La guida di Domus a Miart e Milano Art Week 2024

Dalla fiera raccontata a Domus dal direttore Nicola Ricciardi, agli eventi imperdibli in città, ecco tutto quello che c’è da sapere sulla settimana in cui Milano diventa la capitale dell’arte.

“Aperta, liquida, polistrumentale”. Con queste le tre parole parole chiave Nicola Ricciardi, direttore di Miart per il quarto anno consecutivo, descrive a Domus la fiera d’arte moderna e contemporanea. La 28esima edizione, organizzata da Fiera Milano, sarà visibile dal 12 al 14 aprile. Miart 2024 è “aperta alla città, a nuovi pubblici, a inedite collaborazioni”, “come l’acqua fatica a porsi limiti e confini”, e si accompagna di “numerose iniziative che legano arte e musica, e non solo” – prosegue Ricciardi. 

Come sottolinea il titolo dell’edizione “no time no space”, che prende ispirazione da un brano di Franco Battiato, l’obiettivo è rendere sempre più estesi e porosi i confini tematici, spaziali e temporali di miart, attraverso nuove sezioni curate all’interno della fiera e inediti progetti artistici diffusi in città.

Shafei Xia, Baby, Let's Go to the Beach, 2022. Foto Carlo Favero, Courtesy Shafei Xia e P420

L’art week precede la settimana dedicata al design a Milano e l’intenzione di una collaborazione quest’anno ha trovato concretezza. Alla domanda sul rapporto tra il core business di arti visuali di miart e la sezione dedicata al design, Ricciardi afferma: “Non ho mai trovato produttivo costringermi a definire un oggetto o come arte o come design, per cui non c'è un'etichetta o una sezione che li separi e li distingua all'interno della fiera. Penso che entrambi questi mondi abbiano sempre avuto numerosi punti di contatto e che sia naturale che si confondano, si contaminino, si intreccino a vicenda. La prossimità, a Milano, tra Art e Design Week rende questa affinità ancora più evidente, sia perché molti contenuti nati nel contesto della nostra fiera d'arte vengono pensati per sconfinare temporalmente nella settimana successiva, sia perché sono numerose le collaborazioni interdisciplinari. Una di queste è la partnership tra miart e con Fuorisalone.it, che nasce dalla volontà di dare reciprocamente visibilità ai contenuti di uno e dell'altro evento attraverso guide che parlano delle gallerie milanesi al pubblico del design, e viceversa”.

Non ho mai trovato produttivo costringermi a definire un oggetto o come arte o come design, per cui non c’è un'etichetta o una sezione che li separi e li distingua all’interno della fiera.

Nicola Ricciardi

Spicca la presenza di alcune gallerie milanesi, soprattutto giovani. In merito, Ricciardi dice: “Le gallerie milanesi rappresentano l’ossatura di miart, è indubbio che senza il loro supporto la fiera stessa non esisterebbe. Questo discorso vale sia per le realtà storiche, quelle che dieci anni fa hanno tutte assieme deciso di credere e investire nella fiera cittadina - penso a kaufmann repetto, Giò Marconi, Raffaella Cortese - sia per quelle più giovani, quelle che sono cresciute assieme a me nei difficili anni post-covid. Come Martina Simeti, che dopo tre anni all'interno della sezione Emergent ha deciso quest’anno di compiere l’importante salto verso la sezione Established. O come quelle gallerie che mi aspetto seguano la stessa traiettoria ascensionale nelle prossime edizioni, come ad esempio ArtNoble, Eastcontemporary, Federico Valvassori”.

David Horvitz, A clock whose seconds are synchronized with your heartbeat, 2020. Courtesy David Horvitz e ChertLüdde

Rimane il fatto che l’edizione di miart 2024, che ha come main sponsor Intesa Sanpaolo, vanta numeri di adesione davvero notevoli: con la partecipazione di 178 gallerie provenienti da 28 paesi, si calcola un incremento a doppia cifra rispetto all’edizione 2023. Oltre alla sezione “Established”, una novità interessante è “Portal”, un’inedita sezione che ospita gallerie che propongono piccole mostre pensate per scoprire o riscoprire universi e pratiche artistiche solo all’apparenza lontanissime. Tra i nomi, figurano Anna Boghiguian (Galleria Franco Noero) – la cui ultima mostra negli spazi della galleria torinese è stata imperdibile – e il collettivo congolese Catpc (Kow). Si prospettano tante possibilità di acquisizione per gli artisti e le gallerie partecipanti, grazie a dieci premi.

In città, l’art week, manifestazione diffusa coordinata dal Comune di Milano in collaborazione con miart, propone un ricco panorama di eventi collaterali. Così, Milano, con tutte le sue specificità, si riconferma come luogo privilegiato per l’esplorazione e l’indagine dei linguaggi contemporanei: spiccano l’attesissima personale di un nome molto caro a Domus, Alessandro Mendini – figura eclettica e poliforme in bilico tra arte e architettura, la grande mostra di Nari Ward all’Hangar Bicocca e altre proposte meno convenzionali e più sperimentali, a carattere indipendente e non.

Immagine di apertura: Adrian Piper, Das Ding-an-sich bin ich, 2018.  Foto Andreas FranzXaver Süß © APRA Foundation Berlin.

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