La mostra si apre con un dipinto emblematico intitolato Le Venezie possibili. Vi si riconoscono alcune delle architetture di affezione delle molte esplorazioni compiute da Cantàfora negli universi urbani, a partire da quella eseguita nel 1973 alla XV Triennale di Milano.
Ma il dipinto mostra anche una presenza inattesa: il Capriccio Palladiano conservato presso la Galleria Nazionale di Parma, nel quale Aldo Rossi scorse l’indizio da cui nacque la città analoga, vi è rappresentato di scorcio. La tela di Canaletto collabora così ad approfondire l’orizzonte delle Venezie possibili, illustrando la natura stessa del gioco che sta alla base di ogni città analoga e chiudendo un cerchio all’interno del quale innumerevoli figure possono ancora ricomporsi. Delle molte Venezie possibili, quella di Cantàfora contiene il Capriccio di Canaletto che conteneva a sua volta l’immagine pittorica e profondamente reale di una Venezia possibile, come quelle raccontate da Paul Morand.
In questa serie, la pittura di Arduino Cantàfora sembra aver abbandonato la fissità degli interni avvolti nell'ombra – quegli stessi interni che hanno nutrito l'immaginario nostalgico di molti dei suoi allievi al Politecnico di Losanna – per aprirsi a un universo popolato da personaggi tanto reali quanto improbabili. Questo nuovo universo cantaforiano è più prossimo agli interni di un Hopper che ai risvolti quasi astratti di quelle stanze animate da implacabili tagli di luce che avevano composto la celebre serie intitolata Muri abitati che risale a una dozzina di anni fa.
In questa mostra, Cantàfora ci offre una parte ancora celata della sua biografia, a complemento di quel Passaporto per la vita che ne rappresenta la versione letteraria: “Al di qua e al di là della grande Storia, sebbene essa esista, penso alla piccola storia in cui tutto lentamente si metamorfosa e che dà conto di impossibili libri mai scritti.” (Arduino Cantàfora, Passaporto per la vita, Christian Marinotti Edizioni, Milano 2009)
fino al 18 luglio 2015
Arduino Cantàfora. Éloge de l'ombre
Galerie de l’Univers
rue Centrale 5, Lausanne