Chi è Miranda July, che vuole costruire una nuova società con l’arte

L’artista americana negli ultimi tre decenni ha raccontato chi siamo e chi potremmo essere, esplorando le possibilità narrative della performance, del cinema e della scrittura. Ora è in mostra a Milano.

Regista, artista, e scrittrice, Miranda July ha esplorato le possibilità narrative di gesti, parole e immagini in oltre trent’anni di attività. 

Miranda July, July, @craigmontyjames (C.M. James), e @thongria (Zoë Ligon) in F.A.M.I.L.Y. Ceiling, 2024. Immagine dal video. Courtesy of Miranda July Studio

Cresciuta in California, è qui che inizia a mettere in scena i primi lavori già da adolescente mentre frequenta il College Preparatory School di Oakland, per poi iscriversi alla University of California Santa Cruz, che lascia prima di terminare il corso di studi per trasferirsi a Portland, in Oregon. Questa città, storicamente ricettiva per le influenze culturali di movimenti underground, dai jazz nightclub degli anni Quaranta alla scena punk e grunge degli anni Ottanta e Novanta, è anche il luogo dove Miranda July si avvicina al femminismo punk delle Riot grrrl, dando vita alle prime azioni performative, anche prendendo parte al gruppo queercore CeBe Barnes Band con cui inizia a sperimentare sui palchi della West Coast.

Ciò che viene conservato viene ricordato, e ciò che viene ricordato diventa storia e la storia crea la realtà.

Miranda July

Per la prima volta il suo lavoro poliedrico viene raccontato in un’ampia personale intitolata “New Society”, curata da Mia Locks, e ospitata negli spazi dell’Osservatorio Fondazione Prada, fino al 14 ottobre. La mostra si focalizza in particolare sull’aspetto performativo della sua produzione, meno accessibile e noto rispetto alle opere cinematografiche e letterarie, tracciandone le coordinate secondo un criterio cronologico. 

All’inizio dell’esposizione si incontrano proprio due performance del 1997, The F-A-T-E e I Can-Japan, accompagnate da vari oggetti di scena e da un opuscolo di Big Miss Moviola, rete di distribuzione underground dedicata alle donne fondata dall’artista nel 1995.  L’aspetto dell’archivio è tra i più brillanti della mostra: tanti sono i materiali tra abiti, schizzi, scritti e oggetti raccolti nel corso degli anni. Una collezione iniziata per caso, grazie all’incontro con un archivista, da cui è nata la consapevolezza che solo se si conservano delle cose, la persona a cui queste cose sono appartenute può essere ricordata, e il ricordo crea un capitolo della storia collettiva, che a sua volta definisce la realtà di tutti noi. “Ciò che viene conservato viene ricordato, e ciò che viene ricordato diventa storia e la storia crea la realtà”, dice July.

July (“Sophie”) in The Future, 2011. Courtesy of Roadside Attractions

Nei decenni successivi Miranda July ha dato voce alla sua poliedrica creatività attraverso media diversi: dal cinema – a cui è dedicata la programmazione del mese di marzo del Cinema Godard della Fondazione Prada – in cui si mette alla prova sia in quanto regista che attrice, come in Me and You and Everyone We Know (2005), vincitore del premio speciale della giuria al Sundance Film Festival e il premio Caméra d'Or a Cannes nel 2005; The Future (2011), e Kajillionaire (2020) il suo ultimo film con protagonista Evan Rachel Wood. Alla produzione cinematografica si affiancano le raccolte di racconti, pubblicati anche sui magazine più importanti del mondo, e il suo primo romanzo The First Bad Man (2015). I personaggi immaginati da Miranda July sono caratterizzati da un’attitudine eccentrica, vulnerabili e spesso alla ricerca di significato nelle loro vite. La solitudine, l’identità, la famiglia, sono tutti temi esplorati nelle sue storie, che riconducono all’aspetto dell’emotività e della relazione con gli altri.
 

@domus La prima personale di Miranda July è a Milano! Ti portiamo con noi #davedere #imparacontiktok #miranda #july #fondazioneprada ♬ suono originale - Domus Magazine


Nei lavori degli ultimi anni, il legame con la tecnologia – una costante del lavoro di July – emerge anche questo in senso relazionale, in un processo collaborativo intrapreso soprattutto con sconosciuti invitati a interagire tramite i social media, come nell’opera F.A.M.I.LY. (Falling Apart Meanwhile I Love You) (2024) in cui la partecipazione collettiva si trasforma in opera, grazie a basici strumenti di montaggio come i tool di TikTok. Allo stesso modo, in Learning to Love You More: Assignment #43 (2024), July tramite il suo profilo Instagram ha coinvolto i suoi follower chiedendo loro di realizzare una mostra con le opere d’arte presenti in casa dei propri genitori, aprendo una finestra sulla storia personale e sul vissuto di ciascuno.

La solitudine, l’identità, la famiglia, sono tutti temi esplorati nelle sue storie, che riconducono all’aspetto dell’emotività e della relazione con gli altri.
Miranda July. Foto Valentina Sommariva

Osservando le opere dell’artista americana, si percepisce l’evoluzione del suo lavoro sui temi del potere e della vulnerabilità, nel rapporto tra autore, pubblico e opera. Più che mai, secondo July, è necessario creare una comunione con il pubblico attraverso la performance, fare in modo che l’artista si senta vulnerabile su uno spazio che è il palcoscenico, ed è fondamentale permettere a chi guarda di interagire con ciò che viene mostrato.

Il titolo dell’esposizione “New Society” fa riferimento a un’opera del 2015, che chiude il percorso del primo piano, e in maniera indiretta comprende anche tutto quello che è il corpus artistico di Miranda July, permeato dalla sua ambizione di creare un nuovo mondo sul piano sociale, una nuova società appunto, regolata da dinamiche di potere diverse, dove sia possibile giocare col proprio ruolo e con le aspettative ad esso legate. Il suo è un invito a sentirsi vulnerabili, a mostrare apertura verso nuove possibilità di esercizio del potere e a una riflessione su questi temi così presenti.

Mostra:
Miranda July: New Society
Dove:
Osservatorio Fondazione Prada, MIlano
Date:
dal 7 marzo al 14 ottobre 2024

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