C’è poi Clessidra di Giorgio Andreotta Calò dove l’artista veneto usa le bricole, i pali che si trovano in laguna erosi dalla marea. In questo lavoro ne sceglie una che si è consumata fino a spezzarsi, ne fa un calco e la fonde in bronzo, poi la replica e congiunge le due parti per formare appunto una clessidra. “L’idea viene dal reale effetto che si crea nei canali quando l’acqua è piatta e il palo si riflette dando forma a un’immagine speculare; il discorso del calco negativo-positivo e del raddoppiamento, la rendono l’opera più evidentemente riconducibile al tema del tempo”.
La giovane artista Giulia Cenci invece lavora con l’arredo effimero da giardino e ne asseconda e velocizza il processo di disfacimento. I suoi oggetti prematuramente consumati sembrano aver avuto una lunga vita. Sua è anche la frutta rivestita da silicone: in queste opere l’elemento naturale si secca lasciando una camera d’aria tra l’ingombro originario del frutto e quello rinsecchito diventando una moderna versione del memento mori. “Questo lavoro dialoga con tutta la parte bassa dell’esposizione: con Fontana, ma anche con le piccole case di Andrea Santarlasci, che sembrano generate dalla grande madre in vetro. Le piccole strutture somigliano a una gemmazione, come se il modello avesse prodotto una serie di doppi e simili sproporzionati che si disseminano sul pavimento della galleria”.
until 29.01.2017
The Lasting. L’intervallo e la durata
La Galleria Nazionale