Le Terme di Caracalla

Una installazione riporta l’acqua alle Terme di Caracalla. Erano i bagni più grandi della Roma imperiale, magistralmente rappresentati dal pittore olandese Lawrence Alma-Tadema nel diciannovesimo secolo.

Le Terme di Caracalla tornano ad ospitare l’acqua dopo 1800 anni. Un progetto della Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, su idea di Mirella Serlorenzi, ha riportato l’elemento fondamentale all’interno del complesso termale.

Una vasca centrale di 42 per 32 metri con acqua a sfioro su tre lati, denominata Specchio d’acqua, è stata realizzata dagli architetti Hannes Peer e Paolo Bornello. L’installazione, alta solo 10 centimetri, si ispira alla Natatio, la piscina olimpionica scoperta dell’antica Roma.

Lo Specchio d’acqua non è solo una meraviglia estetica, ma vuole essere un simbolo di riconnessione con l’antico. La vasca sarà infatti un palcoscenico per attività artistiche, performative e culturali. Il fondale ospita 20 getti d’acqua immersi e accompagnati da giochi di luce, mentre e un impianto di armonizzazione che produce vapore completano l’atmosfera suggestiva.

Il ritorno dell’acqua alle Terme di Caracalla rappresenta un importante passo avanti per la valorizzazione di un sito archeologico di immenso valore storico e culturale.
Hannes Peer, Specchio d’acqua, Terme di Caracalla, Roma, 2024. Foto Fabio Caricchia e Leandro Lentini

Le Terme di Caracalla, volute dall’imperatore Lucio Settimio Bassano, erano i bagni più grandi della capitale romana e potevano ospitare fino a 1.600 persone. Le vasche erano dotate di un sistema all’avanguardia per il tempo che garantiva il ricambio e il riscaldamento dell’acqua. La bellezza del complesso era arricchita da sontuose decorazioni, purtroppo depredate nei secoli successivi.

Il ritorno dell’acqua alle Terme di Caracalla rappresenta un importante passo avanti per la valorizzazione di un sito archeologico di immenso valore storico e culturale. Un’occasione per rivivere, seppur in parte, l’atmosfera di un luogo che era un vero e proprio centro di benessere e socializzazione per gli antichi romani.

Dall’enigmatica aura che ammanta questo complesso storico-architettonico emerge la magistrale interpretazione di uno dei più insigni artisti olandesi del XIX secolo: Lawrence Alma-Tadema. Sin dai suoi esordi, egli si distingue per uno stile personalissimo, che fonde sapientemente antico e moderno. Le sue opere, definite enciclopediche e citazioniste, ricreano con minuziosa precisione la vita quotidiana delle antiche città, avvalendosi di una profonda conoscenza archeologica e di un’accurata documentazione fotografica.

Sir Lawrence Alma-Tadema, Caracalla, 1902

Ammaliato dalle civiltà del passato, che considerava microcosmi di epoche gloriose, Alma-Tadema ci immerge in una dimensione intima e fastosa, mostrandoci scene di vita quotidiana, riti conviviali e momenti di ozio.

Nonostante l’accuratezza filologica, non si limita a una mera riproduzione della realtà archeologica, concedendosi licenze poetiche che mescolano epoche diverse e combinano liberamente elementi reali e immaginari. Le sue opere non sono quindi manuali illustrati, ma piuttosto visioni di favolose epoche passate, sospese tra sogno e realtà.

Lawrence Alma-Tadema è stato un artista unico e visionario che ha saputo creare un mondo pittorico di grande fascino e suggestione.
Sir Lawrence Alma-Tadema, Le Terme di Caracalla, 1894

Dietro l’apparente rigore archeologico si cela un simbolismo tipico del XIX secolo. Le antiche città di Alma-Tadema, come Pompei o Roma, non sono popolate da eroi virtuosi, ma da figure decadenti e sensuali, immerse in un’atmosfera di languore romantico. Il pittore celebra l’edonismo e il piacere, invitando lo spettatore a una festa per i sensi.

Le donne di Alma-Tadema sono protagoniste assolute. Ammaliatrici e angelicate al tempo stesso, con i loro sguardi enigmatici e i corpi sinuosi, rappresentano una velata critica alla società vittoriana, bigotta e ipocrita.

Sir Lawrence Alma-Tadema, Il Colosseo, 1896

Lo stile di Alma-Tadema riscosse un enorme successo, soprattutto tra l’alta borghesia che si identificava con i riti e i costumi delle antiche civiltà. La sua pittura venne definita un “sogno raffinato”, un “gioiello” di cesellature e incisioni.

Egli era un maestro della tecnica pittorica, con una padronanza impeccabile della luce, del colore e della prospettiva. Le sue opere sono caratterizzate da una grande attenzione ai dettagli, dagli abiti e gioielli indossati dai personaggi alle architetture e alle decorazioni degli ambienti.

Alma-Tadema rimane un pittore controverso, amato per la sua bellezza formale e criticato per la superficialità dei contenuti. La sua opera, tuttavia, rappresenta un importante momento di passaggio tra classicismo e simbolismo, offrendo una suggestiva rivisitazione dell’antico e una sottile critica alla società del suo tempo.

In definitiva, Lawrence Alma-Tadema è stato un artista unico e visionario che ha saputo creare un mondo pittorico di grande fascino e suggestione.

Sir Lawrence Alma-Tadema, Primavera, 1894

Scrisse Pericle Ducati (1880-1944), archeologo ed etruscologo italiano: “Col nome del bieco tiranno Caracalla (211-217) sono connesse le famose Terme innalzate su di un terrazzo a sud-est dell’Aventino lungo la via Appia. I ruderi di queste Terme costituiscono ora accanto al Colosseo la testimonianza più grandiosa, più gigantesca dell’arte edilizia romana (…) Con la grandiosità di questa sorprendente costruzione si accompagnava la ricchezza della decorazione interna, con le pareti rivestite a marmi di svariate e rare qualità, con colonne di marmo, di granito, di porfido, con insigni statue (il Toro Farnese proviene, per esempio, da queste Terme) e rilievi, con pavimentazione a musaici, con stucchi ed ornati nei soffitti.

Tutto è ora ridotto ad un nudo scheletro con alcune parti abbattute al suolo, con altre distrutte; ma pur così mutile, in questa desolata parte della città eterna, ove un tempo si addensava la folla ed il lusso faceva fastosa pompa di sé, le brune muraglie, che ancora sembrano innalzarsi quasi ad ardua sfida nella dolce melanconia della plaga solitaria, dicono al visitatore che sappia interrogarle la gloria della città che visse e vivrà nei secoli.”

Immagine di apertura: Sir Lawrence Alma-Tadema, Le Terme di Caracalla, 1899

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