Lo studio dalle pareti vetrate ha un aspetto più moderno, con modelli di edifici brutalisti tra cui uno che ricorda il palazzo Belfron di Ernö Goldfinger. Una stanza di lavoro: fogli sparsi sulle scrivanie, con una stampa all’albume del museo in costruzione appesa sopra il tavolo da disegno.
Proseguendo per l’alto corridoio si comprende che la musica proviene da un pianista che suona un gran coda nella scarlatta camera da letto padronale. Tra altri ritratti del proprietario in età giovanile, che rafforzano l’atmosfera alla Dorian Gray, ci sono riferimenti alle precedenti sculture dei due artisti: la figurina di un cavallo rampante del Quarto plinto del lavoro di Trafalgar Square e un’aquila dorata, The Critic, che occhieggia sopra il letto di legno scuro. Tratti dalla serie Powerless Structures questi pezzi fanno pensare a quale livello della critica istituzionale gli artisti vogliano qui alludere.
All’interno l’installazione ricontestualizza l’esperienza museale, fornendole un’ulteriore trama semipermanente: il racconto del retroscena che, come ci viene ricordato, ogni oggetto e ogni luogo possiedono. Ma, mentre i precedenti ambienti di Elmgreen & Dragset giocavano sulla tensione tra critica sociale e complicità, fungendo da ironici simulacri del mondo esterno, Tomorrow non minaccia il proprio contorno istituzionale: si sente, assurdamente, a casa propria.
1 ottobre 2013 – 2 gennaio 2014
Elmgreen & Dragset: Tomorrow
Victoria & Albert Museum, London