I fronton sono sempre stati collocati nei punti più importanti, sia nei villaggi sia nelle periferie più estreme, solitamente vicino alle chiese, e, oltre a essere un luogo ludico, sono spesso anche spazi comuni a disposizione degli abitanti, una specie di tempio laico dove si svolgono innumerevoli attività sociali e culturali.
Per realizzare questa serie di fotografie sono partito dallo studio delle diverse tipologie di fronton e ho sviluppato una ricerca estetica, basando la mia indagine sul rapporto tra architettura e paesaggio.
Alla fine ho scelto i one-wall fronton, perché mi affascina il fatto che tali opere architettoniche elementari possano avere un'importante funzione tale sociale e, al tempo stesso, siano in grado di generare un tale potere simbolico. Molto è stato scritto circa il carattere scultoreo dei fronton, presentati dallo scultore Jorge Oteiza come il paradigma basco di “vuoto”.
Tuttavia, con questa serie di fotografie, ho intenzione di mettere in evidenza l'idea del fronton come finestra di apertura al paesaggio, che può essere considerata come finestra che guarda alla memoria collettiva di un paese.
Asier Gogortza