Alcantara: acqua, paesaggio, architettura

Dall'Alcantara, workshop IN/ARCH 2013, che si è tenuto lo scorso ottobre, nasce lo stimolo per aprire un dibattito pubblico sul paesaggio dell'intero corpo idrico del fiume siciliano Alcantara.

Gole dell'Alcantara
A prima vista, il paesaggio non è quello tipico siciliano: il cuore dell'Alcantara infatti è un canyon stretto e profondo tra pareti di roccia alte fino a 25 metri.
Ma il colore della pietra non è il rosso sabbioso del deserto americano ma l'antracite lucido della roccia lavica, assediato da una vegetazione rigogliosa che, ben oltre il tratto delle gole, circonda, e per lunghi tratti nasconde, completamente l'acqua. Al di là del fiume, terre con prestigiose aziende agricole e vinicole, paesi con castelli fiabeschi come Castiglione di Sicilia, emergenze storiche come la piccola Cuba o la tintoria ebraica di Federico II.
Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
ACA, Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
Questo paesaggio, bellissimo e ancora molto poco conosciuto, è stato recentemente protagonista di un workshop di progettazione organizzato dall'IN/ARCH Sicilia con il Laboratorio di Composizione Architettonica 2 dell'Università di Catania e l'Ente Parco Fluviale dell'Alcantara. Con una formula singolare, il workshop ha visto la partecipazione di 5 progettisti, affiancati da altrettanti paesaggisti e da 5 gruppi di studenti coinvolti come consulenti esperti del luogo (avendovi già lavorato per mesi nell'ambito del corso universitario). Gli architetti Ketty Tamà, Francesco Cucchiara, Sebastiano Amore e Mariangela Campione (ACA), Giovanni Fiamingo (next build) e Andrea Caporali (Omphalos), affiancati rispettivamente dai paesaggisti Enrica Dall'Ara, Roberto Zancan, Taller De2, Marco Scarpinato e Dario Alvarez.
ACA, Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
ACA, Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
Chiaro e forte l'obiettivo di fondo: aprire un dibattito pubblico sul paesaggio dell'intero corpo idrico del fiume (che da una quota di 1250 m sui monti Nebrodi raggiunge il mare dopo 50 km ai piedi di Taormina, a Giardini Naxos), regalando ai comuni (amministrazioni e cittadini) lambiti dalle acque una serie di scenari con ipotesi diverse su come salvaguardare e valorizzare questa incredibile risorsa comune. A partire da due constatazioni: nonostante la creazione del Parco Fluviale nel 2011, non esiste ancora un percorso pubblico riconoscibile (ovvero uno o più sentieri, segnati e segnalati) che segua interamente il percorso del fiume, mentre l'accesso principale al fiume resta quello creato negli anni '60 da un geniale abitante della zona che (dicono, con tutti i permessi necessari) ha avuto l'idea di dar vita a un sistema di fruizione delle spiagge e del panorama sulle gole, costruendo un ascensore per scendere e un percorso in quota per guardare dall'alto. Questo parco privato (a pagamento) è oggi parte del parco fluviale pubblico ma il rapporto tra i due enti è sostanzialmente irrisolto e, soprattutto, l'accesso e il sistema di fruizione privato è ancora l'unico chiaramente visibile.
Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
Fiammingo e Scarpinato, Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
L'occasione merita una riflessione, non solo per la straordinarietà del paesaggio dell'Alcantara, ma per l'importanza stessa dell'elemento acqua nel contesto del mondo contemporaneo. Perché se è vero che in quelle zone della Sicilia l'acqua c'è, ciò che va compreso è che occorre tenere insieme punto di vista locale e globale, e riflettere dunque sul fatto che ciò di cui si discute è una risorsa primaria preziosa per la vita che abbiamo ridotto a bene scarso. E non per una misteriosa riduzione della quantità d'acqua presente sul pianeta (dove l'acqua è la stessa da oltre trecento milioni di anni) ma a causa di comportamenti umani che hanno profondamente alterato il rapporto tra i vari stati assunti dall'acqua (solido, liquido e gassoso), oltre ad aver drammaticamente ridotto la quantità d'acqua ‘buona’ – per usi umani e per la vita degli ecosistemi. Ecco perché in uno scenario globale che oltre alle guerre petrolifere teme sempre di più le guerre per l'acqua, elaborare una capacità di gestione condivisa (e a sostegno della vita) del primo tra i beni comuni, è un obiettivo quanto mai rilevante.
Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
Fiammingo e Scarpinato, Alcantara, workshop IN/ARCH 2013

Studenti, paesaggisti e progettisti, si sono dunque confrontati dando vita a un grande laboratorio di idee che ha prodotto una concreta ricchezza di visioni caratterizzate da approcci differenti ma da proposte sostanzialmente convergenti.

Attento alle preesistenze storiche e al loro recupero attraverso interventi minimi, così come al recupero delle vie d'acqua trasversali al corso principale del fiume, è il progetto di Tamà e Dall'Ara. Più orientato verso il dettaglio architettonico, il progetto di Caporali e Alvarez, è caratterizzato (unico dei 5) dalla proposta di rimettere in funzione la ferrovia esistente lungo il percorso del fiume e dalla realizzazione di una serie di stazioni minime caratterizzate da una parete con gabbionata in pietra lavica. Con una prospettiva di più vasto respiro, il progetto di Fiammingo e Scarpinato gioca invece sulla volontà di riconnettere il territorio dell'Alcantara al paesaggio dell'Etna, delle isole Eolie e dello Stretto di Messina.

Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
Cucchiara, Zancan, Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
È così che al percorso lineare del fiume, lungo cui si snodano gli antichi centri urbani, si sovrappone un nuovo sistema di relazioni trasversali attraverso alcune proposte puntuali (un sistema di vasche ad allagamento controllato per la produzione di energia idroelettrica e la fitodepurazione, punti di osservazione e di lancio per percorsi aerei in mongolfiera o parapendio, il recupero delle case cantoniere) mirate ad aprire punti di vista inediti sulla valle del fiume e su tutto il suo intorno.
Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
Chucchiara, Zancan, Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
Un po' meno ricco del precedente ma di grande chiarezza ed efficacia comunicativa il progetto di ACA e Taller De2. In questo caso il cuore della proposta è il recupero e la trasformazione della linea ferroviaria dismessa in una infrastruttura per la mobilità pedonale e ciclabile: un’infrastruttura ecologica dalla valenza paesaggistica e 'produttiva', capace di riconnettere i borghi e le aree agricole rendendo, con un minimo investimento economico (come mostra la semplicità degli schemi di progetto), accessibile e attraente per i turisti l'intera valle del Parco. Motori propulsori di questi nuovi movimenti, sono dei potenti getti d'acqua capaci di rendere visibile, in modo puntuale e diffuso, l'intero percorso del fiume.
 Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
Cucchiara, Zancan, Alcantara, workshop IN/ARCH 2013
Diverso l'approccio di Cucchiara e Zancan che al disegno hanno preferito la materia, aprendo e tracciando un percorso lungo un tratto del fiume proprio a ridosso di una delle più note emergenze architettoniche della zona: la Cuba bizantina. Obiettivo: costruire installazioni, eventi, sorprese, assicurare percorrenze e aree di sosta, rivelare viste e punti panoramici. In una prospettiva più ampia: mostrare come con un meccanismo a costo quasi zero (l'invito di uno o più artisti basato sull'ospitalità e la realizzazione di un laboratorio annuale con degli studenti) potrebbe in breve tempo creare una nuova mappa e nuova attrazione internazionale, un parco dell'arte in uno scenario naturalistico eccezionale.

 


Per il futuro dell'Alcantara gli scenari adesso non mancano, occorre condividerli con i cittadini e far sì che diventino un progetto e una priorità della comunità.

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