Visita alle fabbriche Arduino

Una passeggiata all'interno delle diverse unità produttive dell'ormai noto microprocessore ci svela nei minimi dettagli un esempio del potenziale industriale italiano che esplorando nuovi e vecchi modelli di business, come piattaforme open source e PMI, ha scelto di investire nella ricerca piuttosto che nei vecchi stereotipi.

Era il 2005 quando un gruppo di programmatori e insegnanti dell'Interaction Design Institute di Ivrea idearono la piattaforma Arduino, con l'intento di creare uno strumento piccolo ed economico che potesse aiutare gli studenti a "prototipare interazioni". Quello stesso anno l'Interaction Design Institute chiudeva, per una decisione (poco lungimirante) di Telecom, al tempo principale investitore. Da allora Arduino ha fatto il giro del mondo, cambiando radicalmente il modo in cui molti designer si approcciano a un progetto e invitando molti "non addetti ai lavori" ad avvicinarsi al mondo dell'elettronica e della programmazione.

Studenti che costruiscono prototipi funzionanti e "smanettoni" che monitorizzano l'umidità della propria casa sono ormai all'ordine del giorno, e tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l'avvento di questo microprocessore e della relativa comunità di supporto. È infatti possibile trovare ogni tipo di materiale online, da video tutorial a pezzi di codici già esistenti e disegni tecnici per circuiti stampati. Arduino però non desta interesse solo da un punto di vista di fruizione ma anche da uno legale e produttivo. Per quanto riguarda il primo, bisogna ricordare che il progetto nacque come un'iniziativa open source, sia per il software che per l'hardware. Il team ideatore decise di proteggerne solo il marchio e di coprirne la documentazione con creative common licences, permettendo alle comunità di designer, maker, artisti e curiosi di costruire nuova conoscenza su questa base.

Da un punto di vista produttivo la piattaforma offre un eccellente esempio del potenziale distrettuale e industriale italiano, ragione per la quale abbiamo deciso di visitarne le unità produttive. L'intera produzione (fatta eccezione per alcuni componenti che vengono acquistati) avviene a Strambino (Ivrea) e dintorni, tramite un tessuto industriale basato su PMI (Piccole Medie Imprese) tipico dei distretti industriali italiani e del Made in Italy stesso.
In apertura: nella stessa fabbrica vengono stampati anche Circuiti per prodotti esterni alla famiglia Arduino. Qui sopra: alcune fasi di assemblaggio e testing sono ancora eseguite manualmente anche se la compagnia si sta meccanizzando ogni giorno di più
In apertura: nella stessa fabbrica vengono stampati anche Circuiti per prodotti esterni alla famiglia Arduino. Qui sopra: alcune fasi di assemblaggio e testing sono ancora eseguite manualmente anche se la compagnia si sta meccanizzando ogni giorno di più
Un altro aspetto interessante è il passato di Ivrea, città legata all'Olivetti, azienda che ha lasciato dietro di sè un incredibile know-how nel campo dell'elettronica e un'intera generazione di esperti del settore. Lo stesso Interaction Design Institute era nato all'interno di un vecchio stabile Olivetti, casualmente ricoperto di piastrelle blu, come le schede Arduino. L'azienda esiste ancora come marchio, ma non si occupa più di design e sviluppo, sorge però spontaneo il pensiero che se Olivetti non fosse stata lì in passato, forse oggi Arduino non esisterebbe.
All'interno di System Elettronica. Quasi ogni fase e' altamente meccanizzata, per evitare il contatto con agenti chimici
All'interno di System Elettronica. Quasi ogni fase e' altamente meccanizzata, per evitare il contatto con agenti chimici
Qui, ai piedi delle Alpi Graie, Gianluca Martino, uno dei cofondatori del progetto, ci accompagna all'interno delle diverse unità di produzione, a cominciare da Smart Projects, società di cui lui stesso è socio fondatore e che partecipa alla creazione e al disegno dei noti microprocessori blu. Arduino infatti, come spiega Gianluca, non produce nulla sotto questo nome, ma si appoggia ad aziende esterne in grado di offrire le competenze richieste e assorbire le necessità produttive del marchio. Non c'è quindi da stupirsi nello scoprire che l'assemblaggio di alcuni componenti elettronici avviene nella stessa azienda che produce i circuiti per i fanali di note automobili tedesche.

Dopo una breve introduzione ci conducono alla System Elettronica, a pochi chilometri di distanza, dove vengono stampati i circuiti. Ad accoglierci è Ludovico Apruzzese, orgoglioso proprietario dell'azienda, il quale ci scorta in un tour completo. L'azienda è piccola ma ben organizzata e tutte le macchine sono esclusivamente Made in Italy, così come i prodotti qui processati e gli interni dipinti col tricolore. Apruzzese ci tiene a sottolineare l'importanza che il design ha avuto nel successo di Arduino. Per la prima volta un microprocessore è diventato un prodotto a sè, invece di esser concepito come un qualcosa da nascondere in un guscio. La scelta di colore, il design, la grafica e il packaging curati dallo Studio Todo di Torino hanno contribuito a crearne un'icona e un prodotto altamente riconoscibile.
Sorge spontaneo il pensiero che se Olivetti non fosse stata lì in passato, forse oggi Arduino non esisterebbe
I fogli di rame sono sottoposti a un processo di fotoincisione che prevede diversi bagni chimiche e fasi serigrafiche
I fogli di rame sono sottoposti a un processo di fotoincisione che prevede diversi bagni chimiche e fasi serigrafiche
Durante la nostra passeggiata il processo produttivo ci è svelato e spiegato nei minimi dettagli. Si comincia con un router CNC che fora le piastre di rame. Tramite un processo di fotoincisione le lastre cominciano poi il loro percorso di trasformazione che include diverse fasi e multipli bagni chimici terminanti con una maschera di saldatura che fornisce alle schede il famoso colore blu e una serigrafia che ne incide i dettagli (altrettanto importanti nell'immagine di Arduino). Alla fine di questo processo e dopo uno strato di stagno protettivo, si passa alla fase di testing, dove un robot controlla ogni traccia di rame. Finalmente le schede vengono bordate e sono pronte a passare a un'altra azienda dove verranno assemblati tutti i componenti elettronici. Le schede fanno quindi ritorno al punto di partenza, presso Smart Projects, dove sono testate e imballate manualmente da un operatore, anche se l'azienda si sta lentamente meccanizzando e il packaging seriale, già in fase di collaudo, sarà presto integrato nella linea produttiva. La percentuale di schede fallate individuate in questa fase è solo del 1% mentre un altro 0,5% di malfunzionamento viene riportato dagli utenti.
Una volta ultimate le fasi produttive le schede sono pronte per essere bordate e nuovamente testate
Una volta ultimate le fasi produttive le schede sono pronte per essere bordate e nuovamente testate
Al momento Arduino produce circa 5000 pezzi al giorno, con le maggiori vendite in America, seguita da Inghilterra e Germania. La qualità di questo prodotto ha permesso ad Arduino di guadagnarsi una fama internazionale, che ha portato altri produttori industriali a includere hardware Arduino nei loro prodotti. Come spiega la guida questo tipo di collaborazione resta riservata solo a piccole produzioni e a partner che condividono la filosofia Arduino.
Oggi i microprocessori Arduino costituiscono il cervello di molte macchine, tra le quali alcune celebri stampanti 3D DIY
Oggi i microprocessori Arduino costituiscono il cervello di molte macchine, tra le quali alcune celebri stampanti 3D DIY
Gianluca ricorda infine che il successo di Arduino è arrivato all'estero prima che in Italia, dove à diventato noto solo negli ultimi due anni. Le ragioni sono multiple e vanno dalla barriera linguistica rappresentata da una comunità online e una documentazione espressa interamente in inglese fino a una generale reticenza da parte degli italiani nei confronti di prodotti tecnologici Made in Italy e più nello specifico delle piattaforme open source. Ai nostri occhi è però proprio questa italianità a rendere Arduino speciale, dimostrando che un autentico e innovativo Made in Italy è ancora possibile, esplorando nuovi e vecchi modelli di business, come piattaforme open source e PMI, e investendo nella ricerca piuttosto che nei vecchi stereotipi.

Ultimi articoli di Design

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram