naoto + jasper = super normal

da Domus 894 luglio/agosto 2006“Super Normal” è il manifesto con cui Jasper Morrison e Naoto Fukasawa mostrano quello che per loro il design dovrebbe essere: il progetto di oggetti che si misurano con la realtà quotidiana della vita. Fotografia di Nacása & Partners Inc., Jasper Morrison Studio. A cura di Fumiko Ito, Francesca Picchi

“Super Normal” è il manifesto con cui Jasper Morrison e Naoto Fukasawa mostrano quello che per loro il design dovrebbe essere: il progetto di oggetti che si misurano con la realtà quotidiana della vita. Nel dialogo con Fumiko Ito, i due designer raccontano la propria idea di “super normalità”: una speciale qualità che permea gli oggetti – siano essi anonimi o concepiti con “intenzionalità estetiche” – e che invece di limitarsi all’apparenza visiva riguarda la percezione degli oggetti attraverso il loro uso. Fotografia di Nacása & Partners Inc., Jasper Morrison Studio. A cura di Fumiko Ito, Francesca Picchi

Fumiko
Qual è la vostra personale definizione di Super Normale?
Jasper Secondo me il mondo del design vive una situazione di deriva dalla normalità, ha dimenticato le proprie radici e il principio originario in base al quale ai designer spetta prendersi cura dell’ambiente creato dall’uomo, e quindi spetta loro cercare di migliorarlo. Il concetto di Super Normale rappresenta un ponte tra questi due mondi, un tentativo di ricollegarli. Definire l’identità dell’oggetto Super Normale non è semplice, e non sono nemmeno tanto sicuro che sia possibile pianificarne la nascita. Un oggetto diventa Super Normale attraverso l’uso. Come designer, possiamo puntare a raggiungere il Super Normale preoccupandoci meno dell’aspetto visivo del carattere di un prodotto, tentando di anticipare il possibile impatto degli oggetti sull’atmosfera e la nostra convivenza con loro.
Naoto Penso che sia probabilmente abbastanza facile capire le cose o le situazioni che rientrano nella definizione di Super Normale. Succede quando guardiamo qualcosa e pensiamo: “È proprio normale”; si tratta di oggetti che hanno permeato la nostra vita quotidiana, cose nelle quali non c’è traccia di design. Oppure accade quando un nuovo prodotto assorbe l’essenza di qualcosa che tutti riconoscono e percepiscono come ‘normale’. Quando chi guarda questi oggetti e le sue aspettative di trovarsi davanti a qualcosa di ‘progettato’ vengono in un certo qual modo disattese, spesso se ne esce con osservazioni del tipo: “È così normale”, oppure: “Perché è così… normale?”. Questo tipo di commenti esprimono la perfetta rispondenza all’oggetto normale originale, e servono a ricordarci che forse coltivare un buon rapporto che si protrae nel tempo è da preferire a qualcosa di nuovo. Penso che il momento in cui questo ci si rivela rappresenti la migliore spiegazione di cosa sia Super Normale.

Fumiko La mostra comprende molti oggetti di uso quotidiano la cui genesi in termini di design è del tutto anonima. In che senso possiamo definirli Super Normali, e che differenza c’è tra questi e i prodotti ‘firmati’?
Naoto Il termine ‘anonimo’ indica in genere che il creatore dell’oggetto è sconosciuto; ma penso includa anche un’altra sfumatura, ossia che l’oggetto non lascia percepire l’intenzione, da parte del suo autore, di “fare design” o di ‘esprimersi’. Abbiamo selezionato e definito Super Normali oggetti anonimi, quelle cose usate ogni giorno al punto di diventare invisibili, oggetti che conosciamo come le nostre tasche e che ci passavano accanto inosservati, che addirittura apparivano piuttosto brutti quando cercavamo di individuare gli elementi di design contenuti al loro interno. Guardando alla cosa da questo punto di vista, ti rendi conto di quanto sia importante l’elemento visuale quando prendi in considerazione il design; cercare oggetti anonimi Super Normali significa guardare a ciò che un oggetto esprime, al rapporto che è stato costruito intorno alla sua forma. Ho l’impressione che accada qualcosa di simile a percepire con gli altri sensi anche quando stai guardando con gli occhi. Quando ho preso in esame il taglierino, in un primo momento ho creduto che quel semplice, sottile strumento in acciaio fosse Super Normale. Poi, quando accanto ho visto il vecchio modello rivestito in plastica ho pensato: “Ecco, QUESTO è Super Normale”. Il taglierino in acciaio era ancora una di quelle cose che si scelgono con un occhio al design; l’impressione di oggetto usato da sempre, invece, è stata risvegliata da quello rivestito di plastica, e quando ce ne siamo resi conto lo abbiamo scelto come Super Normale. In quel momento ho realizzato che la mia personale visione del concetto di Super Normale era ancora instabile. Ma aver ‘visto’ il taglierino in plastica mi ha dato la scossa. Mi sono sentito improvvisamente libero, come se avessi scosso via la pesante cappa del design.
Jasper Sono d’accordo, ci sono momenti durante l’uso delle cose in cui ti rendi conto improvvisamente quando una cosa è Super Normale. Si tratta di una sensazione che oltrepassa il semplice vedere, e si addentra in un’area più interessante dell’usare e del fare esperienza. Penso si possa anche dire che l’oggetto anonimo – il cui designer è sconosciuto – e l’oggetto disegnato senza la consueta quota di ego creativo o di espressività sono molto vicini e tuttavia separati da un confine sottile. Nel caso di un autore sconosciuto, il progetto ha luogo nel totale anonimato, mentre il designer che sceglie di evitare o limitare l’espressione creativa individuale lavora consapevole del fatto che il suo nome accompagnerà il prodotto. Super Normale è più comune nel mondo delle cose disegnate nel completo anonimato: ce ne siamo resi conto con chiarezza mentre facevamo la selezione per la mostra. Tuttavia, è possibile anche nel mondo delle firme dei designer, e penso che dovremmo essere d’accordo che non è solo preferibile, ma che sembra anche aprire al design un mondo del tutto nuovo. Libero, come hai detto tu, dalla cappa del ‘Design’.

Uovo d’oca
Uovo d’oca
Pentel pen (Giappone/Japan)
Pentel pen (Giappone/Japan)
Alessi macinapepe, Carlo Mazzeri, Anselmo Vitale
Alessi macinapepe, Carlo Mazzeri, Anselmo Vitale
Bottiglia per il latte, (Giappone/Japan)
Bottiglia per il latte, (Giappone/Japan)
Colla e boccetta per inchiostro(Giappone/Japan)
Colla e boccetta per inchiostro(Giappone/Japan)
Graffette (Germania/Germany)
Graffette (Germania/Germany)
Ciotola e setaccio, Sori Yanagi
Ciotola e setaccio, Sori Yanagi
Bicchiere per sake, Sori Yanagi
Bicchiere per sake, Sori Yanagi
Moorman ‘Hut Ab’, appendiabito, Konstantin Grcic
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Zena pelapatate, Alfred Neweczersal
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