Tomorrow

La coppia artistica Elmgreen & Dragset ha trasformato alcune sale del Victoria & Albert Museum di Londra nell’appartamento di un anziano architetto di fantasia, Norman Swann, costretto da disavventure economiche ad abbandonare quella che un tempo era una dimora di lusso.

Le sale delle sezioni più remote del Victoria & Albert Museum fingono l’immobilità, come se fossero intatte da secoli.
Gli ambienti debolmente illuminati dei piani superiori sono meno frequentati dai visitatori, si rimane da soli con un elegante guardiano davanti alla sequela di vetrine dedicate ciascuna a un produttore. Naturalmente il museo ha vissuto di recente una ristrutturazione e un cambiamento nella distribuzione degli spazi. Ma se si visita ora l’ex sezione dei tessuti si può inciampare in un altro genere di scenografia palesemente indisturbata.
Vista dell'installazione di Elmgreen & Dragset Tomorrow al Victoria & Albert Museum. © Elmgreen & Dragset. Photo Stephen White
Elmgreen & Dragset, coppia artistica attiva tra Londra e Berlino, ha trasformato alcune sale del museo nell’appartamento di un architetto di fantasia. Quando si cammina su tappeti sbiaditi per entrare nel soggiorno è chiaro che non si tratta della dimora di un seguace di Le Corbusier né di quella di un fautore del design minimalista. Un custode del museo in abito da maggiordomo scivola via silenzioso e si sente il debole sottofondo di un ritornello classico. Divani georgiani stanno intorno a un tavolino da caffè di mogano, su cui sono sparse copie dell’Architectural Review. Volumi rilegati in pelle si allineano in una libreria lunga quanto tutta la parete: dai saggi di urbanistica alla Fenomenologia della percezione di Merleau-Ponty. Un brutto ritratto di ragazzo in un’antiquata uniforme scolastica sta appeso sopra il caminetto, la cui decorazione scolpita a grandezza naturale si raccoglie in basso.
Vista dell'installazione di Elmgreen & Dragset Tomorrow al Victoria & Albert Museum. © Elmgreen & Dragset. Photo Stephen White
Elmgreen & Dragset sono famosi per allestire spazi di questo genere, in cui i visitatori spiano o passano, come voyeur di un diverso stile di vita o attori in una scenografia cinematografica deserta. Il ritratto del ragazzo proviene da un precedente “ambiente coreografico”: l’accoppiamento di un palazzo di quattro piani e di una sala da ballo neobarocca allo ZKM Museum für Neue Kunst di Karlsrühe (2011), dove per i visitatori si svolgevano scene di vita domestica e feste da VIP. L’allestimento di racconti spaziali è tra le idee che il Victoria & Albert ha sperimentato in una mostra recente, Memory Palace: l’intento di riscrivere lo spazio espositivo e di attirare l’attenzione sul contesto curatoriale.
Vista dell'installazione di Elmgreen & Dragset Tomorrow al Victoria & Albert Museum. © Elmgreen & Dragset. Photo Stephen White
Il racconto che sta dietro questa sceneggiatura suggerisce che l’appartamento sia quello di una persona anziana, Norman Swann (da notare il richiamo proustiano), costretto da disavventure economiche ad abbandonare quella che un tempo era una dimora di lusso. I particolari fisici sono disposti come gli indizi di un giallo. I segni di dove stavano appesi dei quadri, gli scatoloni di cartone incompleti evocano attese deluse, la fine di un sogno.
Vista dell'installazione di Elmgreen & Dragset Tomorrow al Victoria & Albert Museum. © Elmgreen & Dragset. Photo Stephen White
La transizione dalle sale del museo alla scenografia non ha soluzione di continuità – si entra da una porta ad arco, si esce da un'altra – e quindi ha del magico. I visitatori possono passare senza ostacoli, effimeri intrusi in un dramma non risolto. La coppia ha scritto un copione di supporto, benché lo spazio funzioni al meglio con l’unico sostegno di una prefazione, permettendo ai visitatori di mettere insieme gli elementi di una loro personale trama.
Vista dell'installazione di Elmgreen & Dragset Tomorrow al Victoria & Albert Museum. © Elmgreen & Dragset. Photo Stephen White
Collocando l’arredamento dell’appartamento in un’epoca passata ma imprecisata si soddisfano le esigenze delle collezioni del Victoria & Albert; immagino gli artisti che rovistano nei magazzini del museo, scegliendo gli oggetti per arredare la scena. Scelgono esempi simbolici del tipo di inglesità che l’istituzione rappresenta: un interno domestico di rappresentanza, qualche reperto di climi più esotici, più la documentazione grafica di momenti della storia culturale postbellica: manifesti del Festival of Britain (1951) e di "This is Tomorrow", la mostra della galleria Whitechapel del 1956 che riunì artisti, designer e architetti in un preannuncio della Pop Art.
Vista dell'installazione di Elmgreen & Dragset Tomorrow al Victoria & Albert Museum. © Elmgreen & Dragset. Photo Stephen White

Lo studio dalle pareti vetrate ha un aspetto più moderno, con modelli di edifici brutalisti tra cui uno che ricorda il palazzo Belfron di Ernö Goldfinger. Una stanza di lavoro: fogli sparsi sulle scrivanie, con una stampa all’albume del museo in costruzione appesa sopra il tavolo da disegno.

Proseguendo per l’alto corridoio si comprende che la musica proviene da un pianista che suona un gran coda nella scarlatta camera da letto padronale. Tra altri ritratti del proprietario in età giovanile, che rafforzano l’atmosfera alla Dorian Gray, ci sono riferimenti alle precedenti sculture dei due artisti: la figurina di un cavallo rampante del Quarto plinto del lavoro di Trafalgar Square e un’aquila dorata, The Critic, che occhieggia sopra il letto di legno scuro. Tratti dalla serie Powerless Structures questi pezzi fanno pensare a quale livello della critica istituzionale gli artisti vogliano qui alludere.

Vista dell'installazione di Elmgreen & Dragset Tomorrow al Victoria & Albert Museum. © Elmgreen & Dragset. Photo Stephen White
Ancor più critico della scenografia dell’appartamento è lo stendardo da società immobiliare sulla facciata del Victoria & Albert: “Nuova edilizia residenziale in località di primaria importanza storica”. È un commento satirico all’attuale boom immobiliare londinese, che in realtà vede lo spopolamento degli abitanti di questa zona di Kensington, mentre gli immobili vengono acquistati dai super ricchi. I particolari del fallimento di Swann riecheggiano cinicamente: nella zona SW7 di Londra Tomorrow – “Domani” – è un luogo senza speranza.
Vista dell'installazione di Elmgreen & Dragset Tomorrow al Victoria & Albert Museum. © Elmgreen & Dragset. Photo Stephen White

All’interno l’installazione ricontestualizza l’esperienza museale, fornendole un’ulteriore trama semipermanente: il racconto del retroscena che, come ci viene ricordato, ogni oggetto e ogni luogo possiedono. Ma, mentre i precedenti ambienti di Elmgreen & Dragset giocavano sulla tensione tra critica sociale e complicità, fungendo da ironici simulacri del mondo esterno, Tomorrow non minaccia il proprio contorno istituzionale: si sente, assurdamente, a casa propria.

 

Ultimi articoli di Arte

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram