Michael Smith

Nella mostra di Michael Smith, da Greene Naftali a New York, “Excuse me!?!...I’m looking for the Fountain of Youth” i suoi personaggi d’invenzione, Mike e Baby Ikki, continuano a incarnare la critica alle aberrazioni della cultura popolare americana.

Michael Smith, KidZania, Experience No.2: Petrol, 2015
Mike sembra a un passo dalla pensione, ma nonostante l’età, non ha per nulla perso la sua grinta, lo squisito senso dell’umorosmo e soprattutto la gioia di vivere. Mike è l’alter ego di Michael Smith, l’artista newyorkese che gli ha dato corpo e mente nel 1984, quando l’America si apprestava a rieleggere per il suo secondo mandato Ronald Reagan.
“Morning in America” fu uno degli spot televisivi della campagna con cui il presidente si conquistò la maggioranza dei voti. Un montaggio di immagini rassicuranti e ottimiste, che dipingevano l’improvement economico degli USA mostrando il fermento mattutino di un paese al lavoro e puntando l’accento su un ritrovato senso di quiete nei sorrisi sgargianti di novizi sposi e pensionati dai sogni tranquilli.
Michael Smith Fountain of Youth State Park, Journey No. 1: Contemplation of the Future, 2012
In apertura: Michael Smith, KidZania, Experience No.2: Petrol, 2015. C-print 22 1/4 x 33 1/2 inches (56.5 x 85.1 cm). Qui sopra: Michael Smith, Fountain of Youth State Park, Journey No. 1: Contemplation of the Future, 2012. C-print 22 1/4 x 33 1/2 inches (56.5 x 85.1 cm). Courtesy the artist and Greene Naftali, New York
Mike nasce e si inserisce nelle pieghe di questo tessuto mediatico, influenzato dalla televisione e dalle sue capacità istigatrici, cavalca la cultura mainstream e personifica lo stereotipo dello showman americano, con goffaggine e comica ingenuità. Michael Smith, che è l’opposto di Mike, indossa i suoi panni sin da quel momento e ancora oggi lo espone ai rischi e alle peripezie più assurde di cui l’America è capace, a volte intercambiandolo con un secondo personaggio amico. Baby Ikki, sebbene sia nato molto prima di Mike (la prima performance pubblica di Baby Ikki è avvenuta a New York nel 1978) è molto più giovane di Mike, veste come un bebè, gattona a malapena e indossa ancora il pannolino.
Michael Smith, Fountain of Youth State Park, Journey No. 1: Map, 2012
Michael Smith, Fountain of Youth State Park, Journey No. 1: Map, 2012. C-print 22 1/2 x 32 1/2 inches (57.2 x 86.6 cm). Courtesy the artist and Greene Naftali, New York
Con questi due personaggi Michael Smith da oltre 35 anni porta avanti una riflessione sul paese che gli ha dato i natali, facendo emergere le sue contraddizioni più profonde, tragicomiche, le aberrazioni più folkloristiche e gli eccessi di onnipotenza di cui la cultura popolare americana e in parallelo il mondo dell’arte, sono talvolta portatori.
Michael Smith Excuse me!?!...I’m looking for the “Fountain of Youth,”: A Ballet in Three Acts, 2015
Michael Smith, Excuse me!?!...I’m looking for the “Fountain of Youth,”: A Ballet in Three Acts, 2015 (still). Video, 20:27. Courtesy the artist and Greene Naftali, New York
Nella personale di Michael Smith a New York, Mike è più anziano, è stanco, ma si diverte molto ad andare in giro alla ricerca della giovinezza. Con questa spinta conserva il fascino di chi non ha perduto, da un lato, il senso della vita, dall’altro, il senso dell’arte. La mostra di Michael Smith infatti, è un'oasi di piacevole e insieme conturbante atmosfera, dove si respira piuttosto un’ondata di freschezza più che di stanchezza creativa da pensione. Ancora una volta si manifesta attraverso Mike e Baby Ikki protagonisti di un nuovo film, una serie fotografica, disegni, tappeti e un’installazione che occupa la parte centrale del percorso, fisico e narrativo.
Michael Smith, Excuse me!?!...I’m looking for the “Fountain of Youth,”: A Ballet in Three Acts, 2015
Michael Smith, Excuse me!?!...I’m looking for the “Fountain of Youth,”: A Ballet in Three Acts, 2015 (still) Video 20:27. Courtesy the artist and Greene Naftali, New York
Excuse me!?!...I’m looking for the “Fountain of Youth” è un luogo reale ed è il titolo della mostra che scandisce il tempo di Mike (o di Michael stesso). Uno spazio scenico aldilà di una tenda trasparente su cui si proietta una timeline di date dal 1951, anno di nascita di Michael Smith, a oggi e una palla a specchi che ruota sul soffitto aldilà della cortina, simulando nei riflessi dei suoi specchi, il ritmo della vita (Timeline, 2015). La mostra è anche un foyer finto-medievale, corredato di banderuole appuntite che riportano il gioco del sudoku e monitor che riproducono mini clip di Mike alle prese con azioni distratte: cercare l’orologio nel taschino, la custodia degli occhiali, il verso giusto di lettura di una cartina geografica del continente americano.
Michael Smith, Excuse me!?!...I’m looking for the “Fountain of Youth,”: installation
Michael Smith, Excuse me!?!...I’m looking for the “Fountain of Youth,”: Installation, 2015. 12 screen printed cotton pennants, 6 channel video (looped). Hand blown glass bottle, wood, CO2 tank, speakers Haute lisse, hand woven tapestry, 100% wool. Variable. Courtesy the artist and Greene Naftali, New York
Smith realizza anche un nuovo film che reca lo stesso titolo della personale, l’ennesima declinazione della fontana della giovinezza, una piece di danza, coreografata da Stephen Mills ed eseguita da Ballet Austin, sulle note musicali di Mayo Thomson. La storia è “danzata” attorno a una fontana-distributore di acqua, dove i giovani danzatori rappresentano l’inizio e il buon vecchio Mike la fine, Baby Ikki, il giovane vecchio, la mediazione fra i due. Ciascuno di loro s’incontra attorno alla fontana per far rifornimento di giovinezza, in un tempo che è perennemente arrestato al Medioevo.
Michael Smith, Excuse me!?!...I’m looking for the “Fountain of Youth,”: Installation, 2015, detail
Michael Smith, Excuse me!?!...I’m looking for the “Fountain of Youth,”: Installation, 2015, detail. Courtesy the artist and Greene Naftali, New York

L’istinto impagabile di Smith per le costruzioni popolari artificiose, lo conduce a sperimentare per la prima volta la formula del balletto e ad addentrarsi come sempre nel paesaggio americano alla ricerca di espedienti etnografici. Il primo viaggio porta il personaggio di Mike in Florida, nel parco archeologico Fountain of Youth, immortalato in una serie di scatti, da cui poi è nato tutto, e la cui storia è riprodotta in frammenti disegnati sulle carte dipinte da Michael Smith e sui tappeti cuciti che fanno da sfondo a tutta la mostra.

Il secondo viaggio, anche questo documentato da una serie fotografica, Mike lo compie a Kidzania, altro incredibile parco tematico nato in Messico e diventato un format educativo esportato in varie parti del mondo, in cui i bambini giocano a diventare adulti e simulano i lavori dei grandi.

“Some people are born to win, some people are born to die”, cantava il ritornello di Go For Mike (Go for Mike, film, 1984). Mike è un perdente che si concede alla vita con entusiasmo. Michael invece, quello vero, vince sempre.

© riproduzione riservata

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