di altre periferie italiane, rivela chiaramente il fallimento della progettazione urbana.
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- 03 marzo 2015
- Genova
Queste esplosioni irregolari di espansione urbana rivelano il fallimento evidente del progetto urbano e di alcuni casi notevoli di sfruttamento dello spazio. Da molti punti di vista esplorare la periferia è come vedere un’entità aliena, la vastità di alcune delle torri di cemento monolitiche in combinazione con le loro precise geometrie le priva di ogni dimensione umana familiare o di senso di luogo. Le strutture brutaliste rappresentano una disgiunzione netta dal paesaggio circostante e alienano la periferia urbana dai centri urbani aumentando la differenza tra gli uni e l’altra.
Come risultato, molte delle periferie italiane mancano di qualsiasi dimensione antropologica immediatamente identificabile. Arrivare in alcune delle periferie di Genova dal centro significa passeggiare per una gioiosa quotidianità e lentamente scendendere in un vuoto culturale fatto di acciaio, cemento e fumo. Nonostante la densità di queste aree esse non sono progettate per camminare, come la mancanza di marciapiedi o di persone per le strade indica.
Luca Picardi (Londra 1990) è un designer della comunicazione con un background in antropologia; attualmente sta facendo un Master alla Central Saint Martins. I suoi progetti tendono a concentrarsi sulla vita urbana, esplorando le città come una dimensione spaziale di popoli, percezioni, rappresentazioni, ed esperienze. È co-fondatore di Look At Your City, una start up che collega le idee, le persone e le città.