Bloomberg Pavilion: Hirata e le pieghe

Combinando una serie di triangoli isosceli, Akihisa Hirata ha disegnato un padiglione che sembra crescere come un albero.

Il padiglione Bloomberg progettato da Akihisa Hirata, con la sua forma esuberante, si trova nel parterre che immette verso l'ingresso del museo, diventandone di fatto il nuovo accattivante simbolo. I curatori del museo intendono usare il padiglione non solo come spazio mostre, ma anche per performance ed eventi di giovani artisti che operano nella capitale giapponese. Hirata racconta di aver cercato di creare un padiglione che somigliasse a un albero, che ne avesse la stessa logica. Per l'architetto giapponese gli alberi hanno una forma fortemente simbolica in quanto essi producono ombra così offrendo uno spazio di riparo e riposo ideale per tutta l'umanità, una funzione che si ripete uguale a ogni angolo del pianeta.

"Mi sono chiesto cosa potesse succedere se le mura invece che crescere verso l'alto in modo uniforme a un certo punto presentassero una superficie diseguale fatta di pieghe. Le pieghe assomigliano a un albero nel modo nel quale esse si organizzano per catturare la luce del sole, così le ho utilizzate per produrre sia effetti di luminosità intensa e un esterno che impressionasse. Spiegazzando le mura, lo spazio interno ha un'atmosfera rilassata simile a quella dell'ombra degli alberi, ovvero una qualità ideale per uno spazio espositivo."
Il padiglione impiega una tecnica che consiste interamente di una combinazione di triangoli isosceli
Il padiglione impiega una tecnica che consiste interamente di una combinazione di triangoli isosceli
Hirata predispone una superficie a pieghe in metallo, usando una tecnica molto semplice che consiste interamente di una combinazione di triangoli isosceli. La forma risultante a curvatura negativa continua, anche se di aspetto complesso, è di fatto una struttura basilare capace di produrre un insieme organico di sicuro effetto ed impatto visuale. Seppur la forma si presenta bianca ed astratta, e potrebbe ricordare le forme di nuvole e cumulo cirri, o anche un origami accartocciato, essa è ispirata alle forme dei rami. Non di rami qualsiasi ma di quelli che presentano una più efficiente fotosintesi.
La forma bianca e astratta è ispirata alle forme dei rami, quelli che presentano una più efficiente fotosintesi
La forma bianca e astratta è ispirata alle forme dei rami, quelli che presentano una più efficiente fotosintesi
Quest'opera rappresenta probabilmente il punto più maturo della produzione recente di Akihisa Hirata. Infatti, a guardare l'evoluzione progettuale del giovane architetto giapponese, risulta evidente come Hirata abbia potuto sviluppare uno stile proprio che ha le sue origini nel lungo apprendistato settennale svolto allo studio di Toyo Ito. Dal suo maestro ha appreso la capacità di coniugare matematica e natura, col risultato di non considerare contraddittori gli studi geometrici basati sugli algoritmi e le forme naturali. Va ricordato che Toyo Ito è stato uno dei primi ha insistere sulla necessità di guardare alla natura nella sua essenza organica, come prodotto di algoritmi genetici capaci di svelare il segreto della crescita delle forme. Hirata nelle sue prime produzioni ha prodotto un'architettura ispirata al sistema binario, con la sistematica proposizione di forme che si articolano attraverso ripetizione e variazione. Il giapponese ha poi esteso il suo interesse alle forme organiche, riproducendone le forme in modo più o meno scultoreo. Con questo padiglione sposta ancora il senso del suo fare architettura verso la produzione di forme che nascono non da una diretta fascinazione formale, ma bensì da processi attivi. Il passaggio è determinate, perché prevede crescita ed espansione: un sistema di trasformazione ed emanazione formale aperto al posto di uno chiuso.
Le pieghe assomigliano a un albero nel modo nel quale esse si organizzano per catturare la luce del sole, così le ho utilizzate per produrre sia effetti di luminosità intensa e un esterno che impressionasse
Il padiglione disegnato da Akihisa Hirata è posizionato davanti all'ingresso principale del MOT di Tokyo
Il padiglione disegnato da Akihisa Hirata è posizionato davanti all'ingresso principale del MOT di Tokyo
Il Bloomberg Pavilion Project fa parte delle strategie che il Museum of Contemporary Art di Tokyo ha intrapreso per intensificare una relazione più intima fra arte e metropoli. Esso nasce dalla cooperazione portata avanti insieme all'agenzia Bloomberg, che prospera nel mercato delle informazioni influenzando i decision maker di mezzo mondo e che ha un esteso programma filantropico. Va notato che lo spazio offerto dal padiglione, seppur avendo un calendario già deciso per tutto il prossimo anno, sarà comunque "messo in palio" durante il periodo estivo del 2012, attraverso un concorso aperto agli artisti residenti a Tokyo con meno di trent'anni. Akihisa Hirata, architetto sperimentatore che si sta guadagnando non poca attenzione a livello internazionale, si chiede con questo progetto cosa semplicità e natura significhino oggi in architettura. Attraverso questo padiglione pone sia a se stesso che agli artisti che vi esporranno nell'anno a venire una semplice ma fondamentale questione sulla quale provare a riflettere. Salvator-John A. Liotta
Il <i>Bloomberg Pavilion Project</i> fa parte delle strategie che il Museum of Contemporary Art di Tokyo ha intrapreso per intensificare una relazione più intima fra arte e metropoli
Il Bloomberg Pavilion Project fa parte delle strategie che il Museum of Contemporary Art di Tokyo ha intrapreso per intensificare una relazione più intima fra arte e metropoli
Bloomberg Pavilion Project
Organizer: Tokyo Metropolitan Foundation for History and Culture, Museum of Contemporary Art Tokyo
Supporter: Bloomberg L.P.
Museum of Contemporary Art Tokyo
4-1-1, Miyoshi, Koto-ku, Tokyo
Akihisa Hirata si chiede con questo progetto cosa semplicità e natura significhino oggi in architettura
Akihisa Hirata si chiede con questo progetto cosa semplicità e natura significhino oggi in architettura
Lo spazio offerto dal padiglione sarà "messo in palio"  durante il periodo estivo del 2012, attraverso un concorso aperto agli artisti residenti a Tokyo con meno di trent'anni
Lo spazio offerto dal padiglione sarà "messo in palio" durante il periodo estivo del 2012, attraverso un concorso aperto agli artisti residenti a Tokyo con meno di trent'anni

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