Modernità e contraddizioni

Menzione speciale alla 14. Biennale di Architettura, il padiglione francese di Jean-Louis Cohen mette in discussione le false illusioni di una modernità fatta esclusivamente di progresso e benessere.

Vista del padiglione francese “Modernity: promise or menace?” ai Giardini, Venezia
Il padiglione francese presenta al pubblico della Biennale “Modernità: promessa o minaccia?”, una risposta critica al tema “Absorbing Modernity: 1914-2014”, assegnato ai padiglioni nazionali. Il curatore Jean-Louis Cohen mette in discussione le false illusioni di una modernità fatta esclusivamente di progresso, benessere e omologazione, e ci rinvia a una realtà più complessa e non sempre lineare.
Vista del padiglione francese “Modernity: promise or menace?” ai Giardini, Venezia
L’allestimento delle quattro sale esprime in modo efficace e concreto queste contraddizioni, evidenti anche nella scelta dei titoli. Nella sala centrale “Jacques Tati e Villa Arpel: Oggetto del desiderio o macchina ridicola?” è esposto il modello della casa, protagonista del film Mon oncle (1958), pensata dal pittore Jacques Lagrange come ironico ritratto di una modernità iper-tecnologica e iper-disegnata. Ma pochi architetti, nei successivi Trente Glorieuse del Secondo dopoguerra, riusciranno a costruire in Francia quelle attraenti case unifamiliari con giardino, da cui tanti erano affascinati.
Vista del padiglione francese “Modernity: promise or menace?” ai Giardini, Venezia
Altri paradigmi di questa complessa incongruenza si ritrovano nelle tre sale laterali. “Grandi complessi: una cura per l’eterotopia o luoghi di solitudine?” ospita il modello della Cité de La Muette a Drancy (1934), formato da cinque “grattacieli”, i primi della regione di Parigi, costruiti con una struttura portante metallica e pannelli prefabbricati in cemento. Ironia della sorte il complesso, destinato a scopi abitativi, verrà trasformato nel 1940 in un campo di concentramento! “Jean Prouvé: immaginazione costruttiva o utopia?” mostra alcune riproduzioni di facciate metalliche leggere, sulle quali il progettista aveva a lungo sperimentato.
Vista del padiglione francese “Modernity: promise or menace?” ai Giardini, Venezia
Applicate a pochi edifici innovativi, come il complesso dell’UNESCO, il CNIT della Défence o la sede del Partito comunista di Oscar Niemeyer, non riceveranno adeguata attenzione da parte dell’industria edile francese che, negli anni della ricostruzione, preferirà  utilizzare sistemi di prefabbricazione pesante in cemento. Nell'ultima sala “Pannelli pesanti: economie di scala o monotonia?” sono esposti i pannelli prefabbricati ideati dall’ingegnere Reynold Camus per la ricostruzione di Le Havre, simili a quelli della Cité de La Muette, che riscuoteranno invece grande successo in Francia e all’estero.
Vista del padiglione francese “Modernity: promise or menace?” ai Giardini, Venezia
La proiezione continua di video sul tema, che alternano ironia a drammaticità, arricchisce l'allestimento delle diverse sale ed enfatizza la grande questione centrale: “Modernità: promessa o minaccia?”. A questo punto, sembra veramente difficile dare una risposta univoca.
© riproduzione riservata


Francia
Modernity: promise or menace?

Commissario: Institut Français, Ministère de la Culture et de la Communication – Direction Générale des Patrimoines, in collaboration with the Cité de l’architecture et du patrimoine.
Curatore:
Jean-Louis Cohen.
Sede:
Padiglione ai Giardini

 

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