Tra questi, l'artista/architetto londinese Céline Condorelli, la cui opera spazia dallo sviluppo dell'interfaccia architettonica Support Structures fino a indagini a più ampio raggio sulle forme di aggregazione e sui luoghi del dialogo e i cui progetti sono un mix di politica, narrazione e riflessione sullo spazio pubblico, ha realizzato per Domusweb Les Batailles du Centre (Le battaglie del Centre), una selezione di immagini e registrazioni audio, tra cui la traccia audio per Music for Museums, concepita in origine per la mostra del Centre Pompidou.
Clicca qui per scaricare la traccia audio di Les Batailles du Centre
Quarant'anni sono trascorsi dall'inaugurazione del Centre Georges Pompidou, e ancora tutti mi chiedono di raccontare la mia esperienza che, tutt'al più, veniva considerata un'utopia, ma spesso un tentativo di sabotare la nostra cultura, una minaccia ai valori fondamentali della società...
Rileggere i giornali dell'epoca, il sarcasmo degli esponenti della destra e l'annoiato scetticismo degli esponenti della sinistra, ricordare gli interventi parlamentari che chiedevano di fermare le orge sacrileghe, e ricordare gli accademici offesi e i genitori insultati, ricordare le invettive dei vescovi e la ferocia dei censori, le umiliazioni dei grammatologi e degli sconvolti... eccetera.
Ma non vi preoccupate. Non intendo tornare su questi argomenti e su tutto ciò che è stato detto e scritto da allora, una volta che l'utopia iniziò ad apparire meno folle e i pensatori iniziarono a fare di nuovo i conti con essa, ad analizzarla e a dissezionarla, a concettualizzarla, a lacanizzarla, dimostrando in breve che non si trattava in realtà di una vera utopia ma solo di vuote sciocchezze.
Perciò è probabilmente inutile concedere attenzione a questa spazzatura, alle elucubrazioni pro e contro: basta entrare in una biblioteca qualunque per trovare tutto ciò che è stato stampato in materia. Soprattutto, per noi, quello che conta è ciò che si fa e si vive, non quello che si dice: sono le cose che contano, non la loro apparenza. Quindi ciò che vorrei raccontarvi qui è la storia di ciò che si faceva, degli ostacoli da superare e dei momenti di straordinario ottimismo. Non è questo ciò che ci su aspetta da un racconto?
Testo del parlato ispirato a Luca Frei, The so-called utopia of the Centre Beaubourg (Book Works e Casco, 2007), a sua volta ripreso da La soi-disant utopie du Centre Beaubourg di Gustave Affeulpin, pseudonimo utilizzato dalla traduzione italiana di Luca del testo di Abert Meister Sotto il Beaubourg.
Grazie a Wouter Davidts, Luca Frei e Zafka.
